Sono la mamma delle mamme

 


5 settembre 1973 (a Muggiò)

Figli carissimi, sia gioia ai vostri cuori, poiché veramente sono in mezzo a voi e faccio mie le vostre pene, mie le vostre preoccupazioni e a tutti voglio dare qualche cosa di me.

Se mi domandate chi sono oggi, vi rispondo: "Sono la Mamma delle mamme". E per spiegarvi il motivo per cui mi voglio chiamare in tal modo, vi rispondo citandovi un fatto avvenuto durante la vita pubblica del mio Figlio che viene riferito nel Vangelo.

Gesù si era recato a casa di Pietro. Essendo la suocera di Pietro ammalata, Egli la guarì, cosicché ella, alzatasi dal letto, si mise a servire tutti coloro che erano nella casa. Non vi sembri strano questo riferimento. La lotta che esiste nel mondo fra suocere e nuore, fra vecchi e giovani, richiede una particolare attenzione. La carità familiare che dovrebbe contribuire anche al benessere e alla felicità di tutti, viene bandita con la mancanza di rispetto degli uni verso gli altri.

Quando una persona anziana raggiunge lo scopo del matrimonio e crede di aver dato compimento alla sua missione accasando i propri figli, si sente il più delle volte messa da parte, perché le esigenze dei giovani sono molte e i vecchi non possono essere accettati.

Avviene così la sofferenza più dura da parte degli anziani, la cui esperienza e la cui tenerezza vengono disprezzate, mentre i giovani si sentono in diritto e in dovere di far soffrire un cuore che è già stanco per le molte vicissitudini trascorse e le molte pene.

Pare che la vita degli anziani sia inutile e che i loro consigli siano superati e che non interessino.

Dimenticano i giovani che la vita è un susseguirsi di anni e di vicende uguali per tutti e che alla stessa età si troveranno nella stessa condizione di coloro che attualmente disprezzano.

Quale risultato doloroso in famiglie così mal combinate, quante lacrime e quante sofferenze! È pur vero che gli anziani si devono rendere conto di non essere forse più efficienti in tutto e devono avere l'umiltà di ritirarsi da parte per lasciare che i giovani possano meglio esplicare i loro talenti. Ma quanto aiuto reciproco, se i giovani volessero benevolmente chiedere aiuto e consigli anche quando si sentono autosufficienti.

E quello che dico per i genitori anziani, lo dico per le nubili, che hanno speso il meglio della loro vita forse per aiutare a crescere i nipoti o i fratelli, anche rinunciando ai propri ideali di abbracciare la vita religiosa o matrimoniale. Così le zie e gli zii anziani vengono qualche volta abbandonati, insultati e calunniati.

Figli, sarà molto severo il Signore con coloro che fanno soffrire gli anziani.

Quello che si dice per le famiglie vale anche per i conventi e per le parrocchie, dove una contestazione e una lotta qualche volta subdola, mette contro le diverse consorelle o i sacerdoti della stessa parrocchia.

Tenendo conto dello scandalo grave che ne deriva, poiché la mancata concordia è di solito evidente anche se si cerca di tenerla nascosta agli occhi degli uomini, è così chiaro che non può dimorare il Signore dove non vi è amore.

Quanto è desiderabile che questo legame d'amore unisca i cuori! Ma non sarà possibile senza il rispetto vicendevole, la comprensione e la sopportazione dei difetti altrui. Andando incontro gli uni agli altri, vi sarebbe una collaborazione che, pur permettendo un aggiornamento, non trascurerebbe quei saggi insegnamenti che hanno arricchito la mente e il cuore dei vecchi, così da farne una riserva di saggezza.

Desidero che voi siate missionari della Madonna; porterete con ciò dovunque armonia e pace.

Ritornando sull'insegnamento che proviene dall'esempio della mia vita, vi ricordo Anna la profetessa, che al tempo della mia giovinezza era più che ottantenne. Eppure con quanto rispetto mi rivolgevo a lei, perché mi istruisse e mi facesse da maestra in tutte quelle attività che è bene che una fanciulla conosca e impari.

Sul mio esempio, i giovani presenti imparino ad avere tanta deferenza per coloro che sono superiori in età e certamente anche in esperienza e santità. E gli anziani siano generosi nel perdonare quelle esplosioni che molte volte non sono frutto di cattiveria, ma solo di quella esuberanza giovanile per cui si ha premura di agire e di sorpassare i traguardi.

Si aiutino i giovani con la preghiera e con l'offerta di molti sacrifici. Si aiutino gli anziani a prepararsi con serenità a quell'incontro finale che per loro sembra più vicino, anche se la morte non guarda l'età.

Si curi in modo speciale di non conservare rancori da nessuna parte. Il rancore porta qualche volta all'odio e serve ad avvelenare la vita di chi lo conserva in cuore, mentre può danneggiare coloro che ne sono oggetto.

Io vi benedico tutti e, mentre si avvicina la festa di me Bambina, vi invito ancora una volta a conservare nel vostro cuore quell'infanzia spirituale che, mantenendovi bambini, vi rende graditi a Dio. Benedico le religiose presenti. Fatevi portatrici della mia parola dovunque e sappiate che le vostre Congregazioni e Comunità vengono benedette al completo per questo gesto d'amore che voi mi date partecipando a queste riunioni. Capirete un giorno l'importanza delle mie parole.

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