Per la gloria di Dio

 


28 agosto 1973.

Figli diletti, destinati al paradiso e alla gloria eterna, la pace sia con voi ora e sempre. Sono la Regina degli angeli e dei santi. Sono l'umile serva del Re di eterna gloria.

Quanto godo quando, intercalando i diversi misteri del mio rosario, elevate un canto di gloria alla Santissima Trinità. È questa l'azione più importante che si compie in cielo, è questo il desiderio delle anime purganti. Questo dovrebbe essere l'anelito di ogni creatura. Pensate che nell'inferno le anime dei dannati e i demoni si sentono schiacciati dalla gloria infinita di Dio, che deriva dalla sua giustizia pure infinita.

Cercare la gloria di Dio in tutto: ecco la santità. Dio è felice e glorioso in se stesso e la sua gloria non può venir meno, poiché deriva dalla sua essenza e dalla sua grandezza. Le creature celesti ed umane devono solo dare riconoscimento a questa gloria e concorrere a glorificare Dio con la propria esistenza e con la propria santità.

Gli angeli sopra la capanna di Betlemme cantarono: «Gloria a Dio nell'alto dei cieli e pace in terra agli uomini di buona volontà». La Chiesa fa suo questo canto e invita tutti i fedeli a cantare e a benedire il Signore glorificandolo.

Quando, dopo la mia peregrinazione alla casa di Elisabetta mi incontrai con lei, un canto di gloria a Dio mi uscì dal labbro ed io magnificai il Signore che aveva compiuto in me grandi cose.

La gloria del Padre fu il motivo della vita di Gesù sulla terra. Prima di compiere miracoli, ma anche prima di ogni azione, Egli elevava gli occhi al cielo come per ascoltare la sua volontà, mentre, dopo l'azione, rendeva grazie a Colui per la cui gloria aveva agito. «Che tu sia glorificato, o Padre»: questa la sua espressione più comune.

La gloria di Dio, nell'adempimento della sua volontà, deve essere pure il vostro movente. Quante opere belle e buone vanno miseramente perdute perché la vanagloria, come il tarlo, va rodendole così da distruggerne il merito.

Vi stupiscono qualche volta le mie parole che suonano dolcemente al vostro orecchio. Ebbene, sappiate che io desidero incoraggiarvi sempre perché nessuna depressione vi colga. Ma se volete ricevere un'approvazione che sia una vera lode, esaminatevi attentamente. Quando l'azione anche più insignificante è compiuta per la gloria di Dio, non soltanto io vi lodo e vi benedico, ma con me tutto il paradiso.

Volete sapere, figli miei, perché molte volte anche fra i buoni è facile la superbia, la gelosia, l'invidia? Ve lo dico con sincerità: si cerca più se stessi che il Signore nelle azioni. Non vi lusinghi mai il desiderio di avere l'approvazione, il benestare umano nel vostro agire. Vi basti di sapere che Colui che legge nell'intimo dei cuori, vede le vostre intenzioni e di tutto vi darà una ricompensa. Non vi turbi perciò nemmeno la calunnia, la persecuzione e la critica, poiché simili cose furono il pane quotidiano del mio Gesù, il mio e di tutti coloro che hanno voluto praticare un vero cristianesimo.

La gloria eterna di Dio rifulge nei secoli e durerà per sempre. Non la offuscheranno mai le bestemmie che orribili si levano contro di Lui. Le bestemmie sono come quegli sputi o quei sassi che i bambini pensano di gettare in alto e che ricadono sopra il loro capo, con danno più o meno grave. Ma a coloro che possiedono la fede e la grazia, dico: contribuite alla vostra glorificazione, glorificando Dio per la sua bontà infinita, per la sua misericordia, per il suo amore, per la sua provvidenza, per tutti i suoi attributi e fate della vostra vita un canto di gloria.

Dio Padre vi attende per coronarvi di gloria, perché in Lui possiate benedire le sue opere. Dio Figlio vi attende per farvi godere dei suoi meriti, per cui le porte del cielo si sono spalancate. Dio Spirito Santo vi attende, perché la santità che ha coltivato nel vostro cuore e nella Chiesa abbia il suo trionfo. Ed io pure vi attendo con tutta la schiera dei beati, perché il compito di celebrare la gloria di Dio, che sulla terra viene da molti conculcato, deve essere nel suo pieno trionfo e durare in eterno.

«Per la maggior gloria di Dio», devono dire i sacerdoti nell'esercizio del loro ministero e nessun motivo umano li deve distrarre o arrestare o spronare. «Alla maggior gloria di Dio», devono dire i genitori nell'adempimento di ogni loro dovere, perché le benedizioni celesti scendano apportatrici di doni sulle loro famiglie.

Per la gloria di Dio devono i malati offrire le loro sofferenze e fra questi voglio annoverare i tribolati di ogni genere. Sappiate accettare, offrire e benedire in ogni angustia il Signore, che di tutto si serve per il maggior bene delle sue creature.

Chi piange, offra le proprie lacrime; diventeranno perle preziose che matureranno in aiuti speciali per le persone a voi care e saranno motivo di gloria in cielo. Molte volte voi che vivete su questa terra, avete tendenza a considerare le cose umane come molto pregiate. Se non venisse il dolore a farvi aprire gli occhi, dimentichereste i veri tesori, quelli che vi attendono.

Imparino i bambini quella preghiera che tanto onora la Santissima Trinità e diventi per tutti voi la giaculatoria preferita: «Sia gloria al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo». Sarà una riparazione e un dono per tutti.

Vi benedico, figli, e vi assicuro il mio aiuto, specie a coloro che sono in grande difficoltà. Pregate e riparate!

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