La virtù della giustizia

 


Figli diletti, la carità di nostro Signore Gesù Cristo, mio Figlio, riempia i vostri cuori.

Voglio parlarvi della virtù della giustizia, che rende le anime care a Dio.

Due volte nel Vangelo si parla di uomini giusti, e cioè di Giovanni Battista, il più giusto fra i nati da donna, e di Giuseppe, uomo giusto, mio sposo. Non trovò il Signore un termine migliore per stabilire la santità di questi due personaggi.

Io vorrei poter dire di ciascuno di voi che siete giusti perché date a Dio, al prossimo e a voi stessi, ciò che il Signore vuole secondo giustizia. La giustizia verso Dio suppone l'osservanza della sua Legge e dei doveri del vostro stato. La giustizia verso il prossimo si realizza nel fare agli altri ciò che vorreste fosse fatto a voi, e quella verso voi stessi è come uno specchiarsi nella giustizia del mio Gesù per riprodurla, facendo della vita una meravigliosa testimonianza del Vangelo.

Dirvi quanto sia importante questa virtù, non è possibile. Sappiate che l'uomo giusto gode di una particolare stima, non solo da parte di Dio, ma anche della Chiesa e di tutti gli uomini, che di lui possono fidarsi e possono metterlo a parte dei loro problemi e delle loro necessità.

L'aureola che cinge il capo dell'uomo giusto, è già preannunciata in vita e sarà ratificata in morte. La morte del giusto infatti è serena, perché il pensiero di ciò che lascia non turba il suo cuore e la sua mente, poiché ogni cosa egli ha visto nella luce di Dio. La corona, al giusto riservata, è tra le più splendenti, essendo il riflesso della giustizia infinita di Dio.

Vi è stato detto da Gesù che la vostra giustizia non deve essere come quella degli scribi e dei farisei, cioè solo apparente, ma deve venire dal profondo del cuore, per non correre il rischio di essere dei sepolcri imbiancati. Dovete essere giusti con Dio, giusti con il vostro prossimo, giusti con voi stessi.

La giustizia verso Dio si identifica in quella frase di Gesù: "Date a Dio ciò che è di Dio e date a Cesare ciò che è di Cesare". Oppure in quella frase che un santo diceva: "Se tutto hai ricevuto, perché te ne vanti come fosse cosa tua?".

Desidero che in questa luce voi vediate i doni spirituali, morali e materiali di cui siete stati arricchiti, perché un inno di ringraziamento e di lode a Dio esca dal vostro cuore. Se avete potuto fare del bene, è stato Lui che vi ha dato la volontà, la forza e la grazia di farlo.

Se non siete caduti in molti peccati è perché Dio, nella sua immensa bontà, vi ha mostrato la bruttezza del male, da cui vi ha distolti col suo potente aiuto.

La grazia santificante, della quale per mezzo del Battesimo voi eravate rivestiti e che purtroppo molte volte avete perduto, vi è stata ridata con infinita generosità ogni volta che davanti al confessore avete deposto, pentendovi, il vostro fardello.

Ma il Signore non si è accontentato di questo. Non vi ha abbandonato un solo istante e con la grazia attuale vi ha dato modo di camminare verso di Lui e di crescere nell'amore. È un aiuto che vi viene dato momento per momento e che vi sprona ad esercitare la virtù, per cui, anche se la vostra vita fosse piena di opere buone e di bene, ancora dovreste ringraziare Dio e dire sinceramente a voi stessi: "Saremmo servi inutili, se non ci venisse l'aiuto dall'alto".

Dovete poi essere giusti col vostro prossimo. I fratelli vi vivono accanto e sono pieni di miserie, di necessità e di debolezze come voi. Siete tutti sullo stesso piano. Tutti perciò dovete aiutarvi a vicenda e far vostre le necessità degli altri. La vostra giustizia deve ricordarvi che il superfluo che voi possedete è quel di più che deve servire a colmare le lacune e i disagi di chi è nella penuria. Vorrei che la vostra generosità aumentasse sempre più, cosicché si possa veramente dire di voi che siete larghi di mano.

Vi sono alcune persone che desidererebbero avere le stigmate per soffrire per amore di Dio, ma io vi dico che le migliori stigmate che vi faranno risplendere davanti al trono di Dio, saranno costituite da quella meravigliosa carità che vi avrà resi giusti verso il vostro prossimo.

Le prime persone che devono sentire il benefico influsso della vostra bontà sono i vostri cari. Qui vorrei enumerarvi tutto quello che forma il corredo della famiglia e che comprende il bene che i genitori devono dare ai figli e i figli ai genitori. È tutto un doveroso dare e un giusto ricevere che realizza il quarto comandamento e che fa vedere nei membri della famiglia delle persone da rispettare, dal più piccolo al più grande. Quanta più armonia regnerebbe nelle famiglie, se ciascun membro esercitasse quella giustizia per cui non farebbe agli altri ciò che non vorrebbe che gli altri facessero a lui.

Dalla famiglia potete risalire alla società, alle nazioni, alla Chiesa, popolo di Dio, sempre mettendo in pratica il comandamento della carità. Sudditi e autorità, dipendenti e datori di lavoro, sarebbero, nella giustizia, i creatori di quella pace che Dio dona ai generosi di buona volontà.

Vostro prossimo è tutto il mondo, a cui potete e dovete dare il vostro aiuto. La giustizia non vi permette di trascurare nessuno, poiché voi sapete che siete tutti figli dello stesso Padre che sta nei cieli e che siete tutti chiamati a partecipare e a godere della sua gloria infinita.

Ecco allora che le sofferenze della Chiesa diventano vostre, le anime lontane da Dio vi preoccupano, le anime purganti vi stanno a cuore, i popoli in guerra diventano oggetto delle vostre preghiere, e gli affamati e i diseredati vi fanno soffrire delle loro sofferenze.

Dovete essere giusti anche con voi stessi. La vostra limitatezza non è un segreto per nessuno, perciò dovete riconoscere che ognuno di voi ha bisogno del proprio simile.

Che sarebbe di un ricco se non avesse attorno a sé chi lavora, chi produce, chi coltiva, chi costruisce, chi dona la sua fatica per il suo bene? Probabilmente avverrebbe che morirebbe di fame. Così è di tutti. La giustizia vi fa riconoscere sullo stesso piano, bisognosi gli uni degli altri.

Voglio però che vi rendiate conto anche del comportamento che dovete tenere verso Dio. Per la vostra tendenza a peccare, dovete annientarvi davanti a Dio. Alcuni santi chiamavano se stessi "vermi" della terra. Sì, verme è l'uomo che osa ribellarsi a Dio, che potrebbe inesorabilmente schiacciarlo sotto il suo piede.

Rendete dunque grazie a Dio per tutto ciò che ricevete, e abbiate un senso di riconoscenza e di rispetto per il vostro prossimo e di grande umiltà con voi stessi.

Così, figli, se si accosterà a voi il mio Gesù per chiedervi conto del vostro modo di vivere, Egli possa dire, come fu detto di Giuseppe, mio sposo: "Siete veramente uomini giusti".

Vi benedico tutti, figli. Nella giustizia risplenda l'anima vostra su questa terra, perché possiate entrare nel regno dei giusti per l'eternità.

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