Il vostro impegno verso il prossimo

 


2 Maggio 1976.

Figli miei, sono con voi. Sono la Madre della misericordia e vengo a sollecitare la vostra opera in favore dei lontani. Il tempo pasquale deve richiamare molte anime a conversione. Occorrono però le vostre preghiere, le vostre azioni e i vostri sacrifici.

Il Battesimo che avete ricevuto v'impegna ad interessarvi del prossimo. Voi non potete rispondere: "Che ne so io del mio fratello?". Questa è la risposta di Caino. Voi dovete amare ogni anima, che porta l'immagine di Dio, e non potete dimenticare ciò che Gesù fece per andare alla ricerca di coloro che erano perduti.

Il vostro impegno deve essere sostenuto dalla speranza, poiché, finché c'è vita, c'è la possibilità di convertirsi.

Beati coloro che sanno capire i desideri di Gesù e miei, e lavorano per ridare alle anime quella vita divina che viene a mancare col peccato.

Gesù venne sulla terra, e non fu attratto verso l'uomo che per la miseria che scorgeva in lui, per cui era necessaria la sua opera.

Non l'attirava la virtù, non i meriti, non la bellezza, non la sapienza. La malattia fisica, morale e spirituale, era l'oggetto della sua ricerca. Egli andava verso i malati, i lebbrosi, i ciechi, gli storpi e i paralitici, come fra i suoi migliori amici. Li guariva nel corpo e nello spirito. Ma andava soprattutto incontro ai peccatori e li trasformava in apostoli.

Voi dovreste modellare la vostra vita su quella di Gesù, ma vedete quale differenza enorme esiste nel vostro comportamento. Ben difficilmente si va in cerca di chi è bisognoso d'aiuto! Si preferisce coltivare quelle amicizie che portano una determinata ricompensa. Quasi sempre entra quella specie d'egoismo per cui, donando qualche cosa, si spera d'averne un profitto personale.

L'egoismo qualche volta entra persino nel campo spirituale, e si cerca sé stessi anche nella preghiera e nel bene che si fa.

Vi ho detto che vi voglio perfetti e desidero aiutarvi ad esserlo. Quell'amore che portava Gesù alla ricerca degli esseri più spregevoli e più depravati, deve dare al vostro cuore santi e ardenti desideri della gloria di Dio e della salvezza delle anime. Gesù non agiva per un interesse personale, cercava la gloria del Padre. Lui, nel cui nome furono creati i cieli e la terra e le miriadi di angeli che in essi abitano, scelse di abitare coi figli degli uomini, poiché essi, pur essendo peccatori e miseri, formavano e formano la sua delizia.

Figli miei, il divin Pastore va ancora in cerca delle pecorelle smarrite. Il buon Samaritano va in cerca di feriti da sanare e da curare. Egli siede ancora presso il pozzo di Giacobbe, in attesa delle sempre nuove samaritane. Sta in ogni tabernacolo, in attesa di anime assetate di amore. È disposto a chiamare e a ricevere gente di ogni categoria: chi riscuote le tasse o le donne di mondo, chi, essendo troppo piccolo, si arrampica su un albero, e chi, dall'alto della croce, lo supplica di fargli un posto nel suo regno.

Gesù aspetta tutti a tutte le ore. Questo dovete capire anche voi, tutti voi che avete ricevuto il dono della fede e che capite che occorre vivere in grazia di Dio e pregare.

Voglio che i vostri cuori si aprano alla speranza, ma desidero anche che lo zelo vi trasformi e vi faccia agire da veri apostoli. Figli, tutto mi serve di voi, ma soprattutto l'amore. Che è un male fisico in confronto al martirio a cui furono sottoposti tanti martiri?

Ebbene, volete essere martiri per merito, e volete che la vostra piccola sofferenza serva a risanare le anime? Offritela per amore. E il lavoro? Oh, come vi vorrei rendere santi col lavoro! Esso reca benefici alla comunità e all'umanità, ma fate che glorifichi la Divinità e che serva come mezzo di salvezza.

Santificate il lavoro. Dovunque lo svolgete, offritelo al Padre per amore. Esso può divenire preghiera e carità, oltreché mezzo comune per vivere. Guardatevi attorno, vedete i bisogni di tutti, non siate ciechi!

Alcuni santi hanno salvato migliaia di anime, mettendo in pratica il binomio "prega e lavora". Sono due cose che si completano e che piacciono a Dio. Sono due espressioni che lo stesso Gesù volle attuare nella loro pienezza. La vita di Gesù fu veramente preghiera e lavoro. Per trent'anni un lavoro manuale, per tre anni un lavoro di apostolato, e una preghiera continua.

Ecco come esprimo a voi i miei auguri: che voi possiate vivere come immersi nel Signore, e che in Lui e per Lui siate instancabili nel vostro lavoro.

Il demonio non trovi mai la sua preda, disposta ad accettarlo nell'ozio, ma la costante operosità vi faccia sempre meglio rassomigliare a Dio Creatore, Redentore e Santificatore delle anime.

Vi ho dato un giorno una rete per raccogliere abbondanti pesci, e vi ho assicurati che avrei sostenuto un capo di essa da una parte, mentre voi avreste retto l'altro capo. Questa rete potente è il rosario. Se gettate questa rete con amore e con fiducia, non lavorerete invano. Non direte come gli apostoli: "Abbiamo lavorato tutta la notte e non abbiamo pescato nulla". Dovrete però non lasciar mancare la carità, ed essere sempre disposti a lasciare anche il rosario per venire in aiuto al vostro prossimo.

Vi benedico e vi dono lo Spirito del Signore. Pregate per quei ragazzi che in questo mese riceveranno, con la Cresima, lo Spirito Santo, perché sia luce e forza per la loro vita e perché nascano, con questo Sacramento, numerose e sante vocazioni.

Arrivederci, figli. Vi abbraccio teneramente.

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