La santità non è un'utopia

 


9 Aprile 1976.

Figli cari, eccovi ancora qui, numerosi e devoti al vostro appuntamento con me. Sono la Madre della misericordia, e la mia visita deve esservi di buon auspicio per prepararvi ad ottenere per voi e per tutta la vostra Italia la misericordia di Dio.

Sì, figli, sarà la preghiera fervente, indirizzata alla Madre di Dio, che sconvolgerà le coscienze, che muoverà i cuori e che spingerà gli uomini ad operare una grande conversione. Sì, abbiate fiducia, ma fate di questi incontri di anime un grande mezzo di santificazione.

Giustamente vi è stato detto che siete chiamati alla santità. Se non si è santi, non si entra in paradiso. Ricordate Francesco di Fatima? In una mia apparizione mi chiese: "Io mi salverò, verrò in paradiso?". Al che, io risposi: "Verrai in paradiso, ma prima dovrai recitare molti rosari".

Ecco che voi siete riuniti proprio per recitare il rosario e per chiedere con questo mezzo la grazia di santificarvi. Senza l'aiuto che viene dalla preghiera è impossibile piacere a Dio. Il Signore ha legato alla preghiera le sue grazie spirituali e materiali.

Ogni bene che gli uomini possiedono in ordine alla vita fisica, morale e divina, viene da Dio. Ma quando si parla di santità, è indispensabile pensare all'azione di Dio nell'anima. È l'azione dello Spirito Santo, che lavora attorno all'anima come il pittore attorno al quadro che deve dipingere, o il cesellatore attorno al capolavoro che deve portare a termine.

Io, da buona Mamma, esercito la mia missione e, mentre vi scopro i difetti da correggere, vi indico le virtù che dovete acquistare.

Non pensate che la mia opera sia limitata nel tempo e nello spazio! Voi mi date una piccola prova d'amore, io ve ne do una immensamente più grande. Per questa preghiera e per il sacrificio di cui mi fate dono, io riverso su di voi grazie e favori e vi accompagno anche fuori di qui, perché la vostra santità sia vera e perché possiate essere testimonianze vere del mio Gesù nella famiglia e nella società.

È così che tutti sentono benefici inestimabili e che la vostra santità serve a portare alla Chiesa quel rinnovamento auspicabile. Certamente, non dovete pensare che tutto sia semplice e che in un batter d'occhio possiate raggiungere la vetta. Potete, anzi, trovare ostacoli nelle persone stesse che vi dovrebbero lodare, approvare ed aiutare.

La storia di Gesù si rivive anche oggi. Vi voglio ricordare un brano evangelico. Gesù, visto che i Giudei lo volevano lapidare, volgendosi ad essi, chiese: "Perché mi volete uccidere? Quali sono le opere che meritano di essere punite, che io abbia compiuto?". "Non sono le tue opere buone che noi vogliamo punire - rispondono essi - ma le bestemmie che tu dici. Tu infatti affermi di essere il Figlio di Dio, mentre sei soltanto un uomo".

Vedete, figli miei, Gesù, dicendosi Figlio di Dio, asseriva la verità e non avrebbero dovuto accusarlo, ma quando si vuol condannare una persona, non bastano né le opere né la verità. Io vi metto questo passo evangelico sotto gli occhi perché sappiate regolarvi quando fate del bene e quando pensate di convincere il vostro prossimo su ciò che forma il tesoro prezioso della vostra fede. Non meravigliatevi mai di trovare delle contraddizioni.

Vi sono coloro che rifiutano la verità per superbia, altri per una falsa prudenza, altri per invidia o per gelosia. Vi sono coloro che pensano di avere il monopolio della fede e non ammettono che altri possano essere illuminati o guidati, perciò combattono il bene, senza pensare che l'azione di Dio è universale e non è condizionata né da uomini né da cose.

Voi dovete venire ad attingere a questa scuola; poi, senza rispetto umano, senza timore, dovete diffondere il bene. Non si può giudicare senza essere competenti, senza aver osservato e approfondito la verità. Ciò di cui vi parlo, non è riferito al solo carisma di cui vi potete rendere conto, ma a tutti i doni di Dio che, con tanta larghezza, vengono dati agli uomini di ogni categoria. Dovete essere prudenti, dovete vagliare le cose, ma non dovete criticare l'opera di Dio e rifiutarla.

Vi do dei criteri perché possiate capire quando un'opera viene da Dio: essa deve portare alla santità le anime e deve essere di aiuto alla Chiesa.

Vorrei che i miei sacerdoti fossero sempre attivi e consenzienti, ma anche sempre vigilanti, perché l'errore non si facesse mai strada fra il popolo cristiano.

Ed ora, mentre benedico tutta la Chiesa, benedico ogni religiosa, ogni alunno, ogni famiglia coi suoi membri. Vedano tutti che è ancora possibile operare il bene nel mondo. Vedano che la santità non è un'utopia. Cominciate così, figli: una preghiera fatta sempre con profondo raccoglimento e con grande amore; una preghiera che sia un vero dialogo con Dio e un dono d'amore ai fratelli.

Figli, se imparerete a pregare, imparerete ad amare, imparerete a fare del lavoro una preghiera sofferta; la vostra anima diventerà come una fontana zampillante, e di quest'acqua meravigliosa, fonte di grazia, potranno godere tutte le anime che il caldo estenuante del peccato avrà ridotto male.

Arrivederci, figli. Vi amo, vi arricchisco di fede, speranza ed amore, e vi accompagno alle vostre abitazioni.

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