Il grande dono dell'eucaristia

 


13 Aprile 1976.

Figli a me tanto cari, sia pace a voi e grazia ed ogni bene. Ecco, sono qui a chiedervi un grande favore.

Sono la Vergine del Cenacolo. Sono la Madre di Gesù Eucaristia, e la mia presenza vuole essere un richiamo a fare della Comunione un vero mezzo di santificazione. Voglio anche invitarvi a riparare gli innumerevoli sacrilegi che si commettono in ogni luogo della terra, con grande danno delle anime e con ferite profonde al corpo mistico di Cristo.

L'atto d'amore più grande, compiuto in vita da Gesù, fu quello d'istituire la santissima Eucaristia. "Non vi lascerò orfani", aveva detto Gesù, "resterò con voi fino alla fine dei secoli". Un bambino che resta privo dei propri genitori, si trova in grande necessità e in grande tristezza. La solitudine e la mancanza di mezzi potrebbero fare di lui un infelice. Gesù amò e considerò gli apostoli e tutti i suoi seguaci come fratelli, come figli, come parte di sé stesso. Egli ama e considera ogni creatura come un figlio, come un bambino bisognoso di cure e d'affetto.

Ciò che un padre terreno non può più fare per i propri figli quando viene colpito dalla morte, lo poté fare Lui, che, dopo la sua morte, risurrezione e ascensione al cielo, volle continuare a vivere sulla terra in modo reale, per essere amico degli uomini e per poterli nutrire di sé stesso perché avessero vita abbondante.

Non poteva fare un dono più grande che quello di dare in cibo il suo corpo e il suo sangue. Sapeva però che sarebbe stato difficoltoso nutrirsi di Lui, e volle nascondere la sua presenza sotto le apparenze del pane e del vino, due alimenti indispensabili alla vita umana.

Ma perché mai fece questo dono meraviglioso a degli uomini ingrati ed incoscienti? Volle fare unità con loro per poter pensare, amare, agire in loro, così da santificare ogni momento della loro vita.

Chi capisce questo desiderio di Gesù, dovrebbe sentire impellente il bisogno di cibarsi di Lui. La Comunione dovrebbe costituire il momento più importante della giornata e il Sole della propria vita. Chi capisce l'Eucaristia, comprende anche le virtù di cui parla. Il biancore dell'ostia parla di purezza, la sua piccolezza parla di umiltà e il vino parla d'ebbrezza e di forza.

Ecco perché, con la Comunione ben ricevuta, vi potete santificare. Chi v'insegnerà a praticare la castità, secondo il vostro stato, e a fuggire i peccati di lussuria? L'Eucaristia! Senza la Comunione è impossibile mantenere la verginità, è impossibile essere puri, ed è impossibile praticare quella legge morale da Dio comandata.

Vi dà lezione di umiltà, l'Eucaristia. Il mondo si regge sulla superbia, sulla prepotenza, sull'orgoglio. Come potrebbero gli uomini accordarsi con Colui che disse: "Imparate da me che sono mite ed umile di cuore", se non ricevessero Colui che continuamente parla di umiltà?

Gesù, l'Onnipresente, l'Onnipotente, limita la sua presenza ad una piccola ostia per insegnare agli uomini a riconoscere i propri limiti e a farsi piccoli, per poter avvicinarsi a Lui e ai fratelli. Da una Comunione all'altra si dovrebbe dunque crescere in santità, nella fuga del peccato e nell'acquisto di quella virtù senza la quale non esiste la santità: l'umiltà.

Vi ho detto che l'Eucaristia dà forza: ne è simbolo il vino. In questo mondo, così pieno di audaci nel fare il male e di timidi nel combatterlo e nel fare il bene, è veramente indispensabile comunicarsi. Oh, non ditemi che basta comunicarsi a Pasqua! Come non basta mangiare una volta all'anno per mantenersi in vita, così è necessario rafforzare lo spirito, la mente, il cuore ed anche il corpo con la Comunione, che, portando serenità, porta anche la salute in molti casi.

Si ha paura dell'Eucaristia, si teme di dover fare troppi sacrifici per mantenersi in grazia e si rifiuta il dono del cielo.

Gli Ebrei nel deserto erano nauseati della manna che cadeva dal cielo, e si lamentavano contro Dio e contro Mosè. Ma che avvenne? Serpenti velenosi uscirono dalle loro tane e li morsicarono, provocando loro la morte. È così, figli. Si disprezza la Comunione, se ne fa a meno, e il demonio copre le anime di peccati, poiché manca agli uomini la forza di reagire al male.

O santa Eucaristia, vero Pane degli angeli, vera fonte di umiltà e di grazia, vera forza che genera i martiri, torna ad essere amata, stimata, ricevuta dai cristiani, e ad essere come lo fosti per i primi cristiani, un baluardo contro i nemici e una forza per divenire santi!

È un dono misconosciuto e maltrattato, l'Eucaristia. Fanno gli uomini come quei bambini che, non volendo fare ciò che vuole il padre, si rivoltano e con le loro manine lo picchiano, si ribellano. Non si rendono conto che il padre potrebbe lasciarli cadere dalle braccia anche solo con un movimento.

Gli uomini guardano l'Eucaristia con occhio di sfida. Dicono: "Non credo". Scassinano i tabernacoli, spargono le particole e le oltraggiano. Oh, figli, quanto è doloroso avere dei figli ingrati e ribelli! Forse che Dio non potrebbe annientare tanta audacia e cattiveria? Forse che la sua potenza non potrebbe schiacciare tanta viltà?

Gesù tace, e ancora come nel Venerdì Santo si lascia schiacciare, insultare, crocifiggere e oltraggiare. Egli fa come il padre col suo bambino e lo vuole attirare col suo amore, con la misericordia e la bontà. Che cosa devono fare i buoni, coloro che hanno capito il dono d'amore? Riparare, facendo con rispetto, con devozione, con purezza d'animo e con umiltà, le più belle Comunioni.

Non dimenticate, figli, che Gesù volle lavare i piedi agli apostoli prima di comunicarli. Una Comunione fatta con leggerezza o in peccato è una condanna, e può divenire, come lo fu per Giuda, un mezzo di dannazione.

Figli, desidero che questi tre giorni in preparazione all'istituzione dell'Eucaristia, cioè al Giovedì Santo, siano trascorsi da voi nel modo che vi ho detto. Ho legato, a questo vostro comportamento di riparazione e d'amore, le grazie più belle.

Arrivederci.

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