I requisiti per ben comunicarsi

 


19 aprile 1973.

Figli miei cari, sono ancora con voi e desidero continuare la vostra preparazione alla Comunione pasquale.

Vi ho detto quali sono i requisiti che dovete portare alla Confessione, perché sia ben fatta e sia fruttuosa per la vostra vita spirituale. Ora vi dirò quali requisiti deve avere la preparazione all'incontro con il mio Gesù, che alla mensa eucaristica si fa cibo delle anime vostre.

Vi dico, anzitutto, che dovete avere un desiderio vivissimo di cibarvi di questo alimento delizioso che forma la santa invidia degli angeli stessi.

Quando voi volete stabilire se una persona è sana o malata, dite anzitutto che mangia oppure che non mangia più. L'inappetenza stessa è un indice di qualche malattia latente o comunque è un brutto segno, che può condurre a forme di esaurimento assai grave.

Nutrirsi è così necessario che chi volesse astenersi dal cibo per un lungo periodo, andrebbe incontro a morte certa. È così importante cibarsi, che il Signore ha provveduto anche con miracoli a cibare il suo popolo prediletto, facendo piovere dal cielo la manna.

Gesù ha voluto indicare questa necessità di cibo nella richiesta contenuta nel Padre nostro: «Dacci il pane quotidiano». Perciò, l'alimento e il cibo quotidiano sono un prezioso dono della Provvidenza per mantenere in vita l'uomo.

Tutto quanto vi ho detto in relazione al corpo serve, e in modo infinitamente superiore, anche per l'anima. L'anima deve vivere, deve crescere, deve progredire nella grazia che è vita di Dio in essa. Ha perciò un bisogno urgente e continuo di essere nutrita. Quando la nausea di questo cibo divino, che è l'Eucaristia, fa perdere il gusto delle cose sacre, è brutto segno. Sta avanzando qualche malattia insidiosa e pericolosa che minerà a poco a poco la vita cristiana.

Gesù vuol essere desiderato, ardentemente desiderato, perché nel desiderio di Lui Egli realizza grandi cose. Dio ama gli uomini che hanno grandi desideri di bene, ma molte volte questi desideri restano lettera morta perché si preferisce compiere il bene senza di Lui, per la propria soddisfazione; oppure si vogliono fare le opere buone per se stesse, il che significa che una volta compiute, muoiono in se stesse come sono nate.

È nell'Eucaristia che avviene il grande connubio dell'anima con il suo Dio; uno sponsale così bello e completo per cui Dio, unendosi alla creatura, si sostituisce ad essa per operare, per pensare, per amare in vece sua.

Ecco perché è indispensabile accostarsi al banchetto eucaristico con grande desiderio.

La seconda qualità che non deve mancare è il sentimento di umiltà per cui vi abbiate a sentire gli ultimi davanti a Lui. Lui il Re, voi il suddito; Lui l'onnipotente, voi la miseria; Lui il ricco, voi il povero. Se vi accostate così, state certi: il cuore del Signore tutto pietà, tutto carità, non potrà che chinarsi verso di voi e farvi dono di tutto ciò che è suo. Vorrà riversare nel vostro cuore le sue grazie e giustificarvi come giustificò il pubblicano che, battendosi il petto in fondo al tempio, andava chiedendo misericordia.

Nessuno è degno di accostarsi alla Comunione. Come potrà l'uomo ritenersi giusto mentre la sua debolezza lo porta a cadere numerose volte al giorno? Questo senso d'indegnità vi porti a rivedere voi stessi prima di comunicarvi, perché mediante il dolore e l'amore possiate purificare le anime vostre.

Gesù vi ha detto: «Beati i puri di cuore perché vedranno Dio». Molte volte avete desiderato di vedere con gli occhi del corpo il Signore. C'è qualcuno che, con tanto desiderio, chiede anche di poter vedere il volto di Gesù, almeno in sogno.

Figli, se il vostro incontro con Gesù nella santa Comunione sarà curato nei minimi particolari e con quella delicatezza che Egli si merita, vedrete Dio. Avrete una luce particolare che illuminerà la vostra mente; avrete, non un'idea vaga ma chiara, degli attributi di Dio; avrete la gioia di sentire la sua presenza in voi. Ma più che altro, il coronamento delle Comunioni ben fatte, con purezza d'intenzione e di affetti, sarà la vostra ultima Comunione sulla terra, nella quale sarò io stessa a darvi il pane della Mamma, la carne del mio Gesù. Pensate, figli, la gioia infinita di quell'incontro col Signore, in una comunione senza fine!

Desidero veramente che alla luce di questi insegnamenti voi abbiate a modificare e a togliere ciò che non è conforme a quanto desidero. Vorrei anche che, rendendovi conto di quanto viene disprezzata e maltrattata l'Eucaristia, ogni vostra Comunione fosse una riparazione. Ditelo a Gesù: «Per tutti coloro che ti tradiscono, ecco il nostro cuore pronto a darti amore e riparazione».

Vi faccio notare una cosa che deve farvi pensare, come dovrebbe far pensare molti uomini nel mondo. Quando nell'ultima Cena il mio Gesù diede la Comunione a Giuda, dopo che egli ebbe mangiato quel boccone intinto, entrò in lui il demonio. Voi vi domandate qualche volta come mai molte persone siano possedute dal demonio. Ebbene, vi dico che basta alle volte una Comunione sacrilega a dare alloggio al demonio, che quando ha preso dimora in un'anima e in un corpo, diventa come il padrone di casa e ben difficilmente riescono ad allontanarlo.

Guardatevi bene perciò, figli, e se vi capita di avvicinare persone che soffrono in questo senso, non esitate a consigliare un ritorno a Dio con una Confessione sincera.

Ed ora vi benedico tutti. Dal giorno in cui voi con la Pasqua celebrerete [avete celebrato ] la risurrezione, cominci una nuova vita, fervente, devota, equilibrata e saggia che possa essere faro di luce a tutti quanti.

Benedico i vostri malati e le persone malate nello spirito che mi raccomandate. Abbiate fede e fiducia. Buona Pasqua e arrivederci a tutti.

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