Dovete credere in me e fare le mie opere

 


7 Aprile 1976 (a Seregno).

Figli miei, quanto godo di trovarmi qui con voi, di vedere il vostro fervore e la vostra fede! Sicuramente non rimarrete delusi. Le grazie pioveranno su di voi e sulle vostre famiglie, anche se dovrete attendere con pazienza gli effetti della grazia.

Io sono certamente anche nelle vostre case, quando pregate. Ma quando, non badando ai sacrifici, venite qui per la preghiera comunitaria e per sentire una parola di cielo, io sono presente in un modo tutto particolare e, con le mie benedizioni, vi dono il mio aiuto.

Vi sono molti cristiani che vorrebbero escludermi dalla Chiesa e dalla loro famiglia. Oh, quanto mi addolorano costoro!

L'amore che il mio Gesù mi portò in vita e che mi porta tuttora, dovrebbe essere il modello dell'amore di tutte le anime per la Mamma. Non è venuto sulla terra passando per questa creatura che Dio ha reso grande, il mio Gesù? Così, vuole che i suoi fratelli amino la sua Mamma e che, per mezzo suo, entrino in paradiso. Cercare me, vuol dire trovare la strada che conduce a Gesù, e da Lui potete salire al Padre.

Ma voi mi potrete dire: "Non siamo noi veri devoti di Maria e non procuriamo di piacerle in tutto?". Permettetemi, figli, di farvi sottolineare una frase detta da Gesù ai farisei che lo stavano interrogando: "Io vengo dal Padre e faccio le opere del Padre mio, ma se voi non credete in me non potete fare le opere del Padre". Non vi faccio il commento delle risposte avute dai farisei, ma vi dico le stesse cose dette da Gesù: se credete in me, dovete fare le opere che faccio io.

Anzitutto dovete credere in me. Che significa credere? Significa vedermi come strumento di Dio, nella sua luce. Certamente sono una creatura umana come voi, con tutti quei limiti che la creatura ha di fronte al Creatore, ma grandi cose ha operato in me la sua potenza, per cui posso essere di aiuto a tutti gli uomini.

Il Signore mi ha fatta depositaria d'immense ricchezze spirituali, di cui voglio arricchire le anime vostre. Mi ha dato soprattutto la sua bontà e misericordia, per cui posso amarvi e ottenervi il perdono di tutte le colpe che gravano su di voi, con la mia intercessione.

Io vedo la mia missione in funzione della vostra salvezza, e tutta la mia felicità e la mia gloria vorrei fosse così da voi concepita: nel portare tutte le vostre anime, salve e gloriose, presso il trono di Dio.

Dovete credere tutte queste cose. Dovete credere in me, perché io possa credere in voi ed aiutarvi in tutto. Da questo atto di fede, deriva una collaborazione e un aumento di vita divina nel mondo. Voi sarete come costretti a fare le mie opere.

Oh! non è stata la mia vita in tutto uguale alla vostra? Preghiera e lavoro diedero un'impronta umana e divina alla mia vita. Preghiera e lavoro devono santificare le vostre giornate: una preghiera fatta di unione con Dio e un lavoro trasformato in un atto di bontà verso i fratelli.

Mi potrete dire che le vostre preghiere sono spesse volte distratte e piene di preoccupazioni, ed io v'invito a santificare le vostre distrazioni e ad offrire le vostre pene, riconoscendo i vostri limiti. Saranno questi atti di umiltà che daranno pregio alla vostra preghiera. La cosa più importante è che la vostra preghiera non sia fatta a fior di labbra, ma che vi sia nel vostro intimo un'adesione amorosa alla volontà di Dio.

Figli, alcuni di voi si sentono stanchi per gli anni, altri per i malanni, ma i momenti presenti esigono veramente un superamento di voi stessi e che continuamente rinnoviate il vostro desiderio di fare del bene. Vi ripeto una frase dello Spirito Santo, che dovete ripetere a voi stessi ogni giorno: "Intanto che abbiamo tempo, operiamo il bene".

Quel lavoro che, accompagnato al sacrificio, sarà offerto a Dio, diventerà doppiamente fruttuoso e servirà a scuotere quei figli che, attratti dalla modernità o colpiti dall'influsso del demonio, rifiutano il lavoro. Avete lavorato in gioventù, ed ora dovete coronare le vostre giornate con quell'amore di Dio che le rende utili al bene vostro e dell'umanità.

E ai giovani e a coloro che hanno salute, ecco il mio invito. È tempo straordinario per il male che dovunque si propaga; sia straordinariamente attiva la vostra giornata. Non vi sia mai né ozio né rilassamento, ma fate delle vostre giornate un grande dono a Dio, di lavoro, di preghiera e di desideri buoni. Allargate il vostro cuore e le vostre vedute. Sappiate rinunciare a qualche cosa di vostro gusto per dare aiuto, soccorso e conforto a tanti bisognosi e malati. Vedete in chi soffre, Gesù sofferente, e quando con grande amore andate ad aiutare chi soffre, vedetemi al vostro fianco.

Io vi benedico ad uno ad uno e vi prometto d'ispirarvi giornalmente quelle opere che formavano la gloria del Padre, a cui le indirizzavo.

Un po' di silenzio ogni giorno, qualche sorriso in più ogni giorno, per dar gioia agli altri. Qualche lacrima asciugata, qualche preghiera disinteressata a sollievo di chi soffre, e un perdono dato ogni giorno a chiunque vi dovesse offendere, formino come un cesto di fiori o una valigia di buone opere che vi attirino le mie grazie e le mie benedizioni.

Arrivederci, figli, e la pace sia con voi e coi vostri cari oggi e sempre.

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