Siate perseveranti

 


20 marzo 1973.

Figli cari, sia pace ai vostri cuori! Sono la Madre della santa perseveranza e desidero darvi mano perché, rinvigoriti sempre più nella fede, possiate tener fisso il punto d'arrivo senza tergiversare mai, né a destra né a sinistra, ma abbiate a procedere alacremente sul vostro cammino, raccogliendo attorno a voi tutte quelle anime che, desiderose di bene, vogliono usufruire anche del vostro aiuto dato in nome della carità fraterna.

Viatori su questa terra, state compiendo il vostro pellegrinaggio attraverso il deserto del mondo, come gli Ebrei che, dopo la schiavitù d'Egitto, s'incamminarono verso la terra promessa. Non tutti furono fedeli a Dio durante questo lungo viaggio, come non tutti gli uomini sono fedeli alla sua legge; ma voi che ricevete continuamente doni particolari, dovete essere forti, dovete saper additare gli idoli ed infrangerli come fece Mosè, aiutando chi cade a rialzarsi.

La vita dell'uomo è come una corsa che si corre nello stadio. Occorre perseverare, dominare la fatica, sottoporsi alla mortificazione per rendere sempre più forte lo spirito e vincere. Chi pone mano all'aratro e poi si volta indietro, non può meritare il premio. Occorre perseverare nel bene, perché solo chi persevera cingerà la corona di gloria.

È vero, la vita presenta degli alti e bassi e molte volte, davanti a fatti imprevisti o a dolori improvvisi, la fede può essere scossa. Quando però la preghiera non manca, ritorna anche la luce per capire e la forza per sopportare.

Che ne sapete voi dei disegni di Dio? Alcuni, per lunghi anni, hanno fatto il bene, hanno agito onestamente portando anche altri a Dio; poi avviene come una stanchezza spirituale, la preghiera muore sulle labbra, i sacramenti vengono trascurati e pare che la fede sia morta in loro. Forse una buona parola al momento opportuno o un aiuto materiale dato disinteressatamente, potrebbe essere come l'ancora di salvezza, ma molte volte viene a mancare quella generosità nei buoni che permette, dimenticando se stessi, di pensare agli altri.

Quando avviene questo sbandamento o buio spirituale, non si rimane fermi come su acque morte, ma è come se l'anima, che si è allontanata da Dio, fosse su una china: è uno scendere continuo, è un precipitare di male in peggio.

Se sono mamme, il loro stato d'incredulità e di freddezza influisce sui figli, sul marito, sui parenti. Tutti diventano indifferenti al problema religioso, quando non diventano nemici aperti.

Se sono uomini che lasciano la via di Dio, diventeranno degli attivisti di teorie sovversive o cattive e saranno strumenti di ribellione e di disordine dovunque: nell'ufficio, sul lavoro, nelle associazioni.

Se sono consacrati che, nauseati della Manna celeste, si allontanano dall'altare, prenderanno addirittura le sembianze di Satana e si serviranno della stessa teologia per confondere le menti e per portare le anime al male.

Quando un momento di incertezza e di paura dovesse prendere le vostre menti, attaccatevi con una veemenza e con un amore sempre più grande ai nostri cuori.

La lotta non può mancare nella vita, poiché essa non è un divertimento ma un periodo di prova. Avete i mezzi per combattere. Non lasciatevi soggiogare, non avvilitevi, non scandalizzatevi per il comportamento degli altri. Siate perseveranti.

Gli apostoli avevano perseverato per tre anni, seguendo il Maestro nelle sue peregrinazioni. Vedevano moltiplicarsi i miracoli, vedevano il Maestro seguito dalle folle e si sentivano qualcuno anche loro. Gesù aveva dato anche ad essi il potere di operare miracoli, d'istruire, di battezzare. Si poteva dire che tutto andasse a gonfie vele, poiché se qualche volta cercavano Gesù per farlo morire, Egli scompariva ai loro occhi. Ma vedete che nel momento più cruciale, quando Gesù raccomanda proprio ai tre che lo avevano visto trasfigurato sul Tabor, di perseverare vegliando nella preghiera, proprio allora essi trascurano la preghiera e s'addormentano. Sopraggiunge la prova e tutti fuggono, anche lo stesso Pietro che poco prima aveva detto: "Io verrò con te anche se dovessi morire".

La preghiera è il mezzo per mantenere la fede, la fede è il mezzo per affrontare il sacrificio, e nella perseveranza tutto viene consolidato e premiato.

Vorrei che si formasse tra voi come una lega, per cui appena vi accorgete che qualcuno diserta le file, abbiate a preoccuparvene. La vita moderna ha messo tante comodità per poter comunicare. Non manchi mai il vostro interessamento per coloro che non vedete più qui con voi. Alcune persone si allontanano perché durante una malattia si sono viste abbandonate o nel bisogno non aiutate. Sappiate scovarle, sappiate chiamarle, anzitutto con la preghiera, poi con tutto ciò che il vostro cuore vi indica.

Siate uniti e perseverate, figli. Datevi una mano, aiutatevi ed invocatemi spesso come Madre della santa perseveranza. Senza costanza non si può far nulla di buono. Anche nel campo umano, il tener duro assicura la buona riuscita delle opere.

Che ne direste se chi sta fabbricando una casa o un ponte o un qualsiasi monumento o una qualsiasi opera d'arte, li volesse piantare a metà? Le opere incompiute sono opere di poco o di nessun valore. Perseverare nel proprio dovere e nel proprio ideale, tener presente i propri principi e guardare il fine della vita per poterlo raggiungere: ecco ciò che vuole da voi la vostra Mamma celeste.

Se tutti i battezzati e comunicati ritornassero sui propri passi, dopo aver perso la fede e dimenticato i comandamenti, il cristianesimo potrebbe vantare delle grandi conquiste.

Per quanti si sono allontanati per mancata buona volontà, poiché la grazia non è mancata a nessuno, voi pregate, pregate!

Vi benedico tutti, figli. Arrivederci sempre.

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