Liberaci dal male

 


14 Marzo 1976.

Figli miei, che io cresco, nutro e coltivo nella vita spirituale, siate benedetti!

Quale consolazione più grande può avere una mamma, di quella di vedersi circondata da figli docili che pendono dal suo labbro per imparare a vivere della sua vita? Io sono quella mamma, voi siete quei figli!

Io godo d'avervi qui e vi vedo già, come anime elette, aleggiare attorno al mio trono. Certo, figli, chi mi ama, mi ascolta e mi segue, non può pensare che di essermi vicino nella gloria infinita del cielo.

Quando una mamma ama molto i suoi bambini, voi dite che questa mamma li vorrebbe mettere sotto una campana di vetro, oppure dite che se li tiene sempre attaccati alla gonna. Ebbene, io faccio veramente così; ma, se non posso rinchiudervi nella campana di vetro, vi rinchiudo nel mio cuore e vi tengo sotto il mio manto, mentre tengo lontano da voi i veri mali e vi difendo dai pericoli.

Sapete perché vi ho detto questo? Perché vi voglio parlare dell'ultimo punto, dell'ultima richiesta del "Padre nostro", anche se voi, quasi inavvertitamente, avete lasciato passare i diversi commenti.

"Liberaci dal male", Gesù ci ha insegnato a chiedere al Padre. Io vi ho promesso di liberarvi dal vero male, poiché, in realtà, molte volte voi chiamate male ciò che non lo è affatto e ha solo un'apparenza di male. Gli uomini chiamano male la croce, la quale può essere così classificata: povertà, malattia, sofferenza morale, incomprensione, difficoltà di far capire i propri pensieri e sentimenti.

Tutti questi non sono mali reali e possono, con la grazia di Dio, divenire tesori preziosi che vi fanno crescere in santità. Ogni cosa va guardata alla luce della fede e può rispondere ad una beatitudine che il mio Gesù pronunciò nel suo discorso della Montagna. Forse che il mio Gesù non sapeva che l'essere poveri vuol dire molte volte essere disprezzati, dimenticati, mancare del necessario? Eppure Egli chiama i poveri beati, vale a dire che la povertà non è un vero male, anzi un bene.

La calunnia, la persecuzione, l'incomprensione fanno soffrire, non è vero? Forse potrebbero essere un male per chi le subisce, ma Gesù dice: "Beati voi quando vi malediranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno di voi ogni male per causa mia". È come dire che nemmeno queste cose sono un vero male. Anzi, si può dire che sono fonte di beatitudine.

Così la malattia. Prendiamo la cecità. Ricordate quando Gesù guarì un cieco dalla nascita? Ci fu chi domandò al mio Figlio: "Chi ha peccato, lui o i suoi genitori?". "Nessuno di loro", rispose Gesù. Fu solo perché il Padre fosse glorificato che egli ebbe la cecità. Vedete, figli, che nemmeno la malattia è un vero male.

Quali saranno, allora, le gravi cose da cui dovete chiedere al Padre di essere liberati? Due sole cose: il peccato e il demonio. In realtà, chi causò il peccato fu il demonio, per cui si può dire che di due mali se ne può fare uno. Ma prendiamo intanto il primo male ed esaminiamolo bene.

Che cos'è il peccato? È un'azione, un pensiero, un affetto, che spezza i legami amorosi che devono unire la creatura al suo Creatore, per cui viene a mancare la vita divina nell'anima ed ogni aiuto che l'unione con Dio procura. È veramente una grave disgrazia quella di cadere in peccato mortale.

Vi è parsa tanto grave la sciagura in cui trovarono la morte molti giovani. Eppure non per tutti fu una vera disgrazia. Molti di essi erano in grazia di Dio, ma per chi non lo era, quale male senza confronto!

Se tutto finisse con la morte, non sarebbe un gran male una morte subitanea, ma, se il peccato mette in uno stato d'inimicizia con Dio, non vi è cosa peggiore. Ecco che l'invocazione di essere liberati dal male diventa un'urgente necessità. Si può morire ad ogni momento e il peccato grave preclude le porte del cielo. È vero che la misericordia di Dio mette in moto tutta la sua potenza per salvare tutti, ma certamente è un tentare il Signore il non tener conto anche della sua giustizia.

L’altro vero male è quello che potete chiamare "maligno". È un lavoro capillare, assiduo, implacabile, quello che il demonio esercita sulle anime. Egli conosce di ciascuno i lati deboli e s'insinua con astuzia e con intelligenza. Nasconde il male e lo fa sembrare bene. Ne dimostra la necessità e i vantaggi, così da farlo diventare indispensabile. Quello che fece con Eva, fa con tutti, ed illude con le sue menzogne. Si trova molti satelliti fra gli uomini e li fa cadere ed agire, così da formare una vera organizzazione.

Quando un'anima cede, diventa debole. Il demonio nasconde la gravità del male finché lo deve propagare, poi indurisce le coscienze. Se qualcuno rimane confuso e si trova come disorientato, lo tenta di disperazione, così da rendergli impossibile il riavvicinarsi a Dio.

Quando una persona è presa dalle spire del demonio, diviene dapprima apatica e insensibile all'azione della grazia, poi i suoi pensieri sono come dominati da una forza superiore, per cui non ragiona più col suo cervello; la bocca pronuncia bestemmie e parole non volute, e il cuore non ha che desideri meschini e di lussuria.

Davanti a questo quadro, il vostro ricorso a Dio e a me diventa veramente una grande necessità. Io vi aiuto, vi consolo e vi stimolo ad agire in modo di mantenervi fedeli a Dio.

Figli, vi sono altri mali che derivano da questi due, peccato e demonio, ma di essi vi parlerò altre volte. Siate costanti nella recita del "Padre nostro" meditato, e sentitemi vicina. Arrivederci.

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