La superbia è un grave peccato

 


27 Marzo 1976 (a Legnano).

Figli a me tanto cari, sia pace a voi. Vedetemi con gli occhi della fede. Sono la Mamma vostra. Sono però anche la Regina del cielo e della terra, e ciò che nessun'altra mamma di questo mondo potrebbe fare per voi, io lo posso fare.

Sono onnipotente per la grazia che il mio Figlio, Figlio di Dio, mi ha ottenuto. Perciò vi prego: aumentate sempre più la vostra fiducia, e quando i vostri problemi non vi sembrano risolvibili, esponetemeli con semplicità ed umiltà. Abbiate fede e fiducia e, soprattutto, mettete a base della vostra preghiera l'umiltà.

Ricordate il brano evangelico. Due uomini salgono al tempio per pregare. Sembrano uguali le loro intenzioni. Sono invece così discordi, che uno viene condannato e l'altro giustificato, cioè perdonato. Uno aveva il cuore pieno d'orgoglio, l'altro si sentiva davanti a Dio come un povero peccatore e si batteva il petto invocando pietà.

È veramente così, figli! È sempre così. La superbia impedisce la conversione alle anime e attira lo sguardo severo di Dio, che disprezza i superbi e dona la sua grazia agli umili. È il male peggiore che possa colpire l'uomo, quello della superbia. Da questo peccato derivò la rovina degli angeli e la rovina dell'umanità. Ma anche ora, e finché durerà il mondo, il demonio tenterà gli uomini di superbia, perché solo così si potranno avere dei ribelli.

Quando un'anima vuol godere dei privilegi della bontà di Dio, quando essa vuole avere le mie tenerezze, non ha che da farsi piccola, da umiliarsi davanti a Dio e coi propri simili. Vale più un'umiliazione subita per amore, accettata ed offerta per amore, che molti anni di penitenza, in cui le anime abbiano a cercare e trovare l'appagamento della loro volontà.

Quando la superbia prende la mente di un individuo, specie dei giovani, avviene come un'ostinazione nei propri giudizi. La fede comincia a traballare, poiché le verità della fede sembrano troppo astruse. I misteri non possono essere accettati, perché di ogni cosa si vuole una spiegazione. L'idea di Dio diventa vaga e inaccettabile. La preghiera diventa insignificante ed una umiliazione.

Ciò che un umile accetta con gioia e con rispetto, diventa per chi è superbo oggetto di disprezzo.

Dalla superbia della mente si passa a quella del cuore, per cui si rifiuta ogni principio morale. Il rispetto ai genitori, come primi benefattori della vita umana, diventa un'assurdità e, mentre recano ad essi gravi dispiaceri senza curarsi dell'età e della salute, molti figli vivono egoisticamente cercando solo ciò che torna a loro gradito.

Così, nella superbia della mente, molti credono di poter condannare tutti, di poter esprimere le proprie idee non certo consone all'insegnamento di Dio e della Chiesa e agiscono con leggerezza, quando l'ozio e il vizio non si fanno strada, così da distruggere ogni sano principio, non solo divino ma anche umano.

Una donna superba crea scompiglio nella famiglia, perché non saprà considerare i desideri e la volontà del marito. Un marito superbo non otterrà dalla moglie e dai figli quell'affetto che dovrebbe ricevere. I figli superbi saranno la disperazione dei loro genitori, poiché non accetteranno né comandi né consigli.

Se nel "Padre nostro" voi recitate "liberaci dal male", non esito a ripetervi che il male più grave è la superbia, per mezzo del quale viene meno l'ordine che mette gli uomini come sudditi verso Dio e come fratelli coi propri simili, tutti sullo stesso piano per un bene comune. La superbia è perciò un grave peccato da cui derivano molti altri, e da cui tutti si dovrebbero guardare per non essere abbandonati da Dio.

Ma perché mai ho fatto questa lezione oggi a voi, che con tanto amore avete pregato? Perché, essendo la Quaresima un periodo di penitenza, il vostro cuore non può meglio predisporsi che umiliandosi.

Il comportamento del fariseo non è da imitare. Eppure voi notate che, quando egli davanti a Dio elencava le sue buone opere, l'elemosina e il digiuno, diceva la verità. Egli però non faceva che vantare le sue opere come indipendenti dall'aiuto di Dio, e per quel bene che aveva fatto, si poneva su un piedistallo e si confrontava col pubblicano per disprezzarlo. Non dovete imitarlo, per non essere presi da pensieri d'orgoglio nemmeno quando fate il bene.

Ricordate ciò che diceva san Paolo: "Tutto posso in Colui che mi dà forza". A Dio dunque, che dà ogni aiuto per poter fare ogni bene, rendete gloria e onore. Poi picchiatevi il petto e dite pure al Signore ciò che diceva il pubblicano: "Signore, abbi pietà di me!", poiché, se Lui che è l'Onnipotente, non dovesse tenere la sua mano sopra il vostro capo, chissà dove potreste finire. Siate umili, e l'umiltà sia l'ancella che, dopo avervi accompagnati in vita, vi dischiuda la porta del cielo.

Vi ha detto Gesù che chi crederà e sarà battezzato, sarà salvo. E io desidero aggiungere che soltanto chi è umile entrerà in paradiso, poiché, pur essendo il paradiso un grandissimo luogo, ha una porticina assai piccola, dove solo gli umili riescono a passare.

Figli miei, vi benedico tutti. Chiamate altri a questi incontri e, nelle vostre preghiere quotidiane, raccomandate tutti coloro che partecipano a questi raduni. Sentitevi come una bella famiglia spirituale, dove bisogna mettere in comune le grazie del Signore.

Portate la mia benedizione agli ammalati assenti, e sentano il beneficio della vostra preghiera le anime dei vostri cari che attendono refrigerio nel purgatorio.

Arrivederci, figli! Non venite qui per curiosità, ma perché la mia parola sia per voi come una scala per salire in alto fino alla perfezione.

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