Dacci oggi il pane quotidiano


 

10 Marzo 1976 (a Muggiò).

Figli miei, sia pace a voi. Ecco, sono qui con voi e desidero incoraggiarvi, darvi luce e forza, perché possiate evangelizzare coloro che vivono accanto a voi e negano le verità della fede, negano la bontà di Dio e chiudono gli occhi per non vedere le bruttezze del mondo.

Io desidero anche farvi apprezzare la virtù e fare in modo che il sacrificio non vi spaventi. Quando dovrete incontrare sofferenze anche più grandi di quelle che oggi avete, dovrete essere preparati e sapere come fronteggiarle e superarle.

Un giorno Gesù disse agli apostoli che, a coloro che avrebbero lasciato padre, madre, fratelli, casa e campi per amor suo, Egli avrebbe dato il centuplo in questa vita, assieme alla persecuzione, e poi la vita eterna. Gesù metteva la persecuzione assieme ai beni che Dio può dare alle anime che, amando molto, sono così generose da rinunciare a tutto per suo amore.

Non dovete perciò meravigliarvi se i buoni, quelli cioè che sono disposti a seguire il Maestro mettendo in pratica la sua legge, hanno a subire, da parte di coloro che non credono e non amano, delle vere persecuzioni. Anche nel dolore, però, troverete la gioia, che Dio non lascia mancare ai martiri di tutti i tempi. Voi dovete perseverare nella preghiera e nella bontà, e dovete agire sempre secondo coscienza perché la pace abbia a dimorare nei vostri cuori.

Permettetemi ora di continuare quella lezione che cominciai ieri. Devo ricordarvi una richiesta del "Padre nostro", quella meravigliosa preghiera insegnataci da Gesù stesso. Ieri avete visto come dovete chiedere che il nome di Dio sia santificato, che il suo regno venga e che la sua volontà sia fatta. Oggi passiamo a quella richiesta che sembra tanto umana, ma che assume anche un carattere spirituale.

"Dacci oggi il pane quotidiano". Il pane è un alimento indispensabile alla vita dell'uomo. È così importante il dono del pane, che Gesù chiamò se stesso "Pane vivo disceso dal cielo", e volle nascere nella grotta di Betlemme, che significa città del pane. Tutti reclamano il pane, che dev'essere frutto di lavoro e di giustizia. È doveroso infatti lavorare perché il salario assicuri il pane all'operaio, ed è doveroso, per i datori di lavoro, di dare paghe sufficienti e adeguate alle esigenze del vivere umano.

Il Signore però, che puniva gli ebrei che, raccogliendo la manna nel deserto, si preoccupavano di raccoglierne in quantità superiore al fabbisogno, condanna l'avidità e la sfiducia. Vuole che si creda nella sua provvidenza e che le preoccupazioni materiali non siano messe in prima linea nella vita dell'uomo.

Egli è Padre e, come dona la salute del corpo perché si possa lavorare, così darà a chi glieli chiede, i mezzi naturali per poter vivere. Egli vuole che si abbia fede in Lui, nella sua bontà infinita, e vuole che in prima linea siano messi i valori dello spirito. Occorre chiedere quei beni spirituali che servono a sostenere l'anima e che aiutano a lavorare per il trionfo del suo regno d'amore.

Ma osservate, figli. Mentre gli uomini sono come affamati di beni materiali, disdegnano il pane della divina Parola perché pensano di non averne necessità, e rifiutano il pane eucaristico che è Gesù stesso, che deve essere la vita e la forza dei credenti.

Ci sono malati negli ospedali a cui è negato il bene di poter nutrirsi di pane. Ma non vi pare che siano molto più malate certe anime, e sono moltissime, che assolutamente non vogliono cibarsi di Gesù? Quando un ammalato non mangia più, voi dite che è in fin di vita. Che sarà di quelle anime che non vogliono mangiare il corpo del Signore, che è pegno della vita eterna?

La grazia è Dio stesso che abita nell'anima. Se però un'anima non si nutre di Gesù nella santa Comunione, non potrà lungamente mantenere quella presenza divina. Diventerà come un ramo secco, staccato dall'albero, in cui non può circolare la linfa vitale. Voi mi direte che non è così per voi, poiché vi accostate al banchetto eucaristico spesso, anche tutti i giorni.

A questo punto, faccio come le buone mamme, che sanno far apprezzare ai loro bambini il dono del pane e li invitano a non sciuparlo e a raccoglierne persino le briciole. Io, come Mamma vostra, v'invito ad avere una grande riconoscenza verso il Signore, che vi dona con tanta abbondanza il pane eucaristico.

Fate che nessuna Comunione vada sciupata, e ogni volta che ricevete Gesù, abbiate a sentire tanta ammirazione per il dono meraviglioso che Egli vi fa, senza vostro merito. Fate che il vostro amore e la vostra riparazione valgano a far dimenticare al mio Figlio quello sciupio e quei sacrilegi che molti commettono e che feriscono il suo cuore.

Quando perciò nel "Padre nostro" direte l'invocazione "Dacci oggi il pane quotidiano", chiedete un amore sempre più profondo per il pane eucaristico, che non manchi mai a voi come nutrimento, che sia il centro della vostra giornata, l'aspirazione della vostra vita e il sole che la illumina. Chiedete pure, poi, tutto ciò che vi è necessario e chiedete con Gesù nel cuore, sicuri che sarà Lui stesso, provvidenza infinita, a provvedere a tutto.

Figli, vi benedico. Fate tesoro delle mie parole. Custoditele nel vostro cuore, perché a tempo e luogo possiate svelarle a chi ha bisogno di essere illuminato.

Arrivederci, figli! Sappiate che, accanto ad ogni tabernacolo, io sto come vigile sentinella e vi attendo per donarvi il mio Gesù, fratello, amico, sposo delle anime vostre.

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