Signore, se tu vuoi mi puoi guarire

 


11 febbraio 1973.

Figli diletti, sono l'Immacolata. Sono qui come a Lourdes per invitare tutti gli uomini alla preghiera e alla penitenza e per dirvi ancora una volta: Figli, io vengo dal cielo e anche voi siete destinati a raggiungere il cielo, dove in un mare di luce, di gloria e di felicità, vedrete con me il Signore, che vi ama infinitamente.

Sono qui oggi per rinnovarvi le mie promesse d'aiuto e di protezione ed anche per mostrarvi quanto sia necessario curare quelle piaghe che fanno soffrire l'umanità e, in essa, il mio Figlio divin Redentore e il mio cuore di Mamma e di Corredentrice.

Avete sentito leggere nel Vangelo di quel lebbroso che, avvicinatosi a Gesù, chiese con gran fede la guarigione con quelle parole: "Signore, se tu vuoi, mi puoi guarire".

Nel mondo, gran parte degli uomini sono coperti dall'orribile lebbra del peccato. Se riconoscessero la loro malattia e si rivolgessero a Colui che solo li può perdonare, si risanerebbero prontamente. Ma molti di essi non vogliono riconoscersi malati, e perciò non si sottopongono alle cure.

Ecco perché a Lourdes, in molti santuari ed anche qui, avete ricevuto il dono dell'acqua benedetta. L'acqua disseta e purifica. Gli uomini, assetati di Dio, accolgano quest'acqua benefica e prodigiosa, destinata a rinnovare nello spirito il pensiero di Dio e con esso la fede, che risveglia nei cuori il dolore dei peccati e il desiderio di una guarigione spirituale profonda.

Le guarigioni fisiche hanno la loro importanza. Avete sentito come si comportò quel lebbroso: nonostante che il mio Figlio avesse imposto di fare silenzio e di non dire nulla della guarigione, quegli subito si mise a raccontare quello che gli era capitato, cosicché da ogni parte giungevano presso Gesù persone malate e bisognose.

L'apostolato e lo zelo possono essere la conseguenza di un fatto prodigioso. Ma quanto è più utile e meritorio quel bene che una persona fa, pur nella sofferenza! Allora essa parla con l'esempio e la sua predica vale un vero tesoro.

Voi siete soliti dire che chi non prova non crede. È infatti molto giovevole l'esperienza e quando per certe difficoltà ci siete passati anche voi, con più persuasione riuscite a far applicare i rimedi agli altri.

Ecco, figli, perché dovete sempre ringraziare il Signore, anche se permette mali fisici o cadute morali e spirituali. La vostra esperienza sarà di giovamento, dopo che a voi, a coloro che vi stanno vicini ed anche ai lontani, poiché tutto ciò che avviene nel mondo si comunica con la velocità del vento. .

Ora siete qui: ci sono malati nell'anima e nel corpo. Non vi occorre una profonda diagnosi per scoprire i vostri difetti e per conoscere i vostri peccati. È necessario solo che vi umiliate e che diciate al Medico celeste: "Signore, se tu vuoi, mi puoi guarire". Poi venite col pensiero con me nei molti lebbrosari e ospedali del mondo. Venite a vedere quante malattie incurabili vi sono. E la stessa invocazione che dite per voi, fatela anche per tutti gli altri.

Voglio oggi donarvi i miei occhi per vedere. Vedere con gli occhi di Maria significa anche non fare confronti, vuol dire biasimare il male, ma avere sentimenti di pietà e compassione per chi sbaglia.

Quanto vorrei che guardaste con i miei occhi! Credete forse che notereste tante differenze? Oh no, vi vedreste tutti sullo stesso piano, e con tanta facilità pensereste che se oggi è caduto il vostro simile, domani potreste cadere voi. Non misurereste nemmeno il male che fanno gli altri o il bene che non fanno, perché sapreste considerare il cumulo di grazie di cui siete stati arricchiti, a differenza di altri che non ne godettero.

Ma vi voglio fare altri doni. Sì, il mio cuore vi dono, perché sappiate amare. Sento qualcuno che mi chiede: "Dobbiamo amare proprio tutti? Anche coloro che ci odiano o che ci fanno del male?". Sì, figli miei, poiché voi dovete amare come vi ha amati Gesù, che non ha guardato i vostri meriti. Anzi, vi posso dire proprio con affetto di Mamma, che vi ha amati proprio perché cattivelli, perché molte volte ingrati e perché miseri. Volete sapere una verità? Eccola: è stato l'abisso della miseria che ha attirato l'abisso della misericordia.

Così, su questo modello dovete basarvi e perdonare; non solo, ma amare ricambiando il male con il bene. Amate, figli, in profondità. Amate l'anima, e siate disposti a dare la vita per salvare l'anima dei vostri fratelli. La misura del vostro amore sia quella di amare senza misura.

Poi vi voglio far dono delle mie mani. Desidero che le vostre azioni siano quelle opere veramente buone che dovrete presentare al trono di Dio.

O mani benedette dei miei figli prediletti, che devono levarsi in continuazione per benedire, per assolvere, per aiutare! Mani consacrate che potete sostenere il Figlio di Dio fatto uomo, per mostrarlo al popolo di Dio e per donarlo come cibo agli affamati dello spirito. Quanto assomigliano le vostre mani a quelle degli apostoli che operarono la distribuzione di quei sette pani e pochi pesciolini.

O mani benedette delle mamme che lavorano, accarezzano e dispensano ogni cosa a tempo e luogo e sanno stringere fra le dita quella corona benedetta che ha un nome di rose profumate. Mani benedette di bambini, incrociate con quelle della mamma nella comune preghiera. Mani delicate e fini delle infermiere che toccano le ferite, le leniscono e fanno del loro lavoro un'opera preziosa di misericordia. Mani, dono prezioso di Dio, che vi muovete per soccorrere chi è nel bisogno! Sì, scambiatele con le mie le vostre mani e le vostre azioni siano purificate e santificate.

Figli, vi benedico. A chi ha desiderio di migliorare spiritualmente, una benedizione particolare ed un augurio. Ed ora, prima di lasciare questa casa, dove con tanto amore mi avete onorata, vi ripeto il mio messaggio amoroso: Non vi dico solo che vengo con voi, ma di portarmi con voi. Io vi dono i miei occhi, il mio cuore e le mie mani. Portatemi dovunque. Le mie grazie più belle vi saranno riservate.

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