Occorre favorire il bene

 


28 Febbraio 1976 (a Legnano).

Figli miei, sia pace a voi e alle vostre famiglie ora e sempre. Ecco, sono qui come per un appuntamento e, mentre gioisco della vostra presenza, godo di questa preghiera completa e ben fatta. Voi unite infatti la preghiera liturgica, che è la preghiera della Chiesa, a quella comunitaria; unite la preghiera mentale a quella vocale nella recita del rosario. Io vi benedico per ciò che fate nel nome del Signore e vi prometto che vi saranno concesse grazie particolari.

Anche questa parrocchia che mi dà ospitalità, sarà da me particolarmente protetta. Molte volte sacerdoti e laici si lasciano vincere dal rispetto umano, per cui preferiscono, anche davanti all'evidenza dei fatti, rinunciare ai benefici spirituali che ne derivano, piuttosto che superare sé stessi e incontrare la critica di chi non crede. Qui mi sono state aperte le porte, ed io aprirò le porte dei cuori più induriti e porterò calore e luce.

Ci sono anche molti che si lasciano prendere dal timore di Dio. Non è certamente quel giusto timore che mette in guardia per non peccare, ma è il timore che, aprendo la porta al Signore, abbia a pretendere una vita spirituale più equilibrata, più vera e più santa. Vi furono dei santi che dissero: "Temo il Signore che passa". Ma molti cristiani potrebbero dire: "Temo che il Signore si fermi".

Eppure Gesù ha ammonito tutti, durante la sua vita, di questa verità: "Se non accoglierete il regno di Dio come questi fanciulli, non entrerete nel regno dei cieli". Occorre perciò avere una grande semplicità e saper favorire, accogliere ed aiutare tutto ciò che è buono, perché si accresca la fede nel popolo di Dio, perché non venga meno la speranza che la sostiene e perché, a mezzo dell'una e dell'altra, si accresca quella carità che è Dio stesso, principio e fine di ogni cosa buona e centro della Legge.

Occorre favorire il bene, poiché il giudizio di Dio sarà molto severo per coloro che non avranno aiutato la diffusione del bene, o l'avranno impedito per una falsa prudenza o per superbia, o perché non si sentivano in grado di seguire e di giudicare ogni cosa, vagliandola alla luce dello Spirito Santo.

Oh, quanto sarebbero più benedette le parrocchie se non vi fossero tante meschinità, tanto orgoglio e tante invidie tra coloro che le compongono! Quanto più sante ed unite sarebbero le famiglie se, da parte dei membri, ci fosse quella delicata comprensione e quella bontà nel concedere di poter fare tutto quel bene che alcuni vorrebbero fare. Quanto delizioso sarebbe il loro stare insieme, se essi cercassero di capire i desideri ed i pensieri di coloro che l'età non ha smosso da quelle che erano le abitudini buone acquisite fin da bambini.

L'armonia, la pace, la fratellanza, quel vivere e lasciar vivere tanto importante, non esiste più e ognuno s'impone con prepotenza e con dispetto, facendo di ogni anche piccola cosa, occasione di litigi e di malcontento. Oh! sì, ben venga la vostra preghiera e serva ad unire i cuori e a creare coscienze rette. Quando vi riunite qui, molte anime sofferenti avvalorano la vostra preghiera.

Le due strade che portano al cielo sono l'innocenza e la penitenza. E sono anche le doti che fanno preziosa la vostra preghiera. L'innocenza, che purtroppo tanto facilmente si può perdere, non è irrecuperabile. Se il dolore dei peccati è unito alla confessione ed è veramente grande per il dispiacere di aver offeso Dio, Egli nella sua infinita bontà può ridarvi quell'innocenza battesimale che avete perduto.

È per questo motivo che il mettervi in grazia di Dio ha molta importanza, quando venite a questi incontri. E l'innocenza che vi apre le porte del cielo, nel senso che Dio non può non ascoltare le vostre invocazioni e non può rimanere sordo ai vostri richiami. Quanto più la grazia di Dio è in grado eminente in un'anima, e tanto più Dio è tenuto ad esaudirla, poiché è Lui stesso che prega in lei.

Ma la penitenza è grandemente efficace nella vostra riunione di preghiera. Il dolore dei peccati ha efficacia, ma, se si aggiunge alla preghiera il dolore fisico, morale e qualche volta anche spirituale, allora s'identifica con voi il santo Sacrificio, per cui giustamente potete dire: La tua Messa, o Gesù, è la mia messa.

Capirete un giorno il valore della sofferenza e vi assicuro che, se in paradiso si potessero avere rimpianti, si rimpiangerebbe di non aver sofferto abbastanza.

Di questa vostra preghiera, che va diventando sempre più gradita a me, fate dono alla Chiesa e all'umanità.

È un momento grave che solo Dio può, intervenendo col suo aiuto, rendere meno tragico.

Permettete che vi esponga ancora un piccolo desiderio. Vi ho parlato dell'innocenza, ma chi più dei bambini può vantare di possederla? Figli, il loro cuore, la loro anima, toccano il cuore di Dio, per cui la loro presenza è già un mezzo per chiedere pietà e per ottenerla. Vi chiedo di poter vedere ai miei piedi tanti bambini. Raccoglieteli anche nelle vostre case, fate dei piccoli cenacoli. Saranno da me benedetti. Farete recitare loro un piccolo rosario con cinque "Ave", ma sarà ugualmente utile, perché questa bella devozione non cada in disuso.

Vi ringrazio fin d'ora e, mentre vi segno col segno della croce per dirvi che siete miei e che vi salverò, vi dico tutto il mio affetto.

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