Intendo parlarvi dell'ira

 


17 Febbraio 1976.

Figli diletti, sia pace a voi e grazia ed ogni bene. Sono in mezzo a voi. Sono la Madre di Dio e Mamma vostra. Sono tanto desiderosa del vostro bene spirituale, desiderosa di darvi aiuto in tutto.

Vi vedo sofferenti nel corpo e nell'anima. Vorrei vedervi efficienti e floridi, pieni di forza e di vigoria come degli atleti destinati a vincere la gara della vita. A quanti sacrifici si sottopongono coloro che vogliono vincere negli stadi o sulla strada! Voi siete invitati ad imitarli.

Che cosa rende vittoriosi i giovani, gli atleti? Anzitutto è la padronanza del proprio corpo, che essi riescono con una volontà decisa a sottoporre alle più dure prove. Deve esserci un'esercitazione continua in quei giochi o corse in cui vogliono emergere. Devono saper togliere tutto ciò che danneggia il corpo. Così questi atleti saranno temperanti nel cibo, rinunceranno al fumo e s'imporranno poco riposo e molta fatica.

Voi siete chiamati a correre nello stadio della vita e dovete raggiungere la palma della vittoria. Ebbene, il dominio sul vostro corpo deve essere quanto mai esercitato, poiché il corpo deve essere sottomesso all'anima.

Io vi parlai di alcuni difetti, che sono chiamati capitali perché danno origine ad altri difetti. Non posso oggi non parlarvi di un difetto che non è possibile vincere se non con la padronanza di sé. Intendo parlarvi dell'ira, che causa nel mondo e nelle famiglie tanti disastri, tra cui l'omicidio. Dall'ira proviene la cattiva riuscita d'ogni opera, poiché viene a mancare quella pazienza che è indispensabile per compiere bene ogni lavoro.

L'ira porta uno squilibrio nella persona, per cui si dice ciò che non si dovrebbe dire, si parla a sproposito. Si agita per l'ira la mente degli uomini, che fanno confusione e più non ragionano. Si agita tutta la persona con questo grave difetto, per cui si possono correre i più gravi pericoli.

Quante disgrazie sarebbero evitate, se la calma possedesse i nervi dei miei figli! Quante bestemmie evitate, se si fosse padroni della propria lingua! Quanti disordini evitati, se si facesse entrare la discussione, il dialogo e il ragionamento nelle diverse divergenze della vita, invece che trascendere!

Si può e si deve essere padroni di sé, ma come per gli atleti occorre provare e riprovare, così per acquistare la virtù contraria all'ira, che è dolcezza, è pace e carità, occorre non spaventarsi delle cadute e ritornare su sé stessi per rettificare e modificare il proprio comportamento. L'ira è contraria alla carità e porta disordine nelle famiglie, nelle comunità e dovunque.

Mi potrete dire che difficilmente voi vi adirate. Ed io vi dico che non dovete nemmeno alzare la voce coi vostri simili, perché già il tono di voce elevato indispone al ragionamento. Se si vuol seminare in un giardino o in un campo della buona semente che produca regolarmente fiori o cereali, si deve, con mano sicura e con gesto del braccio quasi monotono, lasciar cadere poco per volta la semente.

Così dovete fare anche voi. Le parole che dite sono la semente che gettate. Se ci mettete una forza non necessaria, se lasciate uscire troppe parole dalla vostra bocca, rovinate la semina e non raccoglierete nulla. Così è della pioggerellina che innaffia le vostre pianticelle: essa penetra nel terreno, e porta beneficio e fa fruttare. Se invece della pioggia fine venisse un acquazzone, povero raccolto! Come andrebbe a finire?

Figli, il mondo è pieno di elettricità: i giovani perché pieni di vita, gli anziani perché vantano l'esperienza, i figli perché vantano dei diritti e i padri perché sanno di avere questi diritti; gli operai perché vogliono arrivare a certe mete, a certe posizioni, e i datori di lavoro perché sentono che non c'è ubbidienza e collaborazione.

C'è un'insoddisfazione generale, una tale elettrizzazione che basta una scintilla a far scoppiare un incendio. Eppure è necessario che l'ira sia bandita dai cuori. Occorre la pazienza, la bontà, la comprensione vicendevole, la carità.

Oh! figli, chi vi darà la grazia e la forza per far capire a tutti che si stanno rovinando? Si perde la pace e la gioia, entra il demonio e si perde la fede, e la disperazione entra dovunque.

Pregate, figli, e cominciate voi. Parlate serenamente coi vostri figli, con gli amici, coi nemici, coi parenti, con coloro che vi fanno del bene e con chi vi fa soffrire. Parlate di perdono, parlate dell'anima, della brevità della vita e del dovere di renderla più accettabile a tutti. Io vi accompagno giorno per giorno.

Capisco che non sempre avete i nervi a posto e che molte volte vorreste essere ciò che non riuscite ad essere. Ma se dopo ogni errore saprete tornare su voi stessi, saprete capire anche gli altri, che certamente sono fatti come voi ed hanno gli stessi diritti vostri.

Io vi benedico e vi aiuto. Vi dico, con tanto materno affetto: non siate facili all'ira, come non è facile alla vendetta e all'ira il Padre vostro che sta nei cieli. Egli, che perdona e fa sorgere il sole sui buoni e sui cattivi, vi sproni a quell'uguaglianza di carattere e a quella meravigliosa carità che vi faccia sorridere anche quando ricevete da parte del prossimo offese e incomprensioni.

Arrivederci, figli. Siate buoni.

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