Continuamente chiamo e addito il cielo

 


10 Febbraio 1976.

Figli diletti, eccovi qui vicino a me. Volete esprimermi la vostra gioia nel ricordare un avvenimento che ebbe risonanza in tutta la Chiesa, ed io gioisco con voi.

L'apparizione a Lourdes voleva infatti confermare il dogma della mia Immacolata Concezione e voleva richiamare tutti i miei figli a vivere santamente mediante la penitenza e la preghiera. Figli, un lembo di paradiso si è dischiuso su quella terra benedetta, e il Signore ha indicato la sua volontà a mezzo mio. "Qui si farà una chiesa. Qui deve venire molta gente a pregare. Qui venite in processione. Portate gli ammalati. Vengano i sacerdoti".

Questa era la volontà di Dio, e nel corso degli anni tutto si è andato facendo. In quel santuario, in quella piscina, con la preghiera e la sofferenza, io vado compiendo miracoli su miracoli perché appaia la gloria di Dio.

Ma il mondo non crede nemmeno ai miracoli, rinnega la fede e non cerca di raggiungere il paradiso, da cui io venni e a cui invito tutti i miei figli. Si preferisce avere il paradiso di qui, un paradiso fatto d'illusioni, di piaceri e d'inganni, che lascia amaro in bocca e non rende felici.

Io continuamente chiamo e addito il cielo. La mia Lourdes è anche qui, dove i peccatori ritrovano la via del bene e si convertono, e dove dono anche la salute del corpo, quando serve alla conquista del regno.

Io vi parlo ancora e vi parlo a lungo, vi apro il mio cuore, vi esprimo i miei desideri e vi correggo dei vostri difetti. Oh, doni meravigliosi di Dio! Ma che varrebbe tutto questo se la vostra vita non fosse tutta tesa alla conquista della santità e del paradiso? Sarebbe una responsabilità di più per voi e un dolore per me.

Quante persone vanno a Lourdes e rimangono tali e quali coi loro peccati, coi loro vizi, coi loro malanni! Quante persone vengono qui ma solo per curiosità, o solo per ricevere dei doni materiali, o solo nella ricerca dello straordinario che possa appagare i loro sentimenti e il loro amor proprio!

No, figli! Venite qui per pregare, per ascoltare, per imparare a dirigere la vostra vita sulla falsariga che io stessa vi indico. Se cercate lo straordinario per sé stesso, dapprima vi meravigliate, poi ci fate l'abitudine e tutto diventa un suono di parole che non trasforma.

Qui potete venire a chiedere salute e grazie, ma non dimenticate di mettere in prima linea la salute dell'anima. Che varrebbe che campaste sani e floridi anche cento anni, se alla fine non aveste realizzato la volontà di Dio, che vuole invitarvi al suo banchetto eterno?

Figli, il paradiso terrestre, per voi, deve consistere nell'esercizio di quei doveri che fanno parte della volontà di Dio. Chi è madre, deve sapere quali sono le sue responsabilità. Esse portano con sé rinunce e sacrifici, ma chi li sa compiere per amore trova la gioia, anche se i risultati umani non sono soddisfacenti. Dopo aver seminato nel dolore e nell'amore, si raccoglie nella gioia.

La vita è una prova. Così un sacerdote, una religiosa, un consacrato, avrà la sua prova di dolore, di contraddizione, di difficoltà e di tentazione; ma la fedeltà al proprio dovere e alla regola, nell'ubbidienza ai superiori, è il mezzo per conquistare il regno. Ogni anima deve, attraverso la prova, raggiungere una maturità e, se la prova è accettata per amore, dal paradiso terrestre si passa a quello celeste, in cui il dolore più non esiste e lo stato di beatitudine non cesserà mai.

È bello guardare il cielo e desiderare che si schiarisca l'orizzonte dopo una bufera; ma quanto è più bello pensare alla patria, quando nella terra d'esilio non si ha modo di vedere e di conoscere il proprio Padre!

Ebbene, quell'idea vaga che voi avete di Dio, mentre vivete sulla terra, non vi attrae e molte volte preferite ignorare la sua esistenza perché vi pare di avere maggior libertà. No, figli, non è così. La carne è come la gabbia che tiene prigioniera l'anima. Quando la morte separerà l'anima dal corpo, essa sarà come un uccello a cui viene aperto lo sportello della gabbia in cui è rinchiuso. Essa tenderà a Dio come l'uccello all'immensità del cielo, e si sentirà attratta da Lui, in cui avrà ogni bene.

Figli, desiderate quella vita che vi aspetta come il navigante desidera il porto. Non attardatevi dietro le miserie d'ogni giorno. Se la croce la rendete più pesante col vostro malumore, con l'inquietudine e con la ribellione, non vi serve da trampolino per lanciarvi nell'oceano sconfinato dell'amore di Dio.

Non attardatevi, non ostinatevi, non ingrandite le cose dolorose che vi colpiscono. Prendetele con serenità ad una ad una, giorno per giorno. Il paradiso è dei forti e voi dovete essere tali. Sappiate che nessuna cosa vale sulla terra se non diventa un mezzo di conquista. Agite per amore, chiedete l'amore, perché possiate giorno per giorno tesservi quell'abito nuziale indispensabile per poter partecipare al banchetto del Re.

Io, come a Lourdes, sono presente e, mentre vi chiedo preghiere e sacrifici, vi prometto di farvi felici non su questa terra, ma nel cielo. La contraddizione e la malattia colpirono Bernardetta nella sua vita ed ora gode coi santi in cielo. Fate dei vostri dolori un mezzo di redenzione: le anime si salvano così.

Vi benedico, figli, e vi abbraccio.

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