Vi voglio parlare dell'invidia

 


27 Gennaio 1976.

Figli diletti, tanto cari al mio cuore di Madre, siate sempre i benvenuti in questo luogo e vi siano aumentate le virtù teologali: la fede, la speranza e la carità.

Io amo di trattenermi con voi in amabile colloquio. Mi piace sentire i vostri commenti sulle mie diverse effigi, che desiderate belle. È pur vero che la Mamma è sempre bella per voi. Poiché andate oltre le immagini e mi vedete viva con gli occhi della fede, e sentite attraverso il mio strumento la mia voce, la statua ha ben poca importanza. È una fotografia, è un'immaginazione dell'artista, che deve servire da richiamo alla preghiera e far rivolgere al cielo pensieri ed affetti.

Benedico perciò questa immagine e benedico, per mezzo suo, l'ambiente dove sarà posta e le persone che si soffermeranno davanti ad essa per salutarmi e rivolgermi una preghiera.

Vi ho detto nell'ultimo mio incontro di chiedermi sempre di essere buoni. La bontà infatti racchiude molte virtù, per cui si può dire che solo Dio è veramente buono.

Oggi però io voglio parlarvi di un difetto che tanto danneggia le anime e l'umanità. Sembra un difetto trascurabile, mentre affonda le sue radici nella superbia ed ha, come frutti velenosi, l'odio e la cattiveria.

Vi voglio parlare dell'invidia, così comune anche in mezzo ai cristiani e che tanto dispiace a Dio. Il mondo è pieno di invidiosi che, facendo lega col demonio che fu il primo invidioso, seminano come ondate malefiche, danneggiando molte persone nell'anima e nel corpo. L'invidioso è come roso da terribili serpi, che gli fanno perdere la gioia, la pace e la serenità.

Dio è offeso dal peccato dell'invidia, perché esso, anche se tacitamente, è una critica al suo comportamento. Dio infatti distribuisce i suoi doni secondo la sua volontà, fatta di giustizia, d'amore e di misericordia. Dona, però, a certi più, a certi meno, sia nel campo spirituale che materiale, perché gli uomini, esercitando la carità, possano dar gloria a Lui ed essersi vicendevolmente d'aiuto, meritando così per la vita eterna.

Gli invidiosi non sopportano differenze e vorrebbero egoisticamente tutto per sé. Il loro giudizio diventa una critica e molte volte un augurio cattivo e satanico. Voi direte: Come Dio può lasciar passare inosservato questo difetto che può generare male negli altri, poiché l'augurio si può tradurre in realtà?

Figli, se il Signore dovesse castigare veramente ogni peccatore, ben poche persone resterebbero sulla terra. Dio pazienta e aspetta la conversione in nome della sua misericordia e nel rispetto della libertà. Dà però ai suoi figli i mezzi per difendersi dagli invidiosi e si mette dalla parte di chi è danneggiato.

Occorre anzitutto pregare e non ricambiare male per male. Se dovessi dirvi per chi dovete anzitutto pregare, vi direi: se volete mettere una barriera tra chi v'invidia e voi, mettete costoro in prima linea e mandate loro tante benedizioni e atti d'amore quante sono le cattiverie che ricevete. Non dovete nemmeno spaventarvi dei danni che ricevete, poiché, se vi danneggiano il corpo, voi potete offrire al Padre i vostri mali così da renderli preziosi.

Vi ho detto che l'invidia è come una serpe che rode, e voi stessi dovete guardarvene perché, anche se è piccola, potrebbe ingigantire. Quando perciò vi viene spontaneo fare confronti fra voi ed altri, fate subito un atto buono verso gli altri, o dite anche solo mentalmente un'invocazione, perché nessuno venga danneggiato dai vostri sentimenti cattivi.

È grande gioia per una mamma quando i propri figli, amandosi a vicenda, si aiutano, e chi ha di più dona a chi non ha, chi sa di più insegna a chi non sa. È la legge dell'equilibrio, che deve reggere il mondo.

Anche in ordine ai doni di grazia che ricevete, dovete sempre godere di ciò che gli altri ricevono, come se fosse cosa vostra. "Ridi con chi ride, piangi con chi piange", vi ha detto un santo, ed io vi confermo che dovete fare proprio così.

Vedete le guerre che si scatenano nel mondo? Si trovano tante cause, ma il più delle volte sono generate dall'invidia. Osservate quante famiglie sono in discordia fra di loro. Non si accontentano mai di ciò che posseggono. Se devono dividere un'eredità, sono litigi. Se uno costruisce, c'è chi soffre nel proprio cuore. Non vi parlo dei giovani che si guardano a vicenda e si vogliono superare, non già nel bene, ma nel possesso di cose, in tutte quelle futilità che con la morte cadono. Se poi l'invidia entra nel cuore di un cristiano, quante Confessioni e Comunioni malfatte!

Io dunque oggi vi ho messo in guardia di un difetto tanto pericoloso e, in nome di quella bontà che dovete praticare, v'invito a guardarvene sempre e a pregare per quelle persone che forse avete invidiato una volta nella vostra vita. Sappiate godere dei successi altrui come fossero vostri e vivete in buon'armonia con tutti. Quando sarete con me in paradiso, ricorderete ogni atto di bontà e sarà un motivo di grande gioia per voi e per tutti i santi.

Figli, vi abbraccio benedicendovi, e quell'effluvio di grazie che porto con me, desidero spandere nei vostri cuori. Se vi è lecito invidiare qualcuno, è chi vive santamente ed è più buono di voi. Ma deve essere una santa invidia che vi faccia progredire nel bene. Arrivederci, figli.

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