Vi addito san Giovanni Bosco

 


31 Gennaio 1976 (a Legnano).

Figli diletti e a me tanto cari, sia pace a voi e grazia ed ogni bene. Quanto godo di stare in vostra compagnia! La vostra fede e la vostra semplicità mi attirano verso di voi, così da desiderare di fare con voi una perfetta unità.

Com'è bello, figli, il paradiso! E sapete perché? Perché, oltre a vedere Dio e a godere in Lui d'ogni bene, si gode di una perfetta unità fra tutti coloro che l'abitano. L'armonia, la pace e l'idioma di ciascuno ha uniformità con l'idioma di Dio, con l'amore che emana dal suo cuore, e con la pace che ne è il frutto.

Così dovrebbe essere la Chiesa di Dio, quella Chiesa che porta il nome di cristiana cattolica perché basata su Cristo, e destinata ad unire in sé tutte le creature che accettano di credere ed amare. Purtroppo scissioni, eresie e odi, generano gravi fratture e ferite, che solo Dio può risanare. È il principe di questo mondo che lavora per dividere e per togliere quell'armonia che dovrebbe rispecchiare quella del paradiso.

Ma è anche l'avverarsi continuo di quella profezia che il santo vecchio Simeone mi fece, quando portai al tempio il mio Figlio: "Egli sarà posto come segno di contraddizione; sarà a salvezza e a perdizione di molti". E come il mio Gesù da duemila anni è amato e odiato, e per mezzo della fede in Lui molti si salvano, e per la loro incredulità molti si perdono, così i suoi seguaci diventano segni di contraddizione.

Ogni mio figlio, che viene inserito mediante il Battesimo nell'albero della vita, può essere per gli altri mezzo di salvezza o di perdizione.

La vita spirituale che ciascuno riceve è un dono gratuito da custodire, accrescere e comunicare. Anche la vita morale, con i suoi attributi d'intelligenza e di volontà, è un dono a cui bisogna collaborare e che bisogna difendere, come è da difendere la vita fisica, che è il mezzo per compiere quelle opere mediante le quali si deve manifestare amore a Dio ed al prossimo.

Gli attentati si ripetono, e il demonio coi suoi collaboratori tentano di danneggiare e di distruggere nell'uomo il triplice dono: spirituale, morale e fisico. Da questa lotta nasce la contraddizione personale, da essa la divisione nelle famiglie, nella Chiesa e nella società. Che cosa dovrete fare e come vi dovrete difendere?

Perdonatemi, figli, se ricorro ad un modello che rifulge nel cielo per grande santità. Vi addito don Giovanni Bosco, che oggi la Chiesa celebra e che in cielo gode di particolari privilegi. Come lui, dovete tenere presente il valore dell'anima, che supera di gran lunga tutto ciò che di bello, di grande, di prezioso, esiste nel mondo.

Don Bosco apprezzò non solo la sua anima, ma anche le altre, tutte le anime, così da essere pronto a perdere tutto pur di guadagnarle. Egli sapeva che le anime sono le pietre vive che compongono la Chiesa, e i due amori si confondevano in lui. Come amava la Chiesa, amava ciascun'anima che gliela rappresentava.

Il suo amore lo rendeva eroe e la ricerca della gioventù, scovata dovunque, lo faceva indomabile. Amava i fanciulli e, come loro, si faceva piccolo, perché il regno di Dio che è la Chiesa, abbisogna di anime umili e perché il regno dei cieli è la conquista dei piccoli, dei fanciulli.

Don Bosco, figli, sapeva - ed io gli avevo svelato in quelle visioni che egli chiamava sogni - quali erano i pericoli da cui la gioventù è circondata. È per questo che additava ai giovani i rimedi perché potessero difendersi. L’Eucaristia, figli, è e sarà sempre la forza, lo scudo che rende imbattibili contro il demonio e i suoi satelliti. Una Comunione ben fatta, che porta nei cuori il Signore, è ciò che preserva da tanti pericoli.

Sapete qual è la cosa che tralascia un figlio non appena minaccia d'essere travolto dalla bufera del mondo? La Comunione, oppure si fa una Comunione sacrilega, che introduce nell'anima lo spirito del male. Se i miei figli capissero il pregio dell'Eucaristia, non metterebbero in dubbio le verità della fede e non avrebbero difficoltà a conservare quella vita spirituale così preziosa.

Ma segno di contraddizione fu, anche per don Bosco, il segno del vero cristianesimo e della vera santità. Questo deve rifulgere in ciascuno di voi e, se volete veramente imitarlo e darmi consolazione, amatemi come mi ha amato lui, con una tenerezza filiale che mi costrinse ad essere per lui una Mamma non solo assidua, ma prodigiosa. Ciò che mi chiedeva era mio dovere concedergli, ed anche ora in paradiso le sue richieste hanno un potere di comando.

Sì, servitemi nella Chiesa come lui, portatemi con Gesù Eucaristia nel vostro cuore, e onoratemi con quella devozione vera che non si limita a domandare grazie quando ne avete bisogno, ma ad imitare le mie virtù.

Il vostro gruppo è composto da giovani ed anziani, ma voi dovete essere sempre giovani nello spirito come lo fu san Giovanni Bosco fino a tarda età, e i problemi dei giovani vi devono preoccupare. Non arriverete a farvi capire da tutti, ma nel limite delle vostre possibilità raggiungerete tutti. Diventerete anche voi segni di contraddizione, ma molti per mezzo vostro si salveranno.

Vi benedico tutti, cominciando dal parroco, e benedico tutti coloro che, entrando in questa cappella, saluteranno la mia effigie.

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