Sapienza, prudenza e pazienza

 


16 gennaio 1973.

Figli diletti, sia pace a voi e a tutti i vostri cari. Sono la Mamma vostra, desiderosa di donarvi ogni bene.

Vi è stata da me proposta, giorni or sono, una virtù da praticare in quest'anno: la giustizia. Ho visto tanta buona volontà in questi giorni e ne gioisco immensamente, poiché la giustizia sociale da cui deriva la pace è basata sulla giustizia individuale.

Oggi vi voglio indicare ciò che durante quest'anno dovete chiedere al Signore anche con la mia intercessione.

Vi sono nel mondo molte persone desiderose di beni. Alcune non chiedono che beni materiali, nei quali fanno consistere la loro felicità. Ve ne sono altre che chiedono beni spirituali, ma per la loro soddisfazione, poiché fanno consistere la volontà di Dio nel possesso di quelle virtù che esse desiderano.

Io v'insegno a chiedere anzitutto la sapienza, la vera sapienza, per cui sappiate discernere, capire e possedere i veri doni di Dio.

La sapienza umana viene molto apprezzata dagli uomini. Ai sapienti che sanno scoprire le leggi della natura e sanno trovare il legame che esiste fra i diversi corpi, gli uomini attribuiscono il nome di geni. Alla loro morte, se le loro scoperte furono molto importanti, gli uomini erigono dei monumenti perché la loro memoria venga tramandata nei secoli.

Molti sapienti di questo mondo non posseggono nemmeno una briciola di quella sapienza divina che fa i santi. Essa viene comunicata agli umili, ai piccoli, a coloro che, staccati dalla terra, tengono di mira il cielo.

Questa sapienza dovete chiedere ogni giorno, poiché lo Spirito Santo la dona a chi la desidera. Questa sapienza rende felici, poiché insegna a gustare le cose di Dio. Vi fa gioire di ogni ispirazione, come gioisce il bimbo quando vede la sua mamma. Vi fa gioire come gioisce il cieco quando può intravedere uno spiraglio di luce. Vi fa gioire come l'artigiano quando porta a termine la sua opera, perché in essa ha posto tutto il suo cuore. La sapienza vi fa gioire come i più grandi scienziati gioiscono quando scoprono nuove teorie.

La sapienza divina deve essere la guida della vostra vita spirituale e deve dirigere le vostre azioni, perché siano condotte in modo tale da meritare un premio. È perciò una virtù indispensabile al cristiano, se vuol dare testimonianza di Gesù nel mondo.

Per ottenere la sapienza occorre chiederla a Dio, non per poter superare gli altri nelle cognizioni della fede e nella loquacità del dire, ma per poter sempre meglio conoscere la grandezza di Dio, quanto Egli meriti di essere amato e servito e per conoscere voi stessi, i vostri difetti e il vostro nulla per sapervi umiliare.

La seconda virtù che dovete chiedere a Dio durante quest'anno è la prudenza. Questa virtù non va mai disgiunta dalla sapienza. È come la sua moderatrice, che sa dosare ogni cosa: i pensieri perché non divengano zimbello della fantasia, le parole perché siano pronunciate a tempo e luogo così da non disturbare nessuno, e le azioni perché condotte nella tranquillità, nella precisione e nella serenità, siano sempre ben riuscite.

Se mi chiedete che cosa desidero da una mamma, da una sposa, da una superiora di qualsiasi comunità, io vi rispondo che desidero la prudenza. Una mamma prudente saprà ben condurre la propria famiglia, perché la prudenza sarà proprio quel grano di sale che lei metterà in tutte le sue opere. Una sposa saprà guardarsi dai pericoli che potrebbero minacciare la fedeltà coniugale e saprà tacere e parlare, sorridere e correggere a tempo debito. La superiora prudente saprà conservare i segreti e il suo modo di fare le attirerà le confidenze più delicate. Essa manterrà l'armonia tra le sue figlie.

Gli uomini prudenti sapranno mantenere i loro posti di lavoro e la loro modestia non attirerà su di loro le invidie e le gelosie, a cui gli spavaldi possono andare incontro.

La prudenza è come un'umiltà nei fatti, per cui chi la possiede difficilmente peccherà di fanatismo o di esagerazione. È come l'equilibrio che tiene retta la persona, perché non venga meno ai suoi principi e non li sostenga con troppo calore.

La terza virtù che dovete giornalmente chiedere è la pazienza. Pazienza con tutti e particolarmente con voi stessi per dovervi sopportare tanto difettosi.

Forse qualcuno mi potrà dire: "La Mamma celeste si lamenta spesso di noi e ci chiama "difettosi", ma a noi suona male questa parola perché ci sembra di essere abbastanza buoni".

Vi rispondo, figli. La vostra vista è assai corta e voi fate tanto presto a dimenticare le vostre imperfezioni, mentre io vi vedo l'anima, vi vedo nella luce di Dio, perciò i vostri difetti li vedo abbastanza rilevanti. Non vi condanno perché so che desiderate la perfezione, ma desidero che sempre più aumentiate nell'umiltà e che allo stesso tempo, con una pazienza sempre più crescente, abbiate a lavorare attorno all'anima vostra per santificarvi.

Ed ora vi stabilisco delle misure perché abbiate più facilmente a ricordare. Chiedete perciò al Signore: una briciola di sapienza, un pane di prudenza e un'infornata di pazienza.

Se saprete esercitare la pazienza, ogni cosa andrà in porto con vostra grande soddisfazione.

Vi benedico e vi abbraccio fortemente perché siete i miei bambini che io amo.

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