Occorre ritornare all'osservanza dei comandamenti

 


18 Gennaio 1976.

Figli cari, siate benedetti per questo fervore che vi porta alla preghiera e per il desiderio di bene che avete.

Io sono la Madre vostra, sempre pronta ad incoraggiare tutti coloro che vogliono seguire il mio Gesù mettendo in pratica i suoi Comandamenti. Il vostro desiderio di bene coincide esattamente col mio, ma al di sopra di tutto sta la volontà di Dio, che dev'essere il motore che dirige la vostra vita. Chi infatti compie il divino volere, ubbidendo alla legge di Dio, può dirsi un vero mio figlio, un vero credente ed ha la certezza di salvarsi.

Che bello sarebbe se, come in paradiso gli angeli e i santi ubbidiscono a Dio, così sulla terra tutti gli uomini, concordi fra loro, non cercassero che la sua divina volontà! Certamente il mondo cambierebbe il suo aspetto e sarebbe veramente un paradiso terrestre o una vera terra promessa. È bello questo pensiero, ed io vi consiglio di coltivarlo nel vostro cuore, in modo di fare ciò che vorreste che gli altri facessero.

Il vostro piccolo mondo, diretto dalla vostra intelligenza, dovrebbe forse subire delle trasformazioni ed essere regolato da quell'umiltà che vi rende facile l'ubbidienza. Anzitutto, a chi dovete ubbidire? Se l'umanità è una grande famiglia, chi è il Padre che ha dato origine, che mantiene e che guida queste creature? È Dio, ed è giusto che a Lui si ubbidisca.

Purtroppo, dopo la ribellione degli angeli e quella dei vostri progenitori, l'uomo non cessa un istante di sentire in sé quella ribellione che lo porta a dire: "Non ti voglio servire", e tutta la sua vita dev'essere un combattimento per reagire a quella concupiscenza che gli fa scegliere la propria soddisfazione in opposizione alla legge stabilita da Dio. È un'azione costante, che deve far continuamente riflettere e deve mostrare l'utilità di superare sé stessi per rivolgersi a Colui che tutto può.

Se perciò la debolezza umana porta al peccato, dev'essere costante l'umiliarsi davanti a Dio, per riconoscere i propri errori e detestarli. Ciò che è impossibile avere, cioè la totale obbedienza del genere umano a Dio, in cui risiede l'ordine e la pace, è possibile riacquistare con quel pentimento dei peccati che lo purifica.

È pur vero che io vado chiedendo, in ogni luogo d'apparizione e nelle mie allocuzioni, preghiera e penitenza. Ma che cos'è questa penitenza se non il cambiamento di vita che deriva dal dolore dei peccati commessi? Ecco perché il mio invito vuole essere un pressante incitamento a far conoscere ai fratelli, dopo d'averlo fatto vostro, questo mio desiderio.

Nel mondo fortemente si pecca, con la lingua, con gli occhi, con le mani, col corpo. Si pecca con l'intelligenza e con la volontà. Si pecca con la stampa e con tutte le moderne invenzioni. Si pecca contro tutti i Comandamenti e si diventa idolatri, lussuriosi, ladri, omicidi. Ma chi potrà cancellare tante enormità e trasformare questo mondo di peccato in un luogo d'incontro col Padre che è nei cieli e che di sé stesso riempie l'universo?

Figli, è un'azione lunga che richiede tenacia. È un'azione capillare che deve sconvolgere abitudini e sistemi. Voi siete nulla in confronto a tutti gli uomini della terra, eppure quel Figlio divino che si servì di dodici poveri pescatori rozzi e senza istruzione per comunicare agli uomini la sua dottrina e la sua volontà, può e vuole servirsi di voi per agire e per riportare luce e salvezza dove c'è errore e perdizione. Occorre ritornare all'osservanza dei Comandamenti. Occorre fare della legge della carità il vostro codice personale.

Man mano che una persona si converte, cioè fa penitenza, diventa capace di convertire e di richiamare altri al bene. Mi potrete dire che voi siete già buoni, e in realtà avete desideri di perfezione, ma dovete compiere ancora un lungo cammino. Gli uomini, i vostri familiari, i vostri amici veri, possono essere vostri giudici. Molte volte i vostri difetti vi sono nascosti e voi pensate di essere perfetti confrontandovi con altri. Così non vede il Signore, che misura il bene che fate anche in confronto con le grazie che ricevete.

Ecco perché vi dico, con tutto l'affetto di Madre di cui è pieno il mio cuore: sì, detestate continuamente il poco progresso spirituale che avete fatto finora, e aggiungete la penitenza e il dolore per i peccati dei vostri familiari e di tutto il mondo. Vorrei vedervi veramente luminosi per la grazia che adorna la vostra anima e vorrei vedervi diffondere luce per quanto è estesa la terra.

Il mondo si ostina nel male, voi ostinatamente chiedete conversione e salvezza. Il mondo, non volendosi umiliare e riconoscere i propri peccati, corre verso la rovina. Voi, detestando tutto ciò che offende Dio, gli date gloria e ottenete aiuto per tutti.

Vi è una grazia che chiamate attuale, ed è quella che colpì Saulo sulla via di Damasco. Accanto a Saulo, divenuto Paolo, pregò e offerse la sua vita Stefano. Figli, perché si moltiplichi la grazia per i tanti persecutori, occorreranno molte anime disposte al sacrificio e alla penitenza. Chi sentisse questa chiamata non sia sordo, ma risponda prontamente.

Vi benedico, figli, e vi abbraccio nel Signore ad uno ad uno. La pace e la grazia di Dio siano sempre con voi.

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