Per essere veramente figli di Dio

 


4 Gennaio 1976

Figli a me tanto cari, sia pace e grazia ai vostri cuori. Sono qui con voi.

Sono desiderosa di dirvi e di darvi tutto ciò che è bene per voi, come fa la mamma con le sue creature che ama. Desidero vedervi buoni, attivi, intelligenti e ricchi di virtù, proprio come le mamme secondo la carne, che pensano costantemente a far crescere in saggezza e forza i loro figli.

La mia maternità verso di voi è una responsabilità infinita, poiché, mentre le mamme terrene con la morte dei loro figli cessano il loro compito secondo le leggi umane, per me il compito non finisce. Io sarò sempre coi figli che avrò salvati, per tutta l'eternità. Fino alla loro morte naturale, io terrò di mira la loro salvezza, poi vorrò godermele, le loro anime, ed essere la loro gioia. Che grande impegno il mio! Ma come è necessario che lavoriamo assieme per la conquista di questa meta!

La mia missione, però, ha un perno attorno a cui si aggira e a cui vi dovete attaccare sempre più e sempre meglio. Questo perno è il mio Figlio Gesù, Figlio di Dio, mio primogenito, immagine perfetta del Padre.

Gli antichi, figli miei, potevano immaginare Dio come un essere superiore, ma le loro idee vaghe e confuse erano spesso frammiste di errori. Arrivarono fino al punto di creare molte divinità, in lotta fra di loro.

La nascita di Gesù fu la luce che splendette fra le tenebre. Ed Egli mostrò agli uomini il vero volto di Dio: un Dio solo in tre Persone; Dio, amore infinito; la Trinità santissima, amore perfetto. Gesù ci parlò del Padre e della sua bontà. Ci parlò dello Spirito consolatore e del desiderio d'amore che la Trinità ha a riguardo dell'uomo, fino al punto di dire che, se l'uomo amerà Dio, le tre Persone stabiliranno la loro dimora nella sua anima. Gesù venne, e parlò agli uomini in modo chiaro e perentorio. Disse: "Chi crederà, sarà salvo". Ma la luce splendette fra le tenebre e le tenebre non la compresero.

Anche oggi, figli, è così. Gesù fa intendere la sua parola fatta di sapienza e di carità, ma il mondo, immerso nelle tenebre del male, non vuole accettarla. Ancora come duemila anni fa, Gesù vuole abitare in mezzo alla sua gente, di cui ha assunto le sembianze; ma gli uomini non lo vogliono accogliere. Si vuole, in nome della libertà, fare da sé e non si vuole l'aiuto di Dio. La preghiera è il grande mezzo per unire la terra col cielo, ma si ritiene inutile pregare, sembra una perdita di tempo, roba da donnicciole. Così la luce non viene accettata e si preferisce brancicare nel buio.

Io voglio mostrarvi il volto del mio Figlio e voglio che il riflesso della sua sapienza abbia a rischiarare la vostra vita. Voglio che la luce che emana dal suo sguardo sia costantemente su di voi, e che abbiate a gustare e a gioire della presenza di Dio, perché impariate ad essere giusti in ogni vostro modo di operare.

La vostra vita dev'essere modellata su quella del Salvatore, che disse: "Io sono la via, la verità e la vita". Soltanto così, Gesù vi potrà dire: "Siete miei fratelli," e potrà ripetere a ciascuno: "Chi vede me, vede il Padre mio". Ma il fatto meraviglioso che si compie in voi per l'imitazione costante di Gesù, è che il Padre vede riprodotte in ciascuno le fattezze del Figlio suo. È questo che vi rende figli di Dio, figli adottivi non già di un principe o di un re o di un personaggio qualunque, ma di Dio, Creatore e Signore del mondo.

Se lo studio delle scienze umane vi mette al di sopra degli altri per cultura, se la vostra forza può farvi gareggiare e superare gli altri come atleti, se potete accumulare tesori così da superare con le vostre ricchezze ogni abbiente di questo mondo, la grazia di Dio e l'imitazione delle virtù di Gesù Cristo v'elevano su un'altra sfera, al di sopra di tutte le cose umane e vi rendono padroni del cuore di Dio, che vi considera veramente come figli.

Tra gli impegni che la divina paternità v'impone, ve n'è uno a cui nessuno può esimersi. Dio è Padre di tutti, perciò fra loro gli uomini sono fratelli. Io vi dissi che Gesù è il mio primogenito, vale a dire che tutti gli altri uomini sono miei figli. Questa uguaglianza impegna a praticare una carità senza misura e senza discriminazioni. Non si può dire: Amo chi è buono, chi è sano, chi è intelligente e chi mi fa del bene. Gesù, a questa stregua, potrebbe dirvi: Anche i pagani fanno questo. L'amore deve andare oltre i corpi, e nelle anime occorre vedere il volto di Dio.

In fondo, ciò che oggi vi ho detto è il compendio della legge, è tutta la legge. Io vi guardo, poveri figli miei, e vedo quant'è difficile per voi amare veramente, perdonare e benedire quando altri vi danneggiano e vi maledicono. Eppure, a poco a poco, dovete arrivare a questo amore universale, che deve abbracciare tutte le creature come per comunicare ad esse un soffio vitale. Vi aiuto, figli, non temete. Siate docili, pregate. Io agisco in voi e per mezzo vostro.

Ora vi benedico ad uno ad uno. Accettate le mie parole come personali. Chi lavora per la diffusione del rosario, sia benedetto e prosegua. Chi è stato offeso, benedica di cuore gli offensori. Chi vuole aumentare nella fede, la chieda ed io gliela darò. A tutti dico: abbandonatevi nelle braccia del Padre e fidatevi di Lui.

Arrivederci, figli. I vostri cari dal paradiso vi vedono e gioiscono.

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