Dovete essere veramente buoni

 


13 Settembre 1975

Figli miei, figli redenti dal sangue del mio Gesù e dalle mie sofferenze, siate benedetti. Siete stati chiamati per diverse strade accanto a me, ma la voce che chiama è sempre quella: è la voce di Dio, che vuol dare ai suoi figli conforto ed aiuto. È la voce di Dio, che s'identifica con la mia di Consolatrice degli afflitti e di Aiuto dei cristiani.

Io sono, perciò, qui in mezzo a voi. Sono da voi rappresentate varie categorie di persone: i sacerdoti, le mamme, le nubili, i celibi, i religiosi. Vi sono coloro che sono addetti alle pubbliche cose, e coloro che nell'umile lavoro artigianale trascorrono la loro giornata. Tutti però avete un nome comune: siete cristiani, e questo è per voi il più grande vanto e per me il più grande impegno.

Nessuna cosa vale al mondo quanto quella di essere cristiani, che è come dire degli impegnati a vivere come testimoni di Colui che, essendo Figlio di Dio, volle farsi uno di voi, per elevarvi da semplici creature umane a figli di Dio. È per me l'impegno di vedere in voi la riproduzione e la continuazione del mio Figlio, poiché ognuno di voi non è che un membro del suo corpo mistico. Voi siete perciò la conquista di Gesù e la mia eredità. Siete miei, e tutti dovete essere salvati, tutti dovete formare la mia gloria in Dio.

Figli, per vivere come testimoni di Gesù, occorre essere quegli alberi buoni che danno frutti buoni. Ma da dove vengono i buoni frutti? Dal cuore, nel quale dovete coltivare quella carità che vi rende generosi e buoni con tutti. Ci sono cuori buoni naturalmente, che non fanno fatica ad essere miti e cortesi con tutti. Ve ne sono però molti che, mentre hanno un'apparenza di bontà, nascondono sentimenti cattivi.

Voi dovete essere veramente buoni, non come coloro che Gesù chiamava sepolcri imbiancati. Dovete coltivare dentro di voi pensieri di benevolenza verso tutti, per cui non devono entrare nel vostro giudizio quelle temerarietà che vi rendono colpevoli davanti a Dio. Oh! figli, lo so che molti di voi hanno il corpo sofferente per le malattie, che lo tengono come schiavo, e non siete liberi nei movimenti e la vostra volontà è come incatenata; ma, se nel vostro cuore regnerà la bontà, anche la sofferenza vi sarà motivo di pace, poiché saprete donarla; e chi è nel bisogno spirituale e morale, sentirà nel vostro dono un aiuto.

Ma, figli, non sarà possibile essere buoni se non con l'aiuto di Dio, che è bontà infinita. Ecco perché vi sollecito a rafforzare la vostra fede. Se la vostra mente è convinta delle verità eterne che reggono il mondo e l'uomo, non vi sentirete mai soli e potrete essere certi che la provvidenza di Dio, dirigendo ogni avvenimento ed ogni attimo della vostra vita, guiderà ogni cosa a buon fine. Chi riposa sicuro nelle braccia del Padre, non teme le tempeste e le bufere, sa che sarà protetto e difeso. Così, per mantenere quella bontà, quell'equilibrio che deve dirigere la vostra vita, è necessario avere la sicurezza della fede, che non venga meno, anche quando le cose non vanno troppo bene e non mancano le battaglie e i contrasti.

Figli, siate fedeli, siate buoni se volete che la vostra casa, cioè la vostra vita, sia costruita sulla roccia e se volete che né i venti, né la pioggia, né gli uragani la possano distruggere. Che cosa fecero i santi nella loro vita? Anche se non compirono cose straordinarie, mantennero la fede ed esercitarono la carità.

Voi vi meravigliate che io possa servirmi di una povera donna per comunicare ad altri la volontà di Dio. Eppure, vi assicuro che Dio ha bisogno di ciascuno di voi, ed anche se non vi fa scrivere o leggere, chiede il vostro contributo, la vostra opera per risanare il mondo. Non occorrono tante parole per compiere le trasformazioni più importanti; occorre una fede viva che vi faccia ricorrere a Dio con la preghiera per chiedere il suo aiuto, occorre un amore vero nel cuore, che si manifesti in quelle opere che sono l'espressione tangibile della carità o nell'offerta di ciò che ognuno possiede, che va dalla sofferenza al sorriso, alla bontà in atto, alla sopportazione.

Figli, ricordatelo bene: io ho bisogno di ciascuno di voi e non c'è nessuno così povero che non abbia nulla da dare. In un corpo che l'età o la malattia ha mal ridotto, c'è forse un cuore sensibile a tutti i mali del mondo, e l'uomo vale proprio per ciò che ha dentro. Ho bisogno dei religiosi e dei sacerdoti, perché la Chiesa abbia come un'ondata meravigliosa di grazia per mezzo loro. Ho bisogno dei laici, perché a contatto col mondo possano portare la loro testimonianza di fede nell'onestà della vita.

Io sono qui con voi e, mentre di tutti vado pronunciando il nome, ho per tutti una benedizione particolare. Di tutti vorrei dire i problemi, per dire a ciascuno: so tutto di te, ma abbi fiducia! Se chiedi di essere aiutato ad essere buono, io pure lo desidero. Se vuoi essere santo, io pure lo voglio. Io ho un desiderio a vostro riguardo: che possiate essere sempre strumenti di Dio nell'unire i cuori. Dove entra la divisione, entra il demonio. Se nelle famiglie ci si divide, è lui che mette discordia. Così nelle parrocchie e dovunque. Siate uniti e amatevi tutti nel nome del Signore.

Benedico questa casa, tutti coloro che l'abitano e le persone che vengono a radunarsi. Arrivederci, figli.

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