Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli

 


26 Settembre 1978

Siate benedetti, figli, perché l'invito di Gesù alla preghiera è sempre da voi ben accolto. Pregate senza interruzione! Ecco l'invito di Gesù, e voi ne fate, di questo invito, una legge e lo seguite con tanto amore. Avviene da voi, in questo luogo, ciò che avveniva al tempo della vita mortale di Gesù. Le folle si accalcavano attorno a Lui. Gesù parlava loro e predicava. Talvolta diceva agli apostoli: "Figli, andiamo in un luogo deserto, andiamo a riposarci un poco!"; e, quando arrivavano nel luogo deserto, trovavano altra folla, desiderosa della parola di Dio.

Così, per chi ama il Signore, non c'è luogo che tenga, non c'è interruzione. Qui si ascolta la parola di Dio, là si ascolta la parola di Dio. E io mando questo mio strumento perché si renda un oggetto concreto di quello che io voglio dirvi, perché, vedendo in lei la mia persona e il mio Gesù, possiate accogliere la Parola con più fede e con più amore. Ma vi voglio ricordare un fatto della vita di Gesù e mia. Gesù stava parlando alle folle. I miei parenti increduli, che di Gesù avevano poca stima, mi avevano invitata ad andarlo a chiamare. "Vieni - mi avevano detto - e fa che quel fannullone ritorni a casa per lavorare!". E io, per evitare le discussioni, andai e lo mandai a chiamare. Disse la persona che lo chiamava: "Ci sono qui fuori tua madre e i tuoi fratelli che ti cercano". E Gesù, guardandosi attorno, uscì in questa espressione: "Chi è mia madre, e chi sono i miei fratelli? Sono coloro che accolgono la parola di Dio e la mettono in pratica!". Perché siete venuti in questo luogo? Per ascoltare la parola di Dio, non per sentirla con le orecchie, ma per mettere il vostro cuore a disposizione di Dio, per accogliere questa parola, per tradurla in pratica! Ma io vi domando: qual è questa parola di Dio che oggi deve risuonare, non solo alle vostre orecchie, ma anche al vostro cuore? Vi accenno solamente a questo fatto. Gesù era nell'orto. Davanti al suo sguardo si delineavano tutte le sofferenze fisiche che avrebbe incontrato, ed anche tutte le sofferenze morali: il rifiuto della sua dottrina, l'inutilità per molti della sua sofferenza, le imprecazioni e l'odio che lungo i secoli avrebbe raccolto da tutti gli uomini della terra. Si delineava al suo sguardo la sofferenza della Madre sua, la mia sofferenza, figli, poiché, credetemi, come io soffersi per la morte del mio Figlio, così Gesù sofferse per i dolori che la sua morte mi avrebbe causato. Ebbene, davanti a questo cumulo di sofferenze, e davanti al pensiero che tutto sarebbe stato vano per molte anime che avrebbero scelto di dannarsi, una frase uscì dalle labbra del mio Gesù: "Padre, se è possibile, passi da me questo calice!". Figli, questa è una parola di Dio pronunciata nel segreto dell'orto del Getsemani, che il Padre intese e a cui rispose mandando un angelo consolatore. E voi, perché siete qui? Oh, per la maggior parte, lo so, avete delle sofferenze, ma non ditemi che uguagliano quelle di Gesù, perché direste un'enorme sciocchezza! Ditemi soltanto che le vostre sofferenze sono la milionesima parte di quella di Gesù. Voi siete qui per dire a me e a Gesù: "Passi da me questo calice! ". Non è forse vero che tutti voi, che avete delle sofferenze, desiderate di esserne liberati? Non è vero che queste sofferenze vi pesano sul cuore e volentieri le allontanereste da voi? È vero purtroppo, ma io voglio far seguito alla parola di Dio, pronunciata in quel momento, e voglio ricordarvi quello che Gesù aggiunse: "Padre, sia fatta la tua e non la mia volontà".

Ecco, figli, che cosa dovete fare quando venite qui! Anche se vi è lecito di chiedere di essere liberati dalla croce, voi dovete dire con grande amore: "Signore, che la tua volontà sia fatta". E dopo aver detto questa frase, dopo aver aderito alla volontà di Dio, voi sentirete meno il peso della croce, poiché sarò io stessa che ve la allevierò; sarò io stessa che porterò la croce con voi; sarete consolati dagli angeli consolatori.

Ma vi voglio ricordare un'altra parola di Dio che rende beati. Ha detto Gesù: "Beati voi quando sarete perseguitati. Pregate per i vostri nemici. Fate del bene a coloro che vi fanno del male". È una parola dura, è una parola che suona di eroismo, eppure è parola di Dio, e anche questa parola bisogna accoglierla nel cuore e tradurla in pratica. Io vorrei che i miei figli potessero dire di non avere nemici; vorrei anzi che coloro che considerate nemici fossero considerati da voi amici. E dal momento che oggi questa parola Gesù e la sua Mamma ve la fanno sentire, io desidero che la traduciate in pratica. Figli, ripensate bene ogni giorno: ci sono persone che vi danneggiano nel corpo o nello spirito? Mettetele in prima linea nella vostra preghiera e nei vostri sacrifici. Fate uno sforzo! Sarà uno sforzo eroico, ma dovete amarle, e amarle significa desiderare, volere il bene di queste persone. Quando voi avrete imparato ad amare tutti, come io vado ripetendo quasi in ogni messaggio, voi mi avrete dato la più grande consolazione.

Ci sono incomprensioni, ci sono battaglie da vincere; eppure queste battaglie vanno vinte con l'amore, vanno vinte con la preghiera assidua per i nemici, per coloro che vi danneggiano. Forse vi danneggiano quella missione che voi siete tenuti a svolgere. Forse vi chiamano pazzi perché credete, perché praticate, perché diffondete la parola di Dio anche se vi viene sotto forma di messaggio. Vi chiamano pazzi? Ma hanno chiamato pazzo anche Gesù, anche la Mamma! Ero chiamata pazza perché non avevo saputo educare il mio Figlio e fargli fare il carpentiere e non il predicatore. Capite, figli, che non c'è confronto? Gesù, il Figlio di Dio, la Sapienza incarnata, il Salvatore del mondo, ha accettato di essere chiamato pazzo! Era in verità pazzo d'amore per voi.

Ed ora passo alla terza parola. Ha detto Gesù: "Cercate in primo luogo il regno di Dio e la sua giustizia; tutto il resto vi sarà dato in sovrappiù". Figli, quando venite qui, quando pregate, tenete di mira questa verità. Dovete chiedere al Signore la vostra conversione e quella dei vostri cari, la conversione e la santità dei membri della Chiesa, la conversione di tutti i peccatori. Questo è il desiderio di Gesù e mio: che tutti si convertano e si salvino! Non ditemi che siete già molto buoni! Qualche cosa c'è che non va, in tutti, perché la perfezione non esiste su questa terra; deve essere una conquista, un camminare continuo verso di essa per poterla raggiungere. E sono certa che molti la dovranno guadagnare e raggiungere in purgatorio, attraverso quella purificazione che ha sapore di fuoco tanto la veemenza dell'amore di Dio è enorme. Figli, chiedete le conversioni! Dopo la vostra, chiedete quelle degli altri! Vedete il mondo quanto è pieno di male! Si devono convertire tutti! In tutti i luoghi di apparizione, da Lourdes, a Fatima, a Banneaux, io ho sempre chiesto preghiera e penitenza per la conversione dei peccatori. Le chiedo anche a voi, perché gli uomini non si convertono con le parole e nemmeno coi messaggi. Si convertono con le ginocchia piegate nella preghiera e con la penitenza, in modo particolare con quella penitenza che dà morte all'amor proprio e che vi fa camminare rettamente sulla via di Dio. L'osservanza della sua legge, il compimento dei vostri doveri quotidiani, è la penitenza migliore.

Ed ora, figli, che cosa vi dirò? Una parola consolante e bella! Voi avete inteso che Gesù ha detto: "Chi sono i miei fratelli? Chi è mia madre? Sono coloro che ascoltano e mettono in pratica la parola di Dio". Oggi si avvera quanto Gesù ha detto. L'attenzione con cui avete fatto vostra la mia parola, vi rende meritevoli di benedizioni e di sentire da Gesù questa consolante parola: "Sorella mia, madre mia, fratello mio, padre mio". A tutti, così, sia gradito al cuore, sia dolce all'anima questo appellativo di fratello, di sorella, di madre e di padre, poiché in tutti questi legami che indicano una famiglia, c'è tutto l'amore di Gesù per voi.

Ed ora, mentre benedico i miei ministri che con sacrificio assistono a questo rosario, e con fede vengono, con amore pregano, e con grande dedizione diffondono il rosario e la parola di Dio, benedico tutti voi. Benedico i loro figli spirituali e le loro opere, perché fioriscano e portino numerosi frutti di bene.

Figli, abbiate fede! Il demonio sta scatenando la più terribile delle battaglie, ma non è potente quanto Dio, anche se la sua potenza supera quella umana. Il demonio è rabbioso, e posso dirvi che ha cambiato tattica. Si serve molte volte del bene, e di persone che pensano di avere doni straordinari, per portare al male e all'errore. Io vi supplico: siate prudenti, siate semplici, abbiate fede! Pregate e statemi vicini. Quando ascoltate la parola di Dio, sia che venga al vostro cuore privatamente come la preghiera di Gesù agonizzante nell'orto, o che venga a voi come la parola indirizzata alle folle, sia che vi venga per mezzo del sacerdote che vi spiega la parola di Dio perché questo è il suo ministero, o che vi venga con la parola semplice di una donna da niente, accettatela, accoglietela nel vostro cuore, non lasciatela inoperosa, trafficatela! Qui, alla mia scuola, si diventa maestri e, quando si è maestri, si ha la capacità di insegnare. Figli, la benedizione di Dio, Padre, Figlio e Spirito Santo, discenda copiosa dal cielo sopra di voi e resti con voi come una garanzia di fedeltà a Dio, di fedeltà alla vostra Mamma.

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