Avete ricevuto un triplice dono

 


25 Giugno 1978

Figli miei, figli che tanto amo e che seguo in tutte le vicissitudini della vita con materno affetto, siate benedetti, e il manto della mia protezione vi ricopra e vi difenda da tutti quei pericoli che vi minacciano.

Voi avete ricevuto da Dio un triplice dono, una triplice vita. La vita spirituale, che è la più importante, per la quale avete acquistato quella figliolanza divina che vi ha elevati al di sopra di ogni creatura. Avete ricevuto la vita del corpo, che ha un grande valore, poiché il corpo è lo strumento che serve all'anima per compiere il bene e per realizzare quella missione che a ciascun uomo è affidata, per la futura conquista della vita eterna e per il bene dell'umanità. E avete ricevuto una vita morale, per mezzo della quale voi vi qualificate nella famiglia e nella società come veri galantuomini, che rispettano gli altri e lavorano dignitosamente, così da meritare quella stima che è come un bene inerente alla vita spirituale e a quella fisica.

Questo triplice dono, valutato come deposito o come talento affidato da Dio a ciascuna creatura, merita tutta la vostra cura. Occorre tener presente la scala dei valori, e cioè che la vita spirituale vale più della vita morale e che questa vale più della vita fisica. Distruggere volontariamente queste vite è peccato, poiché Dio è autore di ogni dono che viene affidato alle sue creature. Gesù, però, dice nel Vangelo: "Non temete coloro che possono uccidere il corpo, ma temete piuttosto Dio che può condannare all'inferno anima e corpo".

Quale cura occorre avere della vita spirituale, che alimenta anche la vita del corpo? Occorre avere la massima cura, poiché soltanto conservando l'amicizia e la figliolanza divina si può essere pienamente felici.

Non posso, figli, a questo punto, non mettervi in guardia da quel cristianesimo troppo facile che vi fa indossare la fede come un abito speciale per determinate circostanze, mentre vi concedete la libertà di abusare dei doni di Dio e di unire indifferenza e peccato alla vita di cristiani.

La coerenza e la semplicità con cui vi dovete comportare in chiesa, deve avere il suo seguito nella famiglia e nella società. È così che, mostrando con coraggio la vostra fede, potrete dar prova a Gesù che non vi vergognate di Lui e che il vostro sforzo tende a realizzare quel comando da Lui dato: "Siate santi come è santo il Padre vostro che sta nei cieli". Per essere coerenti e semplici, occorre senz'altro una buona dose di coraggio, poiché questa rettitudine di vita spirituale esige che voi andiate controcorrente e che opponiate alle massime del mondo le beatitudini e i Comandamenti.

Sappiate però che, se voi sarete retti e osservanti della Legge, sarete una predica vivente, per cui la vostra vita morale sarà presa di mira. "Come hanno perseguitato i profeti, così perseguiteranno anche voi", diceva Gesù, e Lui stesso, essendo la giustizia personificata, fu giustiziato come un malfattore. Che cosa potreste opporre alle mormorazioni, alle calunnie, alle lotte morali, che possono partire da ogni ceto di persone e anche dagli stessi cristiani, che dovrebbero conoscere il precetto della carità?

Ecco il comando divino, ecco la medicina che può guarire dalle ingiustizie subite e dalle minacce alla vita morale! Il perdono e la preghiera per i nemici, la misericordia e il rendere bene per male, sono come quei lenimenti che, dopo aver guarito piaghe purulente, fanno rinnovare la carne, che si presenta rosea e fresca.

Non potrete mai pretendere di avere l'approvazione di tutti, nel vostro modo di comportarvi. Ci sarà sempre chi vi applaude e chi v'insulta. Occorre guardare in alto, tenere di mira quella voce divina nascosta che è la coscienza, e godere della sua approvazione. Sappiate che, nemmeno se tutto il mondo vi approvasse, voi crescereste di un grado di santità, e nemmeno se tutto il mondo vi criticasse,

voi perdereste la minima parte della grazia, della virtù e dei meriti che avete.

Ed ora un accenno semplice a quella vita fisica che reclama cure e attenzioni. Il corpo è uno strumento, vorrei dirvi che è il somarello che deve portare avanti il carico. Come, se trattaste troppo bene il somarello, non potreste ottenere da lui quegli sforzi che desiderate perché ricalcitrerebbe, così il corpo umano deve essere dominato dalla volontà e dall'intelligenza, perché nel lavoro, nel sacrificio, nella sopportazione, possa essere adatto a compiere quei doveri che la vita quotidiana esige.

Da ciò deriva che anche la sofferenza fisica possa essere sopportata con amore, perché può essere offerta sia per completare la passione del Signore, come per evitare di addolorare altre persone, che hanno loro stesse la loro parte di sofferenza. Qui entra tutto un piano di generosità e di abnegazione, che dà vita a quelle opere di cui il sacrificio diventa la base.

È grande gioia per me dirvi che provvedo alla vostra salute, ma è molto più importante che io vi dica che desidero darvi la pazienza perché la croce non vi sia pesante.

Figli, vi benedico tutti ad uno ad uno. Benedico la vostra vita spirituale, perché vi santifichiate; la vostra vita morale, perché possiate conservare una perfetta onestà; e la vostra vita fisica, perché la vostra salute rifiorisca e possiate fare del bene a tutti e sempre. Arrivederci!

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