Vi invito ad esaminarvi sull'amore

 


3 Aprile 1975

Figli a me tanto cari, permettete che vi rivolga una parola materna, affinché possiate prepararvi con entusiasmo alla festa della Misericordia.

Vi è stato detto che la migliore preparazione è quella di usare misericordia al vostro prossimo e di essere molto semplici. Ma come farete ad essere generosi e misericordiosi con chi sbaglia e con chi abbisogna di aiuto, se non siete convinti che voi pure siete nella stessa condizione? Ecco perché v'invito in questi giorni ad esaminarvi per bene, per vedere quanto in voi difetta l'amore vero verso Dio, verso il prossimo e verso voi stessi.

Farete in tal modo una constatazione della vostra miseria che vi attirerà uno sguardo pieno di bontà dal mio Gesù, che è bontà infinita.

Molti cristiani credono di essere fortunati perché non hanno commesso nella loro vita certe cose gravissime, certi delitti, per cui alcuni sono apparsi agli occhi di tutti come grandi delinquenti. Ma il Signore non vede come gli uomini. Egli guarda nel profondo del cuore, e forse è più disposto al perdono per certe mancanze gravi che per certe idolatrie di sé stessi che alcuni hanno, per cui si sentono i soli giusti e impeccabili.

Se volete misurare il grado di amore che avete verso Dio, dovete vedere fino a che punto siete impegnati ad annientare il vostro io che fa capolino in ogni momento. Quando una persona è compresa della sua nullità e del diritto che Dio ha di ricevere ogni onore e gloria, tutto si perfeziona in lei. La preghiera diventa veramente l'umile elevazione della mente e del cuore al Creatore, e il desiderio di apostolato assume un significato particolare, che è quello di dilatare il regno di Dio così che Egli sia amato da tutti.

Quanto gioisce il Signore di adoperare la miseria per compiere opere grandi! E sapete perché? Perché meglio si veda e si goda della sua misericordia. Quando l'apostolato diventa l'imposizione agli altri del proprio modo di pensare e d'agire, non è più Dio che agisce. Viene a mancare la carità e ne scapita la fede, perché la conseguenza di opere umane è la delusione e lo scoraggiamento. Vorrete pensare in questi giorni a che grado di perfezione siete arrivati nel sentirvi nulla e nel lasciare agire il Signore?

Passiamo al secondo punto, l'amore del prossimo. Dovete usare misericordia. Purtroppo, ciò che il mio Gesù con competenza asseriva, è sempre vero: "Perché vuoi togliere la pagliuzza dall'occhio di tuo fratello e non vedi la trave che è nel tuo occhio?". Tutti gli uomini sono portati a fare confronti, ma, mentre con sé stessi sono indulgenti, con gli altri sono molto severi. Pare zelo di quello buono quell'apprensione, quel preoccuparsi che gli altri si convertano, ma il più delle volte è presunzione e qualche volta mancanza di carità.

Come vi dovrete dunque comportare con chi sbaglia? Anzitutto lasciate giudicare al Signore, che solo può misurare la malizia umana, poi potrete esprimere alla persona interessata il vostro giudizio, supposto che lo possiate fare; e infine dovete davanti a Dio prendere il posto di chi sbaglia e dire con grande fede che per i meriti di Gesù chiedete misericordia. Saranno più facili, in tal modo, quelle conversioni che vi stanno tanto a cuore.

Non dimenticate però quel proverbio che dice: "Medico, cura te stesso". Oh! figli cari, persuadetevi che il mezzo migliore per indurre altri a conversione è quello di guardarvi bene in fondo e di fare ogni sforzo per togliere quei difetti che tanto dispiacciono a Dio. Certi puntigli, certa freddezza, certi risentimenti, certi rancori covati dentro, sono come un veleno che tolgono a voi quella grazia per cui potreste agire sugli altri. Non dimenticate mai che a questo mondo nessuno è perfetto, ma che nessuno è completamente privo di virtù. Usare misericordia al prossimo significa valorizzare ciò che di buono ognuno possiede, ed avere verso i fratelli quella fiducia e quell'ottimismo per cui, anche se fossero miseri, diventerebbero cari.

E da ultimo, proverete ad esaminare com'è l'amore che portate a voi stessi. Se amate veramente voi stessi, dovete essere pronti a perdere la vostra vita, per seguire Gesù con quell'altruismo che vi fa mettere all'ultimo posto, e cercando nel dominio del vostro corpo e della vostra volontà di piacere a Dio.

Chi ama Gesù, deve prendere la propria croce e rinnegare sé stesso. Vi sono azioni che piacciono e si vorrebbe compierle anche con la ribellione. Qui è il caso di rinnegare sé stessi. L'ubbidienza alla Chiesa è forza, è amore della propria anima, che in essa trova una guida sicura. La donna, nella famiglia, deve edificare tutti i suoi membri per la sua dedizione e ubbidienza. Qui c'è il vero amore. I figli che ubbidiscono hanno una garanzia di benedizioni e sono evitati ad essi tanti pericoli, mentre si preparano ad avere nelle famiglie che formeranno, figli ubbidienti ed affezionati.

Ora, eccovi la conclusione di questo breve esame di coscienza: una gioia vera nel vedervi bisognosi di misericordia e grande consolazione per la vostra Mamma, Madre della Misericordia, che vi avrà preparato ad avere dal cuore di Gesù ogni bene.

Coraggio, figli, e arrivederci.

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