Ognuno ha la propria mansione da compiere

 


30 aprile 1972

Figli cari, sia pace e gioia ai vostri cuori.

Voi siete qui come uccellini implumi ad aspettare la mia imbeccata. Aspettate il mio calore che vi riscaldi, aspettate le mie istruzioni che vi aiutino a spiccare il volo. Dovete perciò affidarvi in tutto e per tutto a me. Io sono desiderosa di tutto darvi, non meno di quel che lo siete voi di ricevere. Porgete orecchio sempre a ciò che vi dico. La mamma può insegnare tutto ai suoi piccoli, ma se vi avventurate come volete, come potrete non incorrere in gravi pericoli?

Ascoltatemi bene e siate solleciti di ricevere il nutrimento che io vi dono. Non lasciate cadere nemmeno una briciola di quel pane saporito che faccio calare dentro di voi, poiché io vi do la misura giusta affinché non abbiate a vivacchiare, ma possiate vivere nella sua floridezza la vostra vita.

Parlo di un alimento spirituale e di una vita divina che è la sola veramente importante. Quando avete quella, sapete sopportare serenamente anche le deficienze della vita del corpo. Anche nella malattia, nell'incapacità di raggiungere i vostri disegni e di mettere in pratica i vostri propositi, trovate la pace dell'anima, se avete una vita spirituale abbondante, per cui potete essere ugualmente sereni.

Figli, in questa vita e nell'altra ognuno ha la propria mansione da compiere. Qualche volta voi non la sapete ben decifrare. Vi sembra di voler fare molte cose e forse ve ne manca la possibilità, la forza, la salute e la capacità. Vi sembra di aver sbagliato tutto, di non aver avuto un indirizzo esatto e vi turbate perché vi piovono rimproveri da tutte le parti e voi siete convinti che ve li meritate, anche se non avete potuto fare diversamente.

Figli, non angustiatevi, poiché la mansione che il Signore vi dà o vi ha dato, può essere proprio questa di un apparente fallimento. Davanti a chi si umilia riconoscendosi incapace, ma desideroso di fare, il mio Gesù si commuove, accoglie anche all'ultima ora e adopera l'umiliazione per compiere opere grandi.

Ditemi un po': avete sentito la parabola del Vangelo in cui Gesù parla del padrone che esce a tutte le ore per chiamare operai nella sua vigna? Se quelli dell'ultima ora non fossero stati sfiduciati e volonterosi, il padrone non li avrebbe presi al suo servizio.

Ecco perché vi dico: non preoccupatevi del passato, buttatelo nel cuore di Dio perché provveda Lui a rettificare ogni cosa. Pensate al presente che è in vostro possesso ed utilizzatelo per la vita eterna. Così santificherete il tempo che Dio mette a vostra disposizione perché abbiate a compiere nel miglior modo quella mansione che vi affida.

Anche nell'altra vita le anime hanno ciascuna la propria mansione e nessuno rimane inoperoso. All'altissimo compito di onorare Dio e di rendergli gloria, si aggiunge quello di pregarlo per tutti e di aiutare tutti coloro che sono ancora viatori sulla terra.

Tutti i santi si onorano e si festeggiano anche fra di loro, mentre inneggiano alla loro Regina. Sì, figli, quella bella preghiera che i cristiani molte volte biascicano con la bocca o che dicono in modo così veloce da non sapere nemmeno ciò che dicono, viene cantata dagli angeli e dai santi in un magnifico coro a cui si unisce il Padre che mi saluta sua Figlia, il Figlio che mi onora qual Madre e lo Spirito Santo che mi ama quale sua Sposa.

Cantano dunque con le armonie più delicate: "Ave Maria, piena di grazia, il Signore è con te... ". Ma a questa parte dell'Ave fa riscontro la seconda, che le anime del purgatorio ripetono come dolce lamento, pregando la loro Regina per tutti gli uomini della terra.

Vedete dunque che questa preghiera, che per ben centocinquanta volte recitate nei vostri raduni, trova riscontro nella Chiesa trionfante e purgante. Per questo vi posso dire che ogni Ave Maria è come un dardo infuocato che mi accende il cuore di amore per chi me lo lancia.

Figli, questo vi ho detto perché sempre con maggior impegno e con desiderio di piacermi abbiate a recitare i vostri bei rosari, sicuri di farmi cosa sempre molto gradita e molto proficua per voi. Che bello quando vi vedo con la corona in mano, anche nelle vostre famiglie, chiamare attorno a voi tutti i vostri familiari ed anche altre persone per farmi corona e per onorarmi.

Io siedo in mezzo a voi, scruto il cuore di tutti e cambio tante cose. Se qualcuno di casa vostra si è allontanato e non prega più con voi, chiamate gli altri, i rimasti e fate recitare il rosario.

Non vi ho detto che il rosario è la rete? Voi pregate ed io vado con la vostra rete attorno per irretire coloro che fuggono da voi e da me. L'unione fa la forza, figli, ma questa forza deve venire dalla fede e dalla preghiera. Se mi ascolterete, sarete felici perché darò pace ai vostri cuori.

Domani festeggerete il mio sposo Giuseppe, che santificò la sua vita col lavoro e col sacrificio. Mi pregherete con lui e chiederete che gli uomini tutti abbiano ad apprezzare il lavoro, grande dono di Dio poiché per compierlo occorre la salute, e grande mezzo di purificazione e di santificazione. Io sarò qui ancora con voi.

Figli, vi benedico tutti e vi auguro una buona e santa notte.

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