Chiedete l'aiuto per poter perseverare

 


22 Aprile 1975

Figli diletti e a me tanto cari, sia pace a voi. Ecco, sono qui per incoraggiarvi e per aiutarvi. Mi chiamano, alcuni, la Madre della santa perseveranza, ed infatti lo sono, poiché è arduo il cammino della vita, ed è mio compito aiutare tutti a perseverare nella fede, nell'amore e nei buoni propositi per arrivare felicemente al traguardo.

In paradiso vi sono molte anime che furono fedeli fino a sacrificare la propria vita per mano di carnefici, e voi le chiamate martiri. Ma vi sono anche schiere interminabili di anime che condussero una vita comune e che seppero essere fedeli al proprio dovere, fedeli a Dio, di cui si fidarono, fedeli a Gesù Cristo, di cui condivisero la passione sopportando le pene della vita. Queste le potete considerare le anime martiri delle piccole croci quotidiane.

Io vi invito a guardare con occhio sereno quel tratto di vita che vi resta ancora da percorrere, a rafforzarvi nella fede e a chiedere ogni giorno l'aiuto per poter perseverare nel bene. Vi sono alcuni che hanno una sicurezza di sé per cui sembra loro impossibile di dover perdere la fede, la fiducia e tutto quel complesso di grazie di cui godono. È la sicurezza dell'apostolo Pietro, che diceva al Signore: "Anche se tutti ti abbandonassero, io resterò sempre con te, anche se dovessi morire". Voi sapete invece quanto fu debole Pietro, che si lasciò comprare e intimorire da una servetta. Ma nessuno può dire di essere meno debole di lui, vale a dire, nessuno può essere certo di perseverare nel bene.

Qualche volta sono i malanni fisici che tolgono la volontà di pregare e che abbattono moralmente. Qualche altra volta è il dubbio, che fa chiedere a sé stessi: a che pro continuare a pregare e a sacrificarsi, mentre chi fa male gode e sta meglio di coloro che vivono cristianamente? Altre volte è la nausea del bene, per cui si dice: perché devo comportarmi così e far del bene agli altri, mentre sono ricambiato con ingratitudine? Oppure, è quella freddezza e noncuranza che fa amare il quieto vivere e, allontanando qualsiasi sacrificio, viene a mancare la forza di volontà per reagire su sé stessi.

Così si vedono persone, anime consacrate che per molti anni furono tutto fuoco, divenire fredde, trascurare le pratiche di pietà ed essere indifferenti ad ogni richiamo, con grande cattivo esempio dei fratelli.

Qualche volta sono gli esempi cattivi di persone atee o incredule a persuadere altri, che, lasciandosi vincere dal rispetto umano e attirare dalla maggior facilità di vivere cercando solo le comodità, trascurano definitivamente la chiamata alla fede.

Vorrei mettervi veramente in guardia da questi pericoli, e vorrei che voi pure sapeste far conoscere a tutti quanto è necessario che chi pone mano all'aratro, non debba voltarsi indietro e mettersi seduto, se vuol vedere coltivata la propria vigna e se vuol giungere a salvezza.

A questo proposito, voglio consigliarvi di non voler fare troppe cose, di non moltiplicare le pratiche di devozione, ma di essere fedeli a quelle che sono il fulcro, la sostanza della vera fede. Occorre che sappiate distinguere i veri doveri dalle superstizioni, che sappiate dare valore ai sacramenti e alla santa Messa, più che ai sacramentali.

Mi spiego, figli. Vi sono molte persone che stanno male e vanno volentieri a prendere benedizioni ed esorcismi, ma non si preoccupano di togliere dall'anima il peccato mediante i sacramenti. Essi non sanno che il peccato è la causa di ogni male e che la grazia di Dio, essendo Dio stesso che vive nell'anima, può dare felicità e gioia. Così il dovere della Messa festiva viene molte volte dimenticato e, mentre si adduce ogni motivo per giustificare la perdita, si vanno poi a visitare i morti al cimitero o si va in visita ai santuari.

Figli, il cristianesimo è una cosa seria. Va accettato per intero e va vissuto nelle sue realtà spirituali, così come ha insegnato Gesù. Occorre amare il Padre ed osservare i suoi comandamenti. Occorre amare Gesù, Figlio di Dio, e mettere in pratica il Vangelo. Occorre amare la Chiesa da Lui fondata, e adempiere quegli obblighi che la Chiesa impone, non tanto come società umana, ma divina, per cui le sue leggi sono basate sull'insegnamento stesso di Dio.

Queste cose - che la maggior parte di voi fa già con grande gioia - dovete, perseverando con la divina grazia, compierle per tutta la vita. Essendo però il vostro ruolo di cristiani un impegno e una responsabilità anche per gli altri, dovete cercare con tutti quei mezzi che avete a vostra disposizione, di convincere tutti e in primo luogo i vostri cari.

Figli, la vita è una prova ed è di breve durata. Giocare e scherzare con l'eternità, oh no, non conviene! Ditelo a quei figli che vogliono seminare stragi e disordini. Un soffio è la vita, un lampo che, mentre guizza, già scompare. È una preziosa perla che non va gettata. Quando vi viene voglia di lamentarvi e di rimpiangere salute, giovinezza o qualsiasi altro bene, pensate che tutto è vanità fuorché amare e servire il Signore, e che le vostre privazioni, sopportate, valgono quanto un tesoro per risanare il mondo.

Arrivederci, figli.

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