Preghiera fiduciosa e coerenza

 


11 Marzo 1975

Figli diletti, sono con voi per accompagnare la vostra preghiera ed avvalorarla.

Sono la Madre vostra immacolata, la celeste Tesoriera di tutte le grazie. E che cosa non posso ottenere a coloro che umilmente chiedono, fortemente mi amano e docilmente al volere di Dio si sottomettono? Tutto potete ottenere, figli. È una grande cosa il poter avere una Mamma presso il trono di Dio che, essendo stata una creatura umana come voi, capisce tutti i vostri bisogni e le vostre debolezze, per cui non le è difficile farsi vostra interprete.

Io perciò v'incoraggio a non limitare mai le vostre richieste. Dovete essere generosi anche nel chiedere ed avere una fiducia ancora più grande. La fiducia è confidenza, è fede, è speranza, è sicurezza di essere compresi ed esauditi. Non dite che tante volte avete chiesto e non avete ottenuto, perché molti doni sono a voi sconosciuti o non amati o non capiti. Ricordate che il Signore vi dà i vestiti secondo le stagioni, cioè vi dà, momento per momento, ciò che vi occorre.

Pregate così, chiedendo ciò che è meglio per la vostra vita terrena ed eterna in base alla volontà di Dio. Quando si ha una fede semplice, si è sereni come quei bambini che la mamma stringe al suo seno e che difende da tutti i pericoli.

Ora voglio accennarvi una pagina del Vangelo quanto mai significativa. Gesù è incamminato verso il tempio di Gerusalemme e, passando accanto ad una piscina, vede steso sul suo lettino un paralitico. Erano trentotto anni di malattia che lo inchiodavano a letto. Gli fa tanta pena e gli domanda: "Vuoi guarire?". Alla sua risposta affermativa, Gesù gli dice: "Alzati, prendi il tuo lettino e cammina". Il paralitico ubbidisce, ma, andando per la strada, alcuni Giudei lo vedono e si affrettano a fargli osservare che non deve fare quella fatica, essendo giorno di sabato, e vorrebbero sapere chi l'ha guarito. Il paralitico non lo sa dire perché non conosce Gesù.

Mi fermo per farvi riflettere un momento. Sempre così succede nel mondo. I molti "paralitici" che vengono risanati, sia moralmente che spiritualmente, non conoscono Gesù, perciò non sanno riconoscere la mano che li benefica. Eppure Gesù passa ancora nel mondo e i miracoli si ripetono incessantemente.

Qualche volta si teme di essere ridicoli, di essere qualificati troppo religiosi, perciò si preferisce tacere. Ma anche i buoni, molte volte, non sanno riconoscere la mano provvida di Dio, che interviene nelle vicende della vita per regolarizzarle e per risanarle. Si fa ancora nel mondo come fecero i dieci lebbrosi guariti da Gesù, di cui uno solo ritornò sui suoi passi. Quanto è gradita a Dio la gratitudine, specie quando fa ritornare in sé e riflettere sui suoi doni!

Così il paralitico si incontrò più tardi nel tempio con Gesù, lo riconobbe e Gesù gli disse: "Eccoti guarito, ora non peccare più". Figli, la salute è un dono di Dio e molte volte il peccato è causa della sua perdita. Ma, se mediante la Confessione si risana l'anima da quella lebbra spirituale da cui è affetta, i cristiani dovrebbero essere ansiosi di accostarsi a questo sacramento e dovrebbero sentire ripetere alla propria mente e al proprio cuore, l'invito del mio Figlio: "Va, sei guarito, ora non peccare più".

È pur vero che anche l'anima, come il corpo, sente il peso della propria debolezza e le cattive inclinazioni e le tentazioni fanno sì che spesso vengano annullati i propositi più sinceri, ma se non mancasse qualche volta il ricorso a Dio a rafforzare la volontà e se non ci fosse troppa sicurezza di sé, non vi pare che potreste essere più forti e più costanti nel bene?

Vi voglio far notare un altro particolare di questo brano evangelico. Quando i Giudei seppero che la guarigione fu operata in giorno di sabato e per di più da Gesù, si diedero a perseguitarlo e lo cercavano per farlo morire.

Ecco, figli, il mondo si comporta sempre così. Se vi sono malati nel corpo o nello spirito, li abbandona; infatti il paralitico, in trentotto anni, non aveva trovato un'anima buona che lo gettasse nella piscina quando si muovevano le acque. Ma se una persona, incontrando Gesù, cioè ritrovando la fede, cambia vita, incontrerà anche le critiche e le mormorazioni di molti. Se fate bene, troveranno che è un bene fuori di posto, e addurranno dei motivi anche validi per giustificare le loro insinuazioni. Se volete fare un gruppo di preghiera nella vostra casa, vi diranno che c'è la chiesa per pregare. Se vi spostate per andare altrove, vi diranno fanatici. Se fate delle opere buone, vi diranno che le fate per farvi vedere o che trascurate la vostra casa. Se poi vi accontentate di ciò che fanno gli altri, potranno dirvi che siete egoisti.

Non riuscirete mai ad accontentare i cosiddetti farisei, che guardano l'esteriorità e non cercano di migliorare. Voi siate coerenti. Chiedete insistentemente a Gesù e a me di poter essere sani di mente e di corpo, sani nell'anima per poter lavorare per la diffusione del regno di Dio. L'opinione altrui adoperatela, se vi serve per un esame di coscienza, per il resto vi basti il giudizio di Dio.

Ora vi benedico tutti, cominciando da coloro che hanno più bisogno, sia per le mansioni che hanno come per le responsabilità di cui sono carichi. Tutti vi metto sul mio cuore.

Arrivederci.

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