La vostra giovinezza non deve tramontare

 


10 Marzo 1978 (a Saronno)

Figli miei, eccomi qui con voi per continuare un discorso che avete iniziato col primo giorno di Quaresima. Dovete continuare a dar morte a quell'uomo vecchio che insistentemente vuole prevalere, per dare vita all'uomo nuovo, che vi fa vivere una vita divina e che vi fa risorgere quotidianamente con Gesù fino al giorno in cui, allo squillo delle trombe meravigliose che annunzieranno la risurrezione finale, i vostri corpi si riuniranno all'anima per essere glorificati in Cristo risorto.

Voglio invitarvi a volgere il vostro pensiero alla primavera, che già si va delineando con un clima più mite e coi primi germogli che spuntano sui rami finora stecchiti. Voglio invitarvi a riflettere sulla vita del cristiano: essa è meravigliosa e, nel suo decorso, presenta una somiglianza con la natura. La vostra primavera, però, che può essere ormai trascorsa per il passare degli anni, o può essere all'inizio per la giovinezza incipiente, deve durare sempre. Devono cioè, nei vostri cuori, nell'anima vostra, spuntare continuamente nuovi germogli di vita e di bene, poiché il cristiano ha la capacità di mantenersi sempre giovane.

La giovinezza è quell'ardore di fede e di carità che accompagna i vostri giorni, e che vi fa intraprendere sempre nuove opere a beneficio dei fratelli e a gloria di Dio. Giovinezza è quella serenità che sapete mantenere, anche quando le avversità vi travolgono e i contrasti familiari o sociali minacciano di togliervi la pace. Giovinezza è quella tenace fedeltà al proprio dovere, che vi rende intransigenti con voi stessi, che vi fa accettare il sacrificio e che vi fa correre in aiuto di chi è nel bisogno.

La vostra giovinezza non deve tramontare. Essa fa capo a Dio, che non conosce età e davanti al quale tutto è presente. Se rimarrete uniti a Dio, passino pure le primavere, venga l'estate o l'autunno: voi sarete fieri della vostra fede, come il giovane soldato è fiero della sua bandiera. Rimarrete attaccati all'albero maestro, anche se minacciose si alzano le onde. Sarete sempre come vedette attente per scoprire i bisogni del vostro prossimo, e sarete pronti ad intervenire per aiutare, difendere, confortare tutti.

Se sarete con Dio, non verrà mai meno in voi la fiducia. Non vi sentirete depressi e tristi, perché Egli sarà vostro scudo e vostra forza. Non defletterete mai dalla via del bene; essa è difficile, ma, se il vostro ideale sarà quello di raggiungere la Patria, non vi verrà meno il coraggio, anzi, sarete sempre preparati al combattimento.

Vi è però nella vita un impegno che esige questa unione con Dio: è il compimento della propria missione. Vi è una frase che puntualizza questo pensiero, che dice: Ognuno ha il suo destino dal dì che nasce. Io vi prego di mettere al posto della parola destino, la parola missione, e voglio che siate convinti che veramente ciascun uomo non viene a caso sulla faccia della terra. Ciascuno ha il suo compito da assolvere, la sua importanza nella vita del mondo, e deve dare il suo contributo di amore, di dolore, di lavoro.

Nessuno deve chiedersi sfiduciato: Perché sono venuto al mondo? Che cosa faccio al mondo? Nessuno deve sentirsi inutile! Quand'anche le gambe non volessero più camminare, le braccia non volessero più muoversi, gli occhi non dovessero più vedere, ancora potreste continuare a compiere quella missione per cui siete nati. La vita umana diventa puramente vegetativa, e potete dire inutile, anzi, dannosa agli altri, quando il peccato la separa da quella vita divina che è indispensabile alla comunione con l'umanità, per beneficarla, e alla comunione con Dio nell'azione continua di lode.

Ciascuno di voi, dal sorgere del sole fino al tramonto, può ritenersi al servizio di Dio, nel compimento di quei doveri che la professione, lo stato di vita scelto, o il ministero da Dio affidato, esigono. Quale sarà la ricompensa di questo servizio che annuncia copiosi frutti di bene? La ricompensa è umana e divina! La perenne giovinezza di chi agisce in tal modo è una fonte perenne di gioia.

Chi più contenta di una mamma, che sa d'aver fatto tutto il possibile per rendere contenti i membri della sua famiglia? Chi più soddisfatto di uno studente che, dopo aver fatto il proprio dovere, vede coronati i suoi sforzi e raggiunge la meta prefissa? Chi più soddisfatto del medico che, dopo aver assiduamente curato i propri pazienti, li vede migliorare e guarire? Chi potrà dire la soddisfazione di un sacerdote o di una religiosa, quando vede che le sue fatiche maturano nella riconoscenza, in una conversione generale e totale?

Ebbene, figli, questi punti di arrivo sono grandemente soddisfacenti e possono riempire di gioia, ma io vi dico che, anche se l'esito non fosse buono, per chi compie il proprio dovere nella certezza di fare la volontà di Dio, vi è ugualmente una gioia intima che nessuno può distruggere. Se poi conosceste i risultati che un'anima può conseguire adempiendo con fede, con amore e con una certa perfezione la volontà di Dio, sono certa che restereste veramente meravigliati, e che ciascuno di voi vorrebbe impegnarsi per arrivare a quell'altezza.

Che cosa farete, dunque, in questi giorni di preparazione alla Pasqua? Ciò che vi ho detto all'inizio, e, mentre toglierete dall'anima vostra tutto ciò che dispiace a Dio e che vi fa invecchiare, favorirete la nascita e la crescita di quelle virtù che vi fanno giovani. Desidero che togliate dalle vostre abitudini i brontolamenti, le critiche, le mormorazioni, le lamentele di tutto, che sanno di vecchio, e che introduciate il canto pulito che eleva il sorriso, che rende tutti più buoni, e la serenità, che porta buon umore in famiglia.

Così vi voglio, figli, e intanto vi benedico tutti. Benedico gli studenti presenti. Sappiano, coloro che vorranno essere medici, che quella della medicina non è una professione, ma una vera missione, tanto simile a quella svolta da Gesù sulla terra; e sappiano che, curando i corpi, qualche volta potranno risanare le anime, se si terranno uniti a Dio mediante la grazia.

Benedico le vostre croci e le rendo leggere. Amatele! Sopra di esse vi è il mio Figlio.

Buona Pasqua, figli, vi amo tanto!

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