La legge e i profeti

 


27 febbraio 1972

Figli miei diletti, eccovi qui sempre solleciti di apprendere e di amare.

Io sono qui con voi e vi voglio come al solito esprimere il mio affetto materno, con cui ogni mamma che viene da lontano saluta e abbraccia i suoi figli.

Io desidero il vostro bene e lavoro per voi senza riposo perché vi voglio sapienti e buoni sulla terra e felici e gioiosi in cielo. A questo scopo indirizzo le mie lezioni.

Oggi vi invito a venire con me sopra il monte Tabor, dove il mio Gesù volle portare i suoi tre fidi apostoli: Pietro, Giacomo e Giovanni, e vi voglio mostrare quei due personaggi che durante la trasfigurazione del mio Gesù apparvero al suo fianco: Mosè ed Elia.

Forse non avete mai pensato al motivo per cui essi apparvero e al significato di questa apparizione.

Mosè fu il grande condottiero del popolo ebreo, che da Dio stesso aveva ricevuto le tavole della legge sulle quali erano scritti i comandamenti di Dio, ed Elia fu un grande profeta che fu portato in cielo sopra un carro di fuoco.

Vi tiro subito la conclusione, ed è questa: per partecipare alla trasfigurazione del Figlio di Dio, cioè per vederlo nella sua gloria e per poter voi stessi trasformare in Lui la vostra vita, dovete praticare la legge del Signore e credere le verità che Egli stesso vi ha insegnato e che sono pervenute a voi mediante la Chiesa e i profeti.

Molti cristiani purtroppo hanno completamente scordato i comandamenti di Dio e molti miei ministri ritengono inutile insegnare il decalogo, che racchiude nei suoi brevi comandi tutto ciò che è necessario evitare o fare per piacere a Dio.

È vero che la legge morale è stata impressa da Dio nel cuore dell'uomo e che la voce della coscienza acconsente oppure accusa quando si mette in pratica la legge o la si trasgredisce. Ma figli, molte volte l'abitudine al peccato ed al vizio soffocano questa voce e fanno dimenticare la legge di Dio, per cui è veramente necessario, anzi impellente, ritornare allo studio dei comandamenti, ravvivando la memoria e procurando di farli conoscere anche agli altri, specie ai bambini e ai giovani.

Il pensiero di Dio tornerebbe più facilmente alla loro mente ed il pensiero della presenza di Dio li terrebbe lontani dai pericoli e dal male.

Quanti giovani hanno fatto e fanno del loro corpo e del divertimento il loro Dio. Come gli antichi pagani, adorano anche senza dirlo delle false divinità, degli idoli ai quali sacrificano tutto ciò che di più bello vi è nell'età della giovinezza.

Quante persone ritengono di essere autorizzate a dispensarsi dal frequentare la chiesa e di assistere al divin Sacrificio solo perché il terzo comandamento, "Ricordati di santificare la festa", è scomparso dalla loro memoria.

E i vecchi genitori e i giovani sposi come sarebbero meglio trattati, se fosse stato meglio impresso nel cuore e nella mente dei figli il quarto comandamento che invita ad onorarli, rispettarli, aiutarli ed obbedirli.

Non vi sto a parlare a lungo del quinto comandamento, "Non ammazzare", che moltissimi dicono di non commettere, mentre è tanto diffuso questo peccato. Quante piccole vittime dell'egoismo umano ci sarebbero di meno! Quante meno calunnie ci sarebbero, che sono come fucilate morali che distruggono il buon nome, la fama di molte persone.

Così, di questo passo, potremmo scorrere tutta la legge, ma mi riservo di continuare un'altra volta, per sottolineare in questo momento la presenza di Elia.

Vi sono molte persone, anche e soprattutto coloro che ritengono di avere il monopolio della sapienza, che dicono che l'epoca dei profeti è finita con la venuta del Salvatore. No, figli! Da quando esiste il mondo e finché esisterà, vi saranno sempre i profeti. Tra essi dovete distinguere due categorie.

Vi sono i profeti scelti dal Signore per predire le cose future, nascoste agli occhi degli uomini. Vi furono profeti che preannunciarono la nascita di Gesù e ne raccontarono per filo e per segno la sua vita, così da poterla costruire prima ancora che Egli comparisse sulla terra. Vi furono profeti che minacciarono castighi e che invitarono a penitenza, come Giona per i Niniviti.

Ed anche dopo la venuta del mio Figlio, lungo i secoli vi furono religiosi e sacerdoti, religiose e mamme di famiglia che si fecero interpreti della voce e della volontà di Dio così da guidarne tutti gli avvenimenti. Perfino degli umili pastorelli o delle bambine semplici furono chiamati a questo grande compito.

Ma vi è un'altra categoria di profeti e sono gli annunziatori della verità. A questa categoria appartengono tutti i miei ministri, i successori degli apostoli e dei discepoli del mio Gesù, che hanno ricevuto il compito di andare ad istruire annunciando le verità della fede. Ad essi si uniscono coloro che per un compito particolare sono chiamati a scrivere o ad annunciare la divina Parola.

Ma anche tutti voi potete essere i miei profeti, di cui sono Regina. Se voi farete attenzione ai miei insegnamenti e dopo averli ben assimilati, dopo aver invocato la luce dello Spirito Santo, li farete conoscere, voi sarete i miei profeti.

Come vorrei che foste tutti annunciatori del Vangelo! La trasfigurazione non sarebbe un fatto sporadico, ma un fatto comune e di tutti i giorni. Vi ricordo che chi insegnerà a molti la verità e la giustizia, brillerà di una luce particolare nel cielo.

Figli, vi benedico e, abbracciandovi, v'invito a dire per voi e per tutti i profeti della terra: Regina dei profeti prega per noi. Sarò prodiga a tutti di aiuto e di grazia.

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