La preghiera e il lavoro

 


8 Gennaio 1975 (a Muggiò)

Figli tanto cari al mio cuore, siate benedetti, perché, rinunciando alle vostre occupazioni e al riposo forse a voi necessario, avete voluto venire qui per offrirmi un mazzo di rose. Io le raccolgo dal vostro cuore, queste rose, e le offro al mio Bambino perché le tramuti in tante grazie.

In questi primi giorni dell'anno, tutti vanno scambiandosi auguri e felicitazioni. Io voglio imitarvi e voglio io pure augurarvi un anno ricco d'ogni bene, sia nell'ordine naturale che spirituale. Desidero di vedervi felici, così come le mamme desiderano ogni bene per i loro figli. Affinché i miei auguri si possano tramutare in una realtà, vi invito a fare in modo che nella vostra vita non manchino mai la preghiera ed il lavoro.

Il legame che vi unisce a Dio e a me è quello della preghiera, che, partendo dal cuore e dalla mente, vi mette in grado di ottenere dal cielo tutti quegli aiuti che vi sono indispensabili. Soprattutto la grazia di Dio vi è indispensabile per essere felici. Voi sapete che il cristiano, per quanto buono e volonteroso, non può per lungo tempo mantenersi in grazia se il Signore non lo aiuta. È necessaria la preghiera per poter fuggire il peccato, per superare le difficoltà che il vivere cristiano presenta, e per vincere le tentazioni che vengono non solo dall'esterno, dal mondo, ma anche dal vostro interno.

Vi sono tentazioni a cui molte volte potete acconsentire anche inavvertitamente. Quando la sfiducia vi prende e tenta di allontanarvi dal bene, quando un senso di noia cerca d'introdursi nelle vostre pratiche di pietà, quando il dubbio vuol farsi strada e vuol farvi credere inutile il pregare e fare sacrifici, è il momento buono di attaccarvi con più forza alla preghiera e di supplicare il Signore perché vi dia perseveranza e fede sicura.

Ma chi potrebbe pensare di essere autosufficiente e di poter arrivare al paradiso con le sole sue forze? Non sono forse caduti i cedri del Libano, cioè quei personaggi che vantavano davanti a Dio sapienza e forza? Chi potrà essere così audace e così superbo da ritenersi più sapiente di Dio, che ha assicurato la salvezza dell'uomo legandola alla preghiera? Non ha forse detto Gesù: "Pregate senza interruzione"? E non ha assicurato dell'efficacia della preghiera dicendo: "Tutto ciò che chiederete al Padre in nome mio Egli ve lo concederà"?

È necessario, è indispensabile per voi che non tralasciate mai la preghiera. Essa dev'essere per voi come l'ossigeno dell'anima vostra. Se pregherete e pregherete bene, avrete pazienza, avrete bontà, avrete forza, avrete umiltà e carità, perché Dio dona tutte queste virtù ai suoi figli che gliele chiedono. Pregate al mattino per offrire a Dio la giornata che state per cominciare, ma sappiate anche trasformare il vostro lavoro in preghiera con quelle invocazioni così preziose che salgano verso Dio momento per momento.

Osservate ciò che fanno i bambini quando studiano, o leggono o giocano sotto lo sguardo del papà o della mamma. Quante volte li chiamano per avere aiuto o per avere una spiegazione! E voi non siete forse i bambini di Dio, e non vorrete rivolgervi a Lui almeno quanto i vostri figli si rivolgono a voi?

Il lavoro è un mezzo di santificazione e di penitenza. Il lavoro è un castigo e un premio. Se viene compiuto in grazia di Dio e offerto a Dio, diventa un mezzo per convertire e redimere il mondo. Così lavorai io, in compagnia di Gesù e di Giuseppe nella casa di Nazareth, e il nostro lavoro dava gloria a Dio e preparava la redenzione. Quando le vostre mani non si muoveranno più con agilità, perché gli anni le avranno rese inadatte ai lavori comuni, vi resterà un lavoro facile da compiere, quello di far scorrere fra le vostre dita la corona del rosario; ma intanto, non trascurandone la recita, fate che non vi sia mai doloroso di essere attivi e laboriosi.

Il lavoro è una moneta che può essere preziosissima, quando con esso potete dare consolazione ed aiuto a coloro che sono forse costretti all'inoperosità dalla malattia o dalle infermità. Date gioia a tutti mediante la vostra attività. Più date gioia agli altri e più il vostro cuore gioisce. Come dovete essere disponibili verso il Signore, perché Egli possa adoperarvi come meglio crede per le sue opere, così dovete essere disponibili verso il prossimo, non negando mai il vostro aiuto a chi ne è desideroso. Asciugate le lacrime di chi soffre e non fate mai piangere nessuno.

Desidero che quest'anno scorra per voi in grande serenità ed armonia col vostro prossimo. Se saprete mettere in pratica i miei insegnamenti, camminerete per la via del Signore come stretti da un'unica cordata. Vedo che molti tra di voi sono già alla terza età. Vedo chi non vede, chi sente poco, chi ha acciacchi e pene. Se vi dovessi dire di salire una montagna, forse tutti vi rifiutereste, perciò la cordata sarebbe impossibile in un senso umano. Se però tutte le difficoltà le portate su un piano spirituale e le chiamate croci, un aiuto vicendevole è assolutamente indispensabile. Dovete darvi una mano. Chi ha una croce, trovi la preghiera e l'affetto degli altri. Chi pensa di non farcela più, senta il sostegno degli altri. Ricordate che tutti avete bisogno di qualche cosa e tutti avete qualche cosa da dare.

Il programma vostro sia perciò così concepito: Voglio con la preghiera trovare la forza di compiere il mio dovere. Voglio col lavoro glorificare Dio e dare aiuto al mio prossimo. Voglio essere sempre disponibile con Dio perché faccia di me ciò che vuole, e disponibile con tutti così d'asciugare molte lacrime.

Vi benedico, figli, ad uno ad uno. Arrivederci!

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