Riflettete sulle virtù di Giovanni

 


11 Dicembre 1977

Figli diletti, eccomi qui per donarvi quell'alimento spirituale che deve fortificarvi e darvi sempre nuove energie di bene!

Sono Mamma vostra e sono una Mamma in attesa. Attendo la rinnovata nascita del mio Gesù nei cuori, per un Natale veramente santo nelle vostre famiglie, nella Chiesa e nel mondo.

Per essere più certa dell'efficacia della mia parola, v'invito a ripensare a ciò che Gesù rispose ai messaggeri mandati da Giovanni per chiedergli se Egli era veramente il Messia: "Dite a Giovanni: i ciechi vedono, i sordi odono, gli storpi camminano, i morti risorgono e ai poveri viene annunciata la buona novella". Ecco la carta d'identità con cui Gesù si presenta al mondo! È la sua vita, sono le sue opere che parlano per Lui.

Voglio entrare subito in argomento. Il mondo vuol sapere chi sono i cristiani, ed ognuno di voi deve poter rispondere citando tutto ciò che compie nella propria vita. I cristiani infatti sono i battezzati che osservano la Legge di Dio, che consiste in modo speciale in due comandamenti, che riassumono tutta la dottrina cristiana e che sono la pienezza della Legge.

I cristiani amano Dio e amano il prossimo per amore di Dio, per cui, tutto ciò che è bene nella vita privata e sociale, lo vanno compiendo per essere d'aiuto a tutti.

Ma vi è una nota particolare nel comportamento di Gesù, che Egli cita per ultimo, ma sulla quale s'incentra tutta la sua azione: "Ai poveri viene annunciata la buona novella". Ecco, figli, ciò che deve formare la vostra preoccupazione maggiore: il vostro amore per Dio e il prossimo deve portarvi ad esercitare quella evangelizzazione senza la quale le vostre opere buone, compiute a favore del prossimo, minacciano di restare, pur essendo buone, lettera morta.

Ma chi sono questi poveri a cui dovete portare i miei insegnamenti, che sono l'eco del Vangelo? Sono le anime semplici che, conoscendo la loro miseria, la loro incapacità e la loro debolezza, vogliono essere aiutate anche da voi con quell'aiuto che io vi do. Sono coloro che, senza presunzione ma con fede, accettano lo straordinario di cui è pieno il mondo, riconoscendo in esso la potenza, la scienza e l'infinita e universale presenza di Dio.

È il momento più solenne della vita di Gesù, quello in cui, dopo aver fatto conoscere il suo amore per gli uomini, dice ad essi: "Andate in tutto il mondo e predicate il mio Vangelo ad ogni creatura". È la missione che voi pure ricevete qui, quella di essere apostoli e di portare ai vostri fratelli la luce e l'aiuto di cui necessitano.

Ma voglio citarvi un altro piccolo passo evangelico. Gesù lascia partire i messi di Giovanni, e poi tesse le sue lodi dicendo: "Che cosa siete andati a vedere nel deserto? Forse una canna sbattuta dal vento? Forse un uomo avvolto in morbide vesti? O siete andati a vedere un profeta? Sì - aggiunge Gesù - più che un profeta". Desidero farvi riflettere perché abbiate a considerare le virtù di Giovanni, che devono essere pure le vostre.

Una canna sbattuta dal vento è il simbolo dell'incostanza. Giovanni era il forte. Ecco la prima virtù che vi necessita: la costanza nel bene, che è come una forza che vi fa tener fede ai vostri propositi, anche quando soffiano i venti contrari che vorrebbero sradicare dalla vostra vita spirituale la fede; che vi fa essere tenaci nell'osservare quelle regole che, anche se costano rinunce e sacrifici, servono a rafforzare l'organismo, così da non renderlo inefficiente e molle; che vi fa credere a quelle verità che, se abbracciate solo a metà, possono diventare errori ed eresie.

Figli, non siate mai come canne sbattute dal vento. Ciò in cui credete non è una cosa di vostra invenzione. La vostra fede è basata sulla rivelazione e sugli insegnamenti di Gesù e per questa fede milioni di martiri hanno dato la vita.

Ma proseguiamo. Dice Gesù: "Forse Giovanni è avvolto in morbide vesti?". Qui voglio proprio lodare la vostra semplicità, che non vi fa sciupare in indumenti e cose vane ciò che può e deve essere destinato ai poveri. E permettetemi di dirvi che, se è vero che non è l'abito che fa il monaco, è però tanto bello vedere il monaco col suo abito! Ma anche se questo argomento mi sta molto a cuore, poiché il sacerdote e il religioso devono avere nell'abito una difesa ed una distinzione tanto necessarie, io mi riferisco a tutti i cristiani, che devono manifestare con l'abito che vestono quel senso morale e quelle virtù in cui credono e che devono praticare. Vi basti giudicare certi spettacoli televisivi, per dire se il senso del pudore esiste ancora nel mondo!

Voi dovete essere cristiani veri, che in tutto manifestano la loro coerenza anche nel vestito, che deve coprire il corpo e custodirlo come tempio di Dio.

Vi accenno appena il terzo insegnamento che vi viene da Giovanni. Egli è il profeta. Ogni cristiano deve essere tale, deve cioè annunciare Dio e preparargli la strada. Figli, vi dissi molte volte che dovete, alla mia scuola, divenire maestri. Siate assidui, siate costanti, siate esemplari! Sarete profeti, e la fede, anche per mezzo vostro, sarà più conosciuta, più amata, più osservata.

Vi benedico, figli! Sono con voi! Arrivederci.

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