Quali sono i desideri di Dio

 


20 Novembre 1977

Figli miei, quanto desiderio di bontà e di bene anima i vostri cuori! Io gioisco, perché di questi desideri mi servo per dar vita a quelle opere che il Signore vede necessarie nel mondo.

Il desiderio è come la radice, da cui viene il germoglio e poi la pianta. Se non aveste desideri buoni, voi sareste come quelle persone innocue, ma incapaci di produrre.

Dovete coltivare i desideri buoni, ed estenderli sempre più fino a far loro assumere proporzioni infinite. Ma come potrete realizzarli, se siete così limitati nella vostra possibilità? Ecco, voi dovete far vostri i desideri infiniti di Dio. Dovete unirvi al Figlio di Dio, Gesù Cristo, e a me, nel chiedere tutte quelle cose che possono portare beneficio a tutta l'umanità. Come potrà il Padre rimanere indifferente alle vostre richieste, quando sono presentate dal cuore di Gesù e dalla Madre sua?

I desideri di Dio riguardano la vostra salvezza e quella di tutti, la santità vostra e quella di tutti, la felicità terrena e quella eterna. Quanto dispiace al Signore quell'egoismo per cui molti fedeli non sanno guardare un metro più in là del proprio naso! Pare che venga a mancare il terreno sotto i piedi a certe creature, che non pensano che a chiedere di star bene fisicamente!

Pensate, figli, quante persone malate nel corpo soffrono per anni e anni, senza altro sollievo che quello della fede! Quanto bisogno avrebbero costoro di sentire la solidarietà di chi è sano, l'affetto e la comprensione dei vicini e dei lontani! Eppure, se avete desideri buoni e li immergete nel cuore di Dio, pensando a questi malati e pregando per loro, voi avete la possibilità di aiutarli. Avete poi, al tempo stesso, la capacità di offrire i vostri malanni, così da non sentirli o da trascurarli, per pensare a coloro che soffrono molto di più.

Ma vi sono pure i malati nello spirito, che comunemente chiamiamo peccatori. Sono coloro che vivono in peccato mortale, senza preoccuparsi di guarire, di reinserirsi nell'albero della vita. I desideri del cuore di Dio sono questi: che tutti gli uomini lo conoscano, l'amino e lo servano.

Molti genitori vorrebbero vedere la loro famiglia unita come da un solo vincolo. Vorrebbero che ci fosse armonia e avere collaborazione, riconoscenza ed affetto da parte dei propri figli. Purtroppo, le diversità di vedute, di carattere, d'idee, i diversi sentimenti nutriti per gli altri, e un'infinità di circostanze, in cui non vengono a mancare le tentazioni e le debolezze, servono a dividere e a distruggere l'amore.

I genitori soffrono giustamente, ma restringono e concentrano le loro preoccupazioni su quell'unico problema familiare.

I desideri di Dio riguardano tutta la famiglia umana, e ciascuno di voi deve allargare le proprie vedute fino a preoccuparsi, almeno spiritualmente, di assecondare questi desideri infiniti.

Così, nella vostra vita, entra il sacerdote come amico per darvi quei doni del cielo che, per missione e per incarico, deve distribuire. È bella la riconoscenza e piace al Signore, ma tutti i sacerdoti del mondo devono ricevere il vostro affetto e la vostra preghiera. Sono gli uomini di Dio che, rinunciando alle gioie umane, sono destinati a diffondere gioie divine, ma le tentazioni e le difficoltà presenti fanno di loro dei poveri tra i poveri, bisognosi più di loro di aiuto morale e spirituale.

La larghezza del vostro cuore deve raggiungere tutti: coloro che stanno per cadere, coloro che sono caduti, coloro che aspirano alla perfezione, e coloro che, depressi per mancanza di comprensione e di aiuto, guardano alla loro vocazione col dubbio o come una croce troppo pesante che non si sentono di continuare a portare. Ma vi sono anime più bisognose di loro? Oh! sì, ve ne saranno, ma certamente un sacerdote santo fa un popolo santo. I sacerdoti, perciò, devono essere messi in prima linea.

Vi voglio invitare in questo momento a volgere i vostri pensieri allo sterminato numero di poveri, bisognosi d'aiuto. Quale merito hanno coloro che, nati in una nazione avanzata, in una famiglia benestante, non mancano di nulla? Nessun merito, perché anche se col lavoro e con l'intelligenza hanno saputo far fiorire i propri talenti, è stato tutto dono di Dio. Ecco che, chiudendosi in sé stessi, coloro che possiedono diventano dei ricchi epuloni, a cui il padre Abramo non potrà mandare per mezzo di Lazzaro nemmeno una goccia d'acqua.

Oh, non si chiuda il cuore a nessuno, e si aiutino quelle opere destinate a dar sollievo ai bisognosi! È questa la volontà di Dio, sono questi i suoi desideri.

E finisco i miei inviti, indicandovi una grande necessità, che deve diventare per voi motivo di una fervente preghiera. Il lavoro, santificato dal Padre, divenne mezzo di vita, e santificato da Gesù che volle essere umile operaio, divenne per gli uomini da castigo a mezzo di purificazione. Purtroppo, molti disprezzano il lavoro e l'odiano, e chi lo desidera non lo trova.

A questa grande necessità e a questo dono di Dio, rivolgete i vostri pensieri! Che il Signore voglia dare a tutti il desiderio di svolgere un'attività sana e santa, che, portando benessere a tutti, faccia benedire il Signore e glorificare il suo nome.

Figli, di tutti i vostri desideri io mi faccio vostra interprete e, per ogni desiderio buono, vi benedico. Arrivederci!

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