In preparazione all'avvento

 


11 Novembre 1977

Figli miei, con quanta gioia io vi accolgo nella casa del Signore e mi trattengo con voi! Sono la Madre di Gesù, Figlio di Dio, e Madre vostra, desiderosa di darvi luce e forza, perché possiate continuare e perseverare in questi devoti incontri, e perché dai vostri cuori abbiano a partire quelle fiamme di carità che possano trasformare il mondo.

Vi accingete a trascorrere il periodo dell'Avvento, tempo di preparazione al santo Natale, ed io desidero che quest'anno abbia un'impronta tutta particolare.

L'Avvento ricorda agli uomini una triplice venuta di Gesù: quella di duemila anni fa nella grotta di Betlemme, quella che deve essere anche quotidiana nel cuore degli uomini, e quella finale, la più grandiosa, cioè la venuta di Gesù giudice, che darà a tutti gli uomini creati quel giudizio a cui farà seguito il premio o il castigo eterno.

Non è dunque un periodo trascurabile dell'anno liturgico, ma assai importante, che deve essere passato con particolare impegno e che deve portare abbondanti frutti di santità.

L'attesa di un bambino è sempre per una mamma una grande cosa, ma, se sapete che egli è il Salvatore del mondo, l'attesa non può essere privata di quei desideri infiniti che Dio stesso ebbe perché il mondo fosse risanato. Se pensate poi che questa venuta si ripete nel mondo alla celebrazione di ogni santa Messa, e se osservate il bisogno che c'è di un Redentore che cambi le menti, che riscaldi i cuori, e che muova le volontà perché gli uomini siano indirizzati al vero bene, voi capite subito che prepararsi al Natale è una cosa d'estrema importanza.

Un desiderio di bene deve perciò riempire le vostre anime. Volete unirlo al desiderio che invadeva il mio cuore, quando, ancora bambina, invocavo la venuta del Messia?

Figli, c'è qualcuno che dice che di desideri buoni è foderato l'inferno, ed io vi posso dire che quest'affermazione non è lontana dalla realtà. Ma io v'insegno come valorizzarli: fate che i desideri diventino atti d'amore di Dio, e che questi si traducano in opere di carità.

La vostra visita al presepio nel giorno natalizio deve fare di voi degli emuli dei pastori, che, pure nella loro povertà, seppero portare al mio Bambino tutto ciò che in quel momento gli era indispensabile. Quale dono migliore per Gesù Bambino del prodigarsi per i poveri, per i malati, per i bambini e per tutte quelle persone che soffrono, in cui Egli è presente per diritto e per amore!

Quando si attende un bambino, ed è desiderato, ci si prepara ad un evento gioioso. Tristi quelle famiglie in cui i bambini non sono desiderati! Essi vengono considerati come degli intrusi, come dei pesi, che vengono a rendere odiosa la vita.

È triste il Natale per chi non sa vedere in quel gioioso evento un fatto che ha un'importanza mondiale e individuale di prim'ordine. Sappiate che Gesù è al centro della storia umana e che tutto sussiste in Lui e per Lui. Egli è l'aspettato delle genti, ma poveri sono quei popoli che non vedono, nella rinascita di Gesù salvatore, il mezzo per portare in mezzo ad essi quel progresso e quella felicità che gli uomini desiderano e a cui aspirano ininterrottamente.

Ora vi ricordo una frase del Vangelo, perché abbiate a trarne quel frutto che io desidero. Gesù, parlando degli avvenimenti che si susseguiranno negli ultimi giorni, dice: "Chi è sulla terrazza, non scenda a prendere le sue cose in casa".

Io voglio che voi abbiate a capire il significato di queste parole. Chi è sulla terrazza, è in alto, è al di sopra della casa. Per prepararvi al santo Natale dovete elevarvi al di sopra delle povere cose umane, e vi devono preoccupare così poco da non dover scendere nemmeno per metterle in salvo.

Figli, quanta pena mi fanno coloro che sembrano vivere solo per l'umano! È pur vero che il corpo ha le sue necessità, ma credetemi: se gli uomini cercassero veramente il regno di Dio e la sua giustizia, come vedrebbero realizzate le loro speranze! E quel cento per uno che Dio ha promesso a coloro che hanno fede, quanto giovamento porterebbe anche ai corpi! Fatene una prova! Fate in modo, durante l'Avvento, di staccarvi un po' di più da tutto ciò che forma le vostre preoccupazioni materiali. Staccatevi un po' di più dalle vostre cose, a cui pare che abbiate attaccato il cuore, per poter beneficare chi è nel bisogno.

Vi assicuro che, se resterete sulla terrazza, cioè se i vostri pensieri saranno volti verso il cielo, vi verrà un aiuto sovrabbondante per tutte le vostre necessità.

Ed ora un ultimo pensiero. L'Avvento definitivo sarà quello che porterà Gesù, il trionfatore, con la croce in mano in mezzo agli uomini.

Disse Gesù che verrà a separare le pecore dai capri. Figli, io vorrò vedervi tutti come pecore. Che importa che vi deridano, che vi chiamino fanatici, illusi, buoni a nulla! La pecora è simbolo di mitezza e di candore. Il mio Gesù fu chiamato "la pecora condotta al macello". La vostra umiltà, la vostra bontà, la carità soprattutto, siano così forti in voi da distinguervi dai capri. Ma chi saranno i capri? Coloro che, con la loro superbia, pensano di essere superiori a Dio e di adattare Dio alla loro mentalità.

Figli, dopo un Avvento passato santamente, entri nel vostro cuore la gioia di essere figli di Dio e fratelli di Gesù Cristo. Ed io fin d'ora vi accolgo come miei, poiché Egli è il figlio primogenito. Ora vi benedico tutti ad uno ad uno.

Benedico i miei ministri che si prodigano per questi gruppi di preghiera, che nessun ostacolo potrà fermare, poiché sono voluti da Dio.

Sono con voi e vi aiuto sempre. Arrivederci, figli, e buon Avvento!

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