Preghiera e penitenza per salvare il mondo

 


13 ottobre 1974

Figli diletti, sia pace a voi e grazia ed ogni bene. Sono la Vergine che, apparendo a Fatima, chiedeva a tre pastorelli di comunicare al mondo il suo messaggio di salvezza basato sulla preghiera e sulla penitenza.

Ancora, come allora, la mia insistente richiesta è basata su questo binomio: preghiera e penitenza. Nulla è cambiato da allora e il mondo non ha capito il messaggio. Vi sono però delle oasi dove si prega intensamente, come qui, e molte sciagure sono state risparmiate agli uomini per questa devota e ardente preghiera. Vi sono mali comuni e si devono fare preghiere comunitarie per vincerli. L'unione fa la forza, e questa forza che viene da un coro di voci che salgono al cielo, ha il potere di disarmare il Padre e di indurlo ad avere ancora una volta pietà degli uomini.

Oh, sì! sorgano dovunque gruppi di anime oranti che, umilmente tesi verso il cielo, siano come dei Mosè sul monte e intercedano per tutto il popolo. L'amore che deve unire i vostri cuori fra di loro, deve essere il mezzo che, fondendoli come in una bella unità, renda la vostra voce più melodiosa e più gradita a Dio. Sì, dovete amarvi, perché non basta esser seduti gli uni accanto agli altri, ma dovete vicendevolmente capirvi nei vostri bisogni, perché la vostra preghiera disinteressata meriti di essere esaudita. Dovete amare tutti e andare alla ricerca delle anime senza prevenzione, poiché ognuno è carico di difetti davanti a Dio e voi non potete giudicare se gli altri sono più o meno cattivi di voi.

Le oasi di preghiera devono essere come fonti a cui potete e dovete attingere la fede, la speranza e la carità. Dovete perciò migliorare gradatamente e camminare verso la perfezione. Se non vi migliorate e venite unicamente qui per chiedere favori, siete come quel fico che produceva soltanto foglie. Il mio Gesù, ad ognuno che dice di amarlo, si appressa per chiedere: Se mi ami veramente, fammi vedere i tuoi frutti.

La penitenza che chiedevo a Fatima, la chiedo anche oggi. La vostra volontà, così incline all'orgoglio e al male, deve essere vinta. È la più importante battaglia che ogni uomo deve vincere, quella in cui sono impegnati Dio e il proprio io. Se con l'aiuto di Dio non riuscite a rinnegare voi stessi, come potrete dire di amarlo e come potrete accostarvi al sacramento dell'amore in cui Gesù si annienta per voi?

Figli, se il mondo non vedrà il vostro rinnovamento spirituale, come potrà cambiare? Nel mondo si vive d'imitazione. Vorreste che tutti facessero come voi? Vi sentite dei modelli? O non avete dei difetti nascosti che, se gli altri dovessero imitare, vi sentireste in dovere di rimproverarli? Coraggio, figli, l'anno giubilare che è tuttora in corso deve spronarvi alla conversione. Voi che venite qui siete i privilegiati e avete ricevuto dei doni ben grandi. Tocca perciò a voi di corrispondere e di essere fari di luce per gli altri.

Dovete fare penitenza anche per coloro che rifiutano di ubbidire ad una legge inderogabile. Ha detto il mio Gesù: "Se non farete penitenza, perirete tutti allo stesso modo". Voi siete i chiamati che, a coloro che stanno per perire, dovete allungare la mano. È la preghiera e la penitenza che salva il mondo. A voi, con rinnovato e grande accoramento, dico: aiutatemi! Se gli uomini poco apprezzano le mie lacrime, anche se sono di sangue, sappiate piangere voi lacrime di vero pentimento anche per i peccati del mondo. Se il mondo non ascolta i miei inviti d'amore, siate voi solleciti di ascoltarli e di metterli in pratica.

Ancora un invito, figli. Il mio Gesù guarì un giorno dieci lebbrosi, ma di essi soltanto uno ritornò sui suoi passi per ringraziare e lodare Dio. Voi venite qui e le grazie di ogni genere si moltiplicano. Qualche volta sono guarigioni fisiche, come la guarigione dalla lebbra; qualche altra volta sono guarigioni spirituali, che sono ben più grandi delle guarigioni del corpo. Io desidero che la riconoscenza sia il fiore gentile che spunta sull'albero della fede. Desidero che in ogni grazia che ricevete, anche se per mia intercessione, abbiate a rendere lode a Dio, come fece quel lebbroso che ritornò sui suoi passi.

Ogni grazia ha sempre lo scopo di risvegliare la fede e di portare a vivere cristianamente bene. Sapete anche voi purtroppo come avviene nel mondo. Dopo la prima esaltazione per ciò che si riceve, si lascia entrare la tiepidezza, forse anche il dubbio. Si preferisce dare ad ogni avvenimento una spiegazione scientifica o umana e così si trascura la gratitudine. Voi non dovete essere nel numero di costoro. Sì, a gran voce proclamate la bontà di Dio e la sua potenza anche nell'operare miracoli, ma poi continuate la vostra vita mettendo come gratitudine il vostro miglioramento spirituale.

Qui come a Fatima, come a Lourdes, come in ogni luogo d'apparizione, le grazie sono come petali di rose che vengono ad infiorare la vostra vita. Siate riconoscenti. Non fate come coloro che li annusano e poi li gettano. Serbateli come cosa sacra nel vostro cuore e la vostra vita sarà un inno di ringraziamento a Dio.

Vi benedico, figli, e vi raccomando, ancora e sempre, preghiera e penitenza. Arrivederci.

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