Dio è l'autore di ogni bene

 


27 ottobre 1974

Figli diletti, quanto è bello rivedere le vostre posizioni davanti a Dio per lodarlo e per domandargli perdono delle colpe!

Io sono la Vergine del Magnificat e vorrei spronarvi veramente ad innalzare ogni giorno il vostro inno di ringraziamento a Dio per tutto ciò che Egli compie nel mondo ed in ciascun'anima. È mirabile l'opera di Dio. Egli infatti conserva ciò che ha creato compiendo come una continua creazione. Basterebbe levare gli occhi al cielo durante il giorno o durante la notte, e guardarsi un po' attorno per vedere continue meraviglie, continui misteri che non potete spiegare che con l'intervento della potenza, della bontà e della sapienza di Dio. Se poi poteste vedere l'opera instancabile di Dio attorno alle anime, per rendere efficace e valida la redenzione, un canto di riconoscenza e di gratitudine si sprigionerebbe dal vostro cuore.

Dio è veramente mirabile nelle sue opere, ma vedete quanto è sciocco l'uomo: invece di risalire a Dio e di riconoscerlo come autore d'ogni bene, attribuisce a sé stesso meriti e virtù. Fanno molte volte, alcuni, come quell'asino che credeva col suo ragliare di far spuntare il sole, poiché coincideva il suo ragliare col levare del sole. È cosa quanto mai inefficace e controproducente quella di esaminare il bene che si fa, poiché l'orgoglio può distruggerlo e non renderlo gradito a Dio. È Lui solo che nelle opere deve essere glorificato, anche se non passerà inosservata nessuna azione buona, ma tutto avrà la sua ricompensa.

Avete sentito raccontare da Gesù la parabola del pubblicano e del fariseo. Tutti e due erano andati al tempio, e il fariseo sentiva persino il dovere di ringraziare il Signore per ciò che faceva settimanalmente e per quella giustizia esteriore che lo faceva giudicare dagli altri come santo. Vedete, figli, come si sbaglia quando si mette al centro della vita il proprio io? Non avrebbe sbagliato il fariseo se, dimenticando ciò che compiva anche ogni giorno, avesse tenuto presente la propria debolezza, per la quale avrebbe potuto, cadendo, diventare peggio degli altri, e se si fosse ricordato che senza l'aiuto del Signore non avrebbe potuto fare nessun bene.

È veramente deplorevole il comportamento farisaico. Qualche volta alcune persone si servono della religione stessa e del nome di Dio per ottenere ciò che umanamente desiderano. Alcuni cercano il potere, altri la posizione, altri l'onore, e così vanno avanti e mantengono le loro falsità nascondendole sotto una parvenza di bene. Anche il fariseo si comporta così e, sebbene Gesù potesse dire dei farisei che erano sepolcri imbiancati, egli va sciorinando i suoi meriti davanti a Dio come se Egli non vedesse tutto, specie le coscienze.

Com'è bello al contrario vedere il comportamento del pubblicano! Egli non osa farsi avanti, non osa alzare gli occhi e si batte il petto dichiarandosi peccatore. Figli miei, l'umanità tutta è una famiglia di peccatori, ma se ciascuno, battendosi il petto, si riconoscesse tale, avverrebbe una grande trasformazione e gli uomini sarebbero sulla strada della giustificazione.

A questi sentimenti di profonda umiltà devo indirizzare i vostri pensieri. Chi è consapevole di essere miserabile, non osa scagliarsi contro Dio e imprecare. Sapete perché la bestemmia è così facile sulla lingua umana? Sapete perché così facilmente s'insulta Dio e si negano i suoi attributi? Perché la superbia, che dà a questa misera creatura che vive sulla terra la presunzione di poter fare da sé, dà anche l'ardire di pensare di poter gareggiare con Dio e superarlo.

Povere anime, che una tentazione qualsiasi può far cadere in un baratro! Poveri esseri, che la minima contrarietà può rendere disperati! Povere creature, che per il più banale incidente possono perdere il bene dell'intelletto! Ma chi potrà convincere questi miei figli che furono tratti dalla terra e che ritorneranno in polvere? E chi potrà ancora dire a questi figli: ricordatevi che siete nulla, ma siete un nulla così prezioso davanti a Dio, che nel grande giorno della risurrezione finale sarà ricomposto da Lui e glorificato per tutta l'eternità?

Così, figli miei, vorrei che gli uomini tutti, stabiliti in questa conoscenza di Dio che è tutto, e di sè stessi che sono tutti uguali, un nulla davanti a Lui, si amassero vicendevolmente e s'aiutassero scambievolmente.

Vi voglio dire parole forti non per intimorirvi ma per correggervi. Le guerre, che tormentano le nazioni e la società, sono dovute a quest'orgoglio che fa dimenticare il Re dei re e Signore dei dominanti. Ebbene, guai a coloro che la superbia induce a far scatenare guerre civili e sanguinarie. Ma guai anche a coloro che, con tanta mancanza di umiltà, scatenano nelle famiglie quelle discordie che sono causa di tante lacrime ai componenti delle famiglie stesse.

Il battersi il petto davanti a Dio può essere un principio di conversione, ma la riconciliazione col proprio simile è il completamento. Non amareggiatevi, figli, per coloro che distruggono l'ordine sociale. Nell'ordine, nel rispetto e nell'umiltà, ristabilite i legami d'affetto che vi devono unire. Io sono con voi per cantare il mio Magnificat. L'umiltà che i genitori avranno nel compimento dei propri doveri, richiamerà i figli al rispetto e alla solidarietà coi fratelli.

Vi benedico tutti e vi amo.

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