Non siate ricchi se non per dare

 


29 settembre 1974

Figli diletti, che con sacrificio e col cuore pieno d'amore e di santi desideri, siete venuti - chi da vicino, chi da lontano - per onorarmi, siate benedetti. Io sono la Vergine delle consolazioni e consolazioni e grazie vi voglio dare.

Sono la Madre vostra, Madre di Dio, e che cosa non vorrò e non potrò concedervi? Desidero appena la vostra fede e la vostra fiducia. Se qualcuno è malato e va dal medico già con la certezza che non vorrà adoperare i rimedi da lui prescritti e pensando che il medico non lo può aiutare, certamente quel malato non potrà guarire. Se un povero va da un gran signore che possiede ogni sorta di beni, ma non chiede nulla e rifiuta i doni che il ricco gli vorrebbe fare, indubbiamente resterebbe povero.

Voi non siete certamente di queste due categorie. Il desiderio che vi ha fatto muovere i passi verso questa mia casa lo dimostra. Io sono per voi medico e medicina, perché il mio Gesù mi ha concesso di poter risanare le anime avvicinandole a Lui, e mi dà la sua grazia da distribuire a coloro che la desiderano, come medicina salutare delle anime. Andrete perciò alle vostre case, ritornerete nei vostri paesi e parrocchie con uno spirito nuovo, per cui sarete forti nella mente, forti nello spirito, forti nel cuore e tutto il corpo ne sentirà beneficio.

Che bello stare con voi, figli! Vorrei che mi teneste sempre in vostra compagnia! Io qualche volta piango per far capire i miei dolori, piango lacrime vere, lacrime di sangue, ma do tanta felicità e gioia a coloro che procurano di fare del loro meglio per consolarmi. Tutto il mondo è assetato di felicità, eppure nel mondo si piange molto. Il mio Gesù disse un giorno: "Beati coloro che piangono, perché saranno consolati". Anche voi piangete spesso, ma se avete fede, anche nel pianto trovate un conforto e, se unite le vostre lacrime alle mie, provate una vera gioia.

Il mondo scioccamente trascorre le ore e la vita, e il mio Gesù dice a costoro: Guai a voi che godete di gioie non vere e che cercate nel piacere e nelle cose passeggere la felicità, poiché queste cose vi saranno tolte e voi sarete nella tristezza e per sempre. Così, figli, il mio Gesù presentò la parabola del ricco epulone. Egli godeva e non s'accorgeva di Lazzaro, che stava alla porta ad elemosinare le briciole che cadevano dalla mensa. Poi morirono tutti e due: Lazzaro fu glorificato e il ricco fu mandato in un luogo di sofferenza.

Voi mi direte: Forse che noi dovremo passare la nostra vita come Lazzaro per meritarci una ricompensa eterna? Figli miei, se non vi è detto che voi dobbiate fare della vostra vita una mendicità, per cui sempre e a tutti dobbiate elemosinare aiuto, vi è però nella figura di Lazzaro la figura del vero cristiano insaziabile di verità, che va chiedendo aiuto spirituale per progredire nella santità. Sì, siate pure dei Lazzari alla porta dei tabernacoli, affamati di Eucaristia. Siate assetati del sangue di Gesù, che si offre per voi nella santa Messa. Siate assetati di misericordia al confessionale e sia ancora il sangue di Gesù che deterga le vostre anime. Questo farvi poveri presso Dio vi eleva e vi rende meritevoli di grazia e d'aiuto.

Guardo e vedo molte volte, anche tra persone che frequentano la chiesa, dei ricchi epuloni. Sono coloro che forse hanno ricevuto grazie a non finire, doni particolari. Hanno avuto come pranzi succulenti, per l'abbondanza della parola di Dio che si è comunicata a loro in diversi modi, ma hanno rinchiuso tutto in se stessi, ignorando i diversi Lazzari. Forse hanno fatto dei confronti, hanno osservato il male e coloro che lo commettono e sono stati giudici severi, ma non hanno saputo invitare alla loro tavola spirituale i lontani ed i sofferenti. Forse le persone di questo mondo hanno bisogno di una parola, di un sorriso, di un atto di bontà, più che delle vostre critiche e dei vostri brontolamenti, ma voi non vi siete accorti ed avete ostinatamente lasciato Lazzaro fuori della porta e gli avete negato le briciole.

Dio chiama tutti, i ricchi e i poveri. Ricordate che nessuno è così ricco da non aver bisogno di nessuno e nessuno è così povero da non aver nulla da dare. Altre volte vi sono state dette queste cose. Non rifiutatevi nulla a vicenda, siate generosi, siate buoni. Gli aiuti materiali vi rendano il prolungamento della mano provvidenziale di Dio presso i fratelli, e la diffusione della divina parola e la traduzione in pratica di quelle opere di misericordia spirituali di cui gli uomini necessitano, vi facciano portatori del Verbo, portatori di Gesù in mezzo ai poveri. Non siate ricchi se non per dare, e siate poveri nello spirito, perché l'umile accettazione d'aiuto e di preghiera da parte di tutti faccia nascere nei vostri cuori la vera riconoscenza.

Ed ora, figli, vi abbraccio, benedicendovi ancora.

Alle religiose presenti, specie a chi ha grande responsabilità, il mio incoraggiamento a lavorare in grande umiltà e amore nella vigna del Signore.

Benedico il quadro del mio Gesù coronato di spine: a coloro che, pentiti dei loro peccati, lo guarderanno, concederò il perdono dei peccati veniali e la grazia di fare una buona confessione dei peccati mortali.

Figli diletti, grazie a tutti ed a ciascuno. Gli arcangeli Michele, Gabriele e Raffaele guidino i vostri passi ora e sempre, in tutto il corso della vostra vita. Arrivederci, figli, sempre con entusiasmo e fervore.

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