Credere, servire e sperare

 


7 Giugno 1977

Figli diletti, sono con voi. Sono la Madre della divina grazia. Desidero che da questi incontri con voi vi derivi un aumento di grazia, che vi faccia crescere nella virtù e che vi aiuti a vivere cristianamente bene, così da essere modelli di vita cristiana anche per gli altri.

Abbiate fiducia in me, e fate in modo di prepararvi spiritualmente a ricevere la mia parola. Non si preparano forse le persone di questo mondo per incontrare un personaggio di alta dignità? E non vi preparate affettivamente quando dovete recarvi dalla mamma lontana, a cui volete bene? Se vi preparerete, io vi aumenterò la grazia e farò in modo che la parola e il dialogo portino frutti copiosi di carità. Ecco il punto base su cui voglio imperniare la mia lezione di oggi.

Voi vivete sulla terra. Sapete che, senza vostra volontà ma per volontà di Dio e dei vostri genitori, un giorno, più o meno lontano, avete avuto vita e avete cominciato a comunicare col mondo. Sapete anche che, dopo uno spazio di anni vissuti sulla terra, siete destinati a raggiungere Dio e a godere della sua felicità e della sua compagnia per sempre.

Ora vi domando: che cosa vuole da voi il Signore, in questo periodo che si può chiamare di passaggio o di prova? Ecco il trinomio, che è uguale per tutti ed è un programma per ciascuno: occorre credere, servire e sperare.

Occorre quindi conoscere Dio, per poter credere alla sua bontà, alla sua provvidenza, alla sua giustizia infinita. Occorre approfondire la propria fede, ma anche accettarla con semplicità. Occorre fare della fede non solo l'ancora di salvezza, ma anche la guida dei propri pensieri, delle parole e delle azioni, perché non vi sia in essi nessuna cosa che possa offendere Dio, disubbidendo alla sua Legge. "Chi crederà e sarà battezzato, sarà salvo".

Cercare la luce, cercare la salvezza, cercare la vita, è esattamente cercare la fede, perché in essa ognuno può trovare luce, salvezza e vita. La fede deve esservi compagna sempre, anche quando il dolore bussa alla porta di casa vostra, quando le contrarietà, i contrasti, le inimicizie e gli infortuni, vengono a disturbare i vostri sentimenti e le vostre ore liete.

La fede vi fa sentire come immersi nell'oceano dell'amore di Dio, vi fa godere di essere fra le sue braccia, oggetto delle sue premure. La fede vi fa godere di quello straordinario di cui è pieno il mondo, e che molti vogliono ignorare perché preferiscono le tenebre alla luce.

Vi ricordo il secondo atto che deve condurre la vostra vita: servire. Qualcuno potrà sentirsi avvilire da questo vocabolo, che indica la mansione di chi è inferiore. Eppure, io vi assicuro che nessuno può essere esente dal rendere servizio a Dio e ai fratelli senza correre il rischio di non poter raggiungere la Patria.

Come si serve Dio? Figli, la grande casa di Dio, dove Gesù vuol essere amato e servito, è la Chiesa. Far parte della Chiesa e non lavorare per il Signore, perché il suo regno si diffonda e perché Egli possa essere amato da tutti, è un vero tradimento.

Il cristiano non è un isolato che lavora per sé e che pensa a star bene. Egli è inserito in quel corpo di Gesù che continuamente soffre, continuamente s'immola e risorge. Non può rimanere inoperoso. Ogni servizio compiuto come membro, torna a beneficio di tutto il corpo; ogni servizio reso ai fratelli nel nome di Gesù, gli dà gloria e porta benessere alla Chiesa.

Chi fa parte della Chiesa, per il Battesimo che ha ricevuto e per la fede che professa, deve dare il suo contributo piccolo o grande, secondo la volontà di Dio, secondo la missione a cui è chiamato, e secondo i talenti ricevuti.

È un servizio variato e ricompensato, non tanto per la sua importanza, quanto per l'amore con cui viene compiuto. Ecco perché nell'inoperosità, nella malattia e nella mancanza di doni naturali, si possono servire Dio e i fratelli in modo anche superiore a chi è fornito di grandi doni. L'importante è che ciascuno, secondo la propria capacità, abbia a dare tutto ciò che Dio gli chiede.

Ricordate quella povera vedova, che nella cassa del tempio aveva messo due spiccioli? Eppure Gesù ebbe per lei una lode. La sua offerta era grande davanti a Dio, perché aveva dato tutto.

Così deve essere dei cristiani, e in modo particolare di voi. Dovete poter dire ogni giorno: ho servito il Signore come meglio ho potuto. L'ho servito nei fratelli, non rifiutando a nessuno quell'amore e quella collaborazione che potevo dare.

Figli, dopo il credere e il servire, lo sperare sarà una conseguenza pratica. Ditemi per chi dovreste sacrificarvi se non vi fosse un ideale da raggiungere, una meta da conquistare, una vittoria da conseguire? Vi pare che quel Dio, che retribuisce anche un solo bicchiere d'acqua dato nel suo nome, possa non premiare coloro che spendono tutta una vita nel suo servizio?

L'aldilà è la vostra speranza. Non è un'invenzione, non è un modo qualsiasi per attrarre i semplici, è una verità che non si può negare senza divenire eretici. Esiste una vita eterna, la vera vita, che deve occupare tutti i pensieri della mente e gli affetti del cuore fino al punto che ogni azione diventi utile per la conquista della palma della vittoria. Sani o malati, ignoranti o intelligenti, ricchi o poveri, la morte uguaglierà tutti e, dopo il giudizio di Dio, tutto sarà sistemato in quel regno in cui la gloria di Dio avrà il suo compimento.

Figli, vi attendo tutti, e non lasciatevi tentare e sedurre da colui che non vuole la vostra salvezza! Io vi ho preceduti, ma ci vedremo un giorno e saremo sempre assieme. Sappiate credere, servire e sperare.

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