Pregate il padrone della messe

 


24 Aprile 1977

Figli diletti, eccovi qui, accanto al mio cuore, per apprendere quelle lezioni che vi servono a camminare lungo la via della vita, al seguito del divin Maestro. Io sono felice d'istruirvi, e sono certa che non vi meravigliate se le lezioni sono alquanto lunghe. Esse devono presentare quella chiarezza e semplicità che le rendono accessibili a tutti e che non umiliano nessuno, nemmeno coloro che fossero umanamente molto istruiti.

Io vi parlo con tenerezza e con grande amore, poiché desidero che voi abbiate ad imparare da me il modo di comunicare fra voi e con gli altri. Quella bontà di cui era circondata la vita del mio Gesù, bontà infinita, devo aiutarvi a trasfonderla in voi e nel mondo, poiché solo con la bontà è possibile ottenere frutti di conversione, di sapienza e di santità.

Oggi voglio ricordarvi come, a continuare quella mirabile opera di bontà, Dio abbia chiamato altre persone, che ha rivestite di particolare dignità e potere. Voi capite di chi intendo parlare!

Il sacerdote è quel buono che deve portare nel mondo la bontà. Disse un giorno Gesù: "La messe è molta, ma gli operai sono pochi". Infatti, il campo di lavoro del sacerdote è tutta la terra. Tutti gli uomini devono sentire il beneficio delle sue azioni umane e divine. Vorrei dirvi che dove passa il sacerdote, anche con la sola sua ombra dovrebbero avvenire delle trasformazioni, proprio come avveniva quando i malati si mettevano sulla strada per attendere il passaggio di Pietro.

La pienezza del sacerdozio è nel Vescovo, che è successore degli apostoli. La sua autorità si estende su un territorio molto esteso, ossia su molte anime e su molti sacerdoti, che sono tenuti ad ubbidire. La sua responsabilità è grande, poiché egli deve edificare con l'esempio e la parola coloro che sono affidati alle sue cure, come le pecore sono affidate al pastore. Il Vescovo ha bisogno di collaborazione e di santi sacerdoti che condividano le sue preoccupazioni e le sue ansie.

Vi è nel purgatorio un numero grandissimo di Vescovi, che non furono assidui nell'esercizio del loro ministero, che lasciarono correre il male e che impedirono il bene, non rendendosi conto dell'importanza di appoggiarlo e di farlo conoscere.

Il Vescovo deve essere il portavoce del Papa, poiché, anche se nella propria giurisdizione gode dei propri diritti e di libertà di agire, deve però sottostare all'autorità del Papa, che deve essere informato di ogni cosa riguardante il bene delle anime. Il campo di lavoro è esteso e, senza l'aiuto divino, non potrebbe un Vescovo assolvere i suoi impegni e agire con giustizia e con carità.

Ecco, figli, perché v'invito a chiedere, con la preghiera fervente e assidua, santi sacerdoti! La Chiesa è nelle loro mani e, se la verità viene svisata e la carità non viene osservata, vengono a mancare le basi su cui i fedeli volgono la mente e lo sguardo.

Disse Gesù: "Pregate il padrone della messe che mandi operai nella sua messe! ". La vocazione viene da Dio, e il conservarla richiede un aiuto continuo del Signore. Le tentazioni, a cui molti sacerdoti vengono sottoposti dall'azione instancabile del demonio, sono tante e forti, per cui un sacerdote che prega poco, che non è fedele alla recita del breviario e alla meditazione, non avrà forza sufficiente per reagire.

Vi sono sacerdoti che, animati dal desiderio di andare incontro alle necessità materiali dei fedeli, arrivano a trascurare la Messa e tutte le opere tendenti alla santificazione propria e delle anime. È come svisare la loro missione. Non si rendono conto, costoro, di ciò che fecero gli apostoli quando videro che la suddivisione dei beni e le opere di carità corporali toglievano ad essi il tempo per la predicazione e le opere spirituali. Essi infatti scelsero sette laici, a cui affidarono questi incarichi perché non ne scapitasse la vita spirituale di tutti.

Figli diletti, la preghiera che deve uscire sovente dalle vostre labbra e dal vostro cuore, deve essere una supplica, perché coloro che furono scelti come successori degli apostoli e dei discepoli, non considerino la loro vocazione come un piedistallo dal quale erigersi a maestri, ma nemmeno si ritengano così indistinti dagli altri uomini fino al punto di confondersi con loro.

La dignità del sacerdote, che supera quella degli angeli stessi, deve risaltare in tutto ciò che lo riguarda, nell'umiltà della mente, nella purezza dei costumi e nella saggezza del servizio reso ai fratelli.

Il rispetto che il sacerdote deve riscuotere da parte dei fedeli, non è l'affettata simulazione di lodi o di complimenti, ma deriva dalla certezza che il sacerdote è "l'altro Cristo". Egli deve perciò, in tutta la sua vita, proporsi come modello ai fedeli.

Figli, non vi sembri strano che vi parli di loro. Voi dovete sostenerli nelle loro lotte, accompagnarli nella loro salita al Calvario e, se vi capita di vedere che le cose non vanno troppo bene, ossia che gli insegnamenti che vi vengono dati non corrispondono a quelli che la Chiesa dà come dogmi e come verità irrefutabili, dovete avere la forza ed il coraggio, uniti a tutta quella correttezza che la buona educazione esige, di avvertirli, perché ci ripensino e si correggano.

Chiedete per i sacerdoti tanta rettitudine e tanta bontà. Chiedete che siano giusti, e che si rendano conto personalmente di ciò che avviene nelle loro diocesi e parrocchie, perché non si arrivi a calunniare ingiustamente e ad impedire quel bene che il Signore vuol dare anche a mezzo di cose straordinarie.

Vi benedico, figli, ad uno ad uno. Vi sia fra voi una santa emulazione nel bene, ed io vi emulerò e vi supererò nel concedervi grazie. Arrivederci, figli! Chiamate i vostri sacerdoti e parroci a farmi visita, li riempirò di grazie.

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