La fede vi mostra Dio come Padre

 


2 aprile 1974

Figli diletti, sono qui con voi. Sono la Vergine addolorata. Sono qui per dirvi parole di conforto. Sono qui per incoraggiarvi ad accettare e ad offrire la sofferenza del cuore, della mente e del corpo, poiché questa sofferenza è una moneta preziosa con la quale potete chiedere ed ottenere da Dio che i molti figli prodighi che si sono allontanati dalla casa paterna, possano ritornare a godere dei suoi beni.

Molti di voi sono qui in lacrime e chiedono grazie. Ma mentre chiedete, siete già convinti dentro di voi che non otterrete. Vi sembrano situazioni troppo difficili perché siano accomodate. Vorreste i miracoli di conversione. Dimenticate che Dio i miracoli li sa compiere, ma vuole da parte vostra la fede. Vi sono alcuni che dicono: "Se avverrà quella guarigione, se quella persona si ravvederà, molti crederanno". No, figli, la fede sola ottiene i miracoli, non sono i miracoli che aumentano la fede. Ne volete la prova? Vi sono persone che solo per grazie speciali hanno riavuto la salute e molte altre grazie, eppure, dopo la meraviglia e la gratitudine del primo momento, sono ritornate fredde e indifferenti come prima.

Tutti avete bisogno di Dio. Se per un solo istante Egli v'abbandonasse a voi stessi, che avverrebbe? Quale rovina, quale desolazione! La fede vi mostra Dio come Padre. Ricordate la parabola di quel figlio che, dopo aver chiesto la parte dell'eredità dovutagli, se ne va lontano e la sciupa tutta nei bagordi fino a ridursi nella miseria più grande, fino a divenire custode dei porci, ridotto a cibarsi di ghiande. Osservate il padre che, ansioso, ogni giorno attende, scrutando l'orizzonte, il ritorno di quel figlio.

La bontà di Dio, assidua, vigile, intramontabile, sempre uguale e infinita, è il modello per tutti voi che soffrite della cattiveria e dei tradimenti delle persone care. La costanza nell'amare deve essere la caratteristica particolare dei cristiani, che devono amare in Dio e per Dio. Il Padre celeste non s'adira, non castiga ingiustamente, non colpisce che per richiamare al bene. Adopererà la sua giustizia infinita solo nell'altra vita e castigherà con una pena eterna coloro che, rinunciando ai suoi doni, rifiutando la sua grazia, l'hanno odiato e maledetto fino all'ultimo momento della loro esistenza. Ma fino a quel punto Egli metterà in opera ogni arte per richiamare, ed aspetterà di scorgere anche il minimo desiderio di ravvedimento per perdonare, beneficare e salvare.

Questo stesso desiderio di salvezza, che non può tramontare nel cuore di Dio, dev'essere nel vostro cuore, figli. Se la fede non vi deve far dubitare della divina potenza, la bontà e la pazienza devono essere la calamita con la quale dovete attirare i lontani.

Nessuno è sicuro di salvarsi, e chi possiede una virtù a tutta prova non può credersi così saldo nella fede e nelle opere da non dover cadere. Hanno peccato i grandi personaggi dell'Antico Testamento e sono diventate eretiche ed infedeli persone che parevano esemplari di santità. Nessuno è confermato in grazia, per cui ognuno nel timore di sbagliare deve essere molto comprensivo con chi sbaglia.

Come si possono capire i peccatori? Come si potrà amarli? Solo se si guardano le anime alla luce che viene dal Crocifisso e dell'amore che Dio porta a ciascuno. Se molti sbagliano, domani potreste sbagliare voi. È un pensiero che umilia, ma che traduce nella sua realtà quell'affermazione di Gesù: "Senza di me non potete far nulla". La salvezza dell'anima è il fatto più importante della vostra vita, perciò quel "nulla" riferitelo specialmente a questo fatto e dite: non mi potrò salvare senza l'aiuto di Dio.

Amate la vostra anima, figli, fino a sentirvi incapaci di salvarla e, nell'umiltà che vi viene da questo pensiero, vi verrà il desiderio di ricorrere continuamente a Lui perché v'aiuti momento per momento. Amate le anime e sappiate vedere in esse l'anelito continuo del mio Gesù, che null'altro desiderò che di salvarle.

Non vi spaventino le miserie, i delitti, le oscenità e le nefandezze in cui gli uomini possono cadere. C'è sempre un Padre che li aspetta e che attraverso la vostra fede, la vostra preghiera e il vostro amore, li vuol salvare. E quando qualche errante ritorna al Padre, non guardatelo con superiorità. Non pensate in cuor vostro: io non sono come quello, io ho servito il Signore fin dalla più tenera età. Non siate né gelosi né invidiosi. Purché ritrovino la via, accoglieteli anche voi come il padre del figliol prodigo. Fate festa, ringraziate il Signore e del passato non se ne parli più. Siamo d'accordo, figli?

Non lasciate mai entrare nel vostro cuore la disperazione, abbiate fiducia, rimanete sereni, facendo da parte vostra, nel miglior modo possibile, il vostro dovere. Ricordatevi che, se avete seminato bene, a suo tempo la buona semente si farà strada e metterà buoni frutti. Se aveste seminato male, se non aveste fatto tutto il possibile da parte vostra, umiliatevi, accettate le conseguenze come espiazione e pregate. Il Dio di bontà e di misericordia non aspetta altro che voi andiate da Lui a dirgli tutta la vostra debolezza e miseria per rialzarvi.

Figli, vi benedico tutti.

State trascorrendo la settimana di Passione, poi verrà la settimana Santa. Sappiate condividere le nostre pene offrendoci, come tributo, le vostre.

Arrivederci, figli.

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