Consideratevi tutti veri servi del Signore

 


11 Marzo 1977 (a Saronno)

Figli diletti, quanto vi sono riconoscente per questi raduni di preghiera che con tanta fede e con tanto amore portate avanti, superando le difficoltà che provengono un po' da tutte le parti!

Se saprete vincere voi stessi e quel senso d'inerzia che vi può allontanare dal sacrificio, oppure quel pensiero, anche più facile, che vi può mostrare molto lavoro da compiere nelle vostre case, o che vi fa supporre che questo tempo che voi dedicate alla preghiera sia tempo perduto, riuscirete facilmente a superare anche tutto ciò che può provenire dall'esterno.

Vi saranno coloro che, con un motivo qualsiasi, cercheranno di demolire quello che il Signore sta costruendo, e vorranno che la vigna del Signore, che sono le anime, non trovi nella preghiera e nell'istruzione religiosa il proprio alimento.

Voi non vi lascerete mai perdere di fiducia e di coraggio, ed io vi assicuro che i risultati che otterrete saranno meravigliosi. Voi camminerete per le vie della salvezza, sarete forti della forza che io vi darò, perché la vostra costanza deve essere ricompensata.

Il mondo è molte volte cattivo con coloro che fanno il bene. Ricordate la parabola dei vignaioli? Ve la racconto brevemente. Un ricco signore aveva comprato del terreno, l'aveva cintato, e vi aveva piantato una vigna; poi l'aveva data in affitto a dei vignaioli. Alla fine dell'anno mandò alcuni servi per farsi dare la sua parte di raccolto, ma i vignaioli li batterono e li cacciarono. Allora ne mandò altri, e furono uccisi, lapidati e bastonati. Pensò di mandare il suo figlio, e l'uccisero!

La storia della Chiesa diventa sempre più una realtà di questa parabola. Che cosa dovrete fare? Figli, consideratevi tutti veri servi del Signore, che nel mondo dovete lavorare, fare del bene e raccogliere abbondanti frutti da portare al Padrone, che è anche Padre. Non avete che da tener di mira il fine da raggiungere, e fare il bene unicamente per Dio.

Vi sono molti che nell'agire pensano di arricchirsi, di farsi una posizione, di crearsi un avvenire. Sono in errore costoro, poiché tutto finisce ed essi resteranno a mani vuote.

Ci sono però anche coloro che fanno il bene per sé stesso. Non sanno offrire. Anche se non fanno delle cose cattive, rimangono su un piano umano. Non hanno perciò nessuno slancio, né verso Dio né verso il prossimo. La vita di costoro procede piana, ma senza entusiasmi. Si direbbe che non fanno né bene né male, perché rimangono chiusi in sé stessi, pensando alla propria tranquillità e al proprio tornaconto.

Anche questo modo di agire non è cristiano, perché l'altruismo è una legge del cristianesimo, e l'interessamento del proprio prossimo è un dovere che fa parte della carità e che è imposto dalla fede, che deve rendere tutti apostoli.

Voi dovete dunque mantenere ed accrescere quel fervore che è vita. Dovete guardare in alto, e rendere la vostra vita fruttuosa per quell'amore di cui dovete animare ogni vostra azione. Sembrerà difficile questo pensiero, perché le molteplici attività distolgono la vostra mente dall'ideale cristiano; ma, se voi pensate che la vostra giornata può essere come una meravigliosa lettera d'amore indirizzata al Padre, basterà che a questa lettera voi mettiate l'indirizzo.

Sappiate fare la vostra offerta fin dal mattino, perché nessuna cosa vada perduta. Se poi, durante il giorno, vorrete ogni tanto rivolgervi al Padre perché gradisca ciò che state compiendo, sarà come rafforzare il legame d'amore che vi stringe a Lui.

Che bello, figli, se doveste vivere la vostra vita come una continua preghiera! Non vi ha detto Gesù che dovete pregare senza interruzione? Così, col pensiero abituale di Dio, darete un'anima a tutto ciò che fate. Le cose anche più umili e più semplici, le azioni più umane e anche più indifferenti, diventeranno azioni divine, che nulla avranno da invidiare a quelle azioni che io andavo compiendo nella casa di Nazareth.

Vi voglio dare un esempio che vi deve servire a ricordare ciò che il Signore vuole da voi. Voi vedete alle volte dei bellissimi fiori artificiali che sembrano veri, ma essi mancano di vita e di profumo. Ebbene, supponete di avere il potere di ravvivarli. Non vi pare che sareste molto contenti? La vostra vita, pur essendo buona, potrebbe rimanere sul piano umano come i fiori artificiali; ma, se un tocco di grazia, una preghiera fervente tocca l'anima vostra, tutto si trasforma.

Io desidero di vedere in voi come delle meravigliose aiuole, che io coltiverò e curerò, ma mi occorre la vostra collaborazione. Cose semplici, ma vive per la fiamma d'amore che le anima, devono formare il vostro patrimonio spirituale da presentare a Dio.

Vedrete che di ogni dolore, piccolo o grande, saprete fare una goccia di sangue da mettere nel calice, dove il sangue di Gesù diventa salvezza per il mondo. Ogni parola, ogni sorriso, ogni azione, diventerà quel chicco di frumento che comporrà la sacra ostia, il corpo del Signore. Così le vostre famiglie saranno da me benedette, perché in ognuna di esse vedrò la mia famiglia.

Figli, non posso finire la mia lezione senza ricordarvi una festa che mi sta tanto a cuore. Il mio sposo Giuseppe, che nel cielo ha una grandissima potenza e a cui ubbidisce ancora il mio Figlio, e al quale con grande amore io mi rivolgo, deve avere il vostro omaggio di preghiera e la vostra devozione.

Offritegli anche il lavoro perché lo santifichi, ma non dimenticatelo. La Chiesa, la società, la famiglia, abbisognano della sua protezione! Chiedete e vi sarà dato. La sua intercessione ottenga ai disoccupati, ai malati, ai bisognosi di pace e a coloro che sono turbati nell'anima e nel corpo, l'aiuto necessario.

Io vi abbraccio ad uno ad uno. Benedico i sacerdoti che assecondano i miei desideri e che fanno della preghiera un mezzo di unione delle anime con Dio e fra di loro.

Arrivederci, figli. Vi amo più di me stessa.

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