Vi dono un piccolo programma

 


27 dicembre 1973

Figli diletti, quale gioia mi procura questo vostro incontro! Al grido di disperazione, di malcontento e di imprecazione che si leva incessantemente da molte labbra e da molti cuori, voi opponete il vostro di amore, di accettazione e di lode. Siate benedetti!

Io adopererò questo rosario e soprattutto la s. Messa e ne farò un'offerta al Padre, perché voglia perdonare a chi pecca e voglia continuare su di voi la sua benevolenza e la sua protezione.

Io fin d'ora vi benedico e, dandovi un abbraccio pieno di riconoscenza, vi dono un piccolo programma, perché resti sempre viva nei vostri cuori la gioia di questo incontro.

Avete sentito ripetere nei giorni di preparazione al Natale e nel giorno del Signore, particolarmente queste tre parole: "Fiat, magnificat, sia gloria".

"Fiat" (sia fatta) fu la parola che io dissi non soltanto all'angelo al momento dell'Annunciazione, ma in ogni istante della mia vita e specie quando la volontà di Dio mi chiedeva grandi sacrifici.

"Fiat", sia fatta la tua volontà, Signore, dicevo davanti alla prova. Un duro e faticoso viaggio da Nazareth a Betlemme, un secondo viaggio da Betlemme in Egitto, un viaggio di ritorno a Nazareth con sempre nuovi pericoli, con sempre nuove tribolazioni.

Ma scorrete la mia vita fino alla morte del mio Gesù in croce, e voi vedrete come ogni "fiat" pronunciato da me, acquistava il valore di un grande sacrificio che solo la fede poteva alleviare.

Voi siete qui per imparare da me, ed io v'invito in nome di quella fede di cui il Signore vi ha fatto dono, di pronunciare questo "fiat", il vostro "fiat" in tutte le difficoltà della vita. Io vi aiuterò, e dalla vostra adesione alla volontà di Dio vi verrà sempre nuova forza, sempre nuova fiducia e speranza, sempre nuova gioia per poter portare la croce.

Vi potrei dire che vi voglio liberare dalla sofferenza. Ma ditemi: forse che stando bene su questa terra si può realizzare la felicità? Quante persone possiedono salute, onori e ricchezze, eppure vivono angosciate nell'anima e tormentate internamente. La felicità è il possesso di Dio e nessuna cosa umana può dare ciò che Dio solo può dare.

Ma guardate il cielo, figli, e là troverete persone che non hanno conosciuto sosta nei loro dolori; eppure, se doveste chiedere ad esse che cosa vorrebbero fare nel mondo qualora fosse loro possibile ritornarvi, vi risponderebbero: "Non desidereremmo altro che di soffrire per amore, per testimoniare a Dio la nostra fedeltà e il nostro amore".

Continuate perciò a fare la volontà di Dio, anche se vi è lecito di chiedere la salute come chiedere il pane quotidiano, per sempre più e sempre meglio servire il Signore e rendervi utili ai fratelli.

La seconda parola che vi ho suggerito è "Magnificat". Dal canto di lode scaturisce il ringraziamento. Non sempre però i miei figli capiscono i veri doni di Dio e tanto meno sono disposti a ringraziare. Avete visto, dei dieci lebbrosi guariti dal mio Gesù, uno solo ritornare da Lui per ringraziarlo. Ma voi che volontariamente vi siete messi al suo seguito, sentite il dovere della riconoscenza. Ecco perché v'invito a rendervi abituale la parola "ringraziamento".

Anche tra gli uomini si qualifica buona educazione quella che vi fa dire grazie ad ogni anche piccolo favore che ricevete. Fate così anche col Signore. Dite spesso: "Grazie, Gesù! ". Sarà un invito a beneficarvi maggiormente. Anche fra di voi, non è uno stimolo a farvi altri doni il ringraziare chi vi benefica?

La parola però che deve completare il vostro programma, sarà il canto degli angeli che risuonò sulla grotta di Betlemme: "Sia gloria a Dio". Ecco, figli, il punto più saliente. Ogni giorno per voi è come se doveste scrivere una lettera di grande importanza a Dio. Vi mettete tutte le vostre pene, le vostre ansie, le vostre lacrime e i vostri desideri. Scrivete tutto ciò a caratteri di sangue. Ma che varrebbe questa lettera se non ci metteste l'indirizzo? E l'indirizzo è questo: "Alla gloria di Dio".

Tutto ciò che si fa per motivi umani può non essere riconosciuto dagli uomini o male ricompensato, o vi può essere dato male per bene. Ma ciò che fate per il Signore non va perduto. Anche di un solo bicchiere d'acqua, dato nel suo nome, Egli ve ne darà la ricompensa.

Una giornata offerta a Lui è come una gemma che voi inserite nel diadema che ornerà la vostra fronte. Voi lavorate per il regno di Dio, lavorando per la Chiesa. Tutti tendono le mani a voi, hanno bisogno di voi: i sacerdoti, i giovani, i bambini, i vecchi, gli adulti, le famiglie. Tutti hanno bisogno delle vostre sofferenze e voi, donando a Dio le vostre giornate che vi sembrano vuote di opere, date a Lui il modo di aiutare tutti. Voi date a Dio per amore e l'amore opera miracoli dovunque.

Avete capito bene il vostro programma? Ebbene, seguitelo e praticatelo ed io vi assicuro che sarete più buoni e più felici.

Ed ora, mentre vi accingete ad ascoltare la s. Messa, che vi porterà Gesù presente in questa stanza come già a Betlemme, ricevete ancora con la mia benedizione la mia promessa d'aiuto.

Una benedizione particolare ai volontari della sofferenza e a chi li dirige.

A tutti i bambini e i giovani presenti la mia carezza. Arrivederci, figli miei, e tanta pace sia a voi e alle vostre famiglie.

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