Quando ha inizio la vita umana


7 Dicembre 1976

Figli diletti e tanto cari, sia pace a voi! E già cominciata la festa dell'Immacolata Concezione, ed io stessa voglio insegnarvi quali conseguenze dovete trarne perché sia di vantaggio alle anime. Intanto pensate che le parole che vi dirò, dovranno dare luce non solo a voi che le sentirete, ma anche a tutti coloro che le leggeranno lungo il corso degli anni e in molti luoghi della terra.

Io dunque, figli, sono chiamata l'Immacolata Concezione. Che significa questo appellativo, che nessuna creatura umana può riferire a sé? Significa che fin dal primo istante del mio concepimento, io fui preservata per i meriti di Gesù, mio Figlio, da quella colpa d'origine a cui tutti vanno soggetti. Io nacqui alla vita senza peccato originale.

Ecco la cosa più grave, la conseguenza più terribile del peccato dei nostri progenitori: ogni bambino viene concepito in peccato. Non è una colpa volontaria, ma una triste eredità.

Se un genitore possiede molte ricchezze, le lascia in eredità ai propri figli; ma se ha dei debiti, li lascerà pure ad essi. Se è sano, darà vita ad un corpo sano; se è malato di una malattia ereditaria, lascerà al proprio figlio come una tara, che egli dovrà portarsi e che a sua volta trasmetterà ad altri. Tutti i bambini nascono con questa tara spirituale, che li rende schiavi del demonio e soggetti alle cattive inclinazioni.

Vi è una ricchezza spirituale e divina che arricchisce le anime, ma il peccato originale fece sì che i nostri progenitori ne fossero privati. Ogni bambino ne resta perciò privato, e solo il Battesimo, che può essere anche di desiderio o di sangue, può ridonare all'anima quello splendore divino che Dio diede ai progenitori alla loro creazione.

Quando vi è il dubbio che un bambino nasca malformato, i genitori se ne dolgono, ed alcuni arrivano al punto di ucciderne il corpo. Ogni bambino nasce con un neo di colpa, e la preoccupazione dovrebbe essere quella di togliere questa macchia che, non solo non permetterà di vedere Dio, ma che dà al proprio figlio la tendenza ad essere cattivo, poiché il demonio, che ne è il dominatore, non farà altro che attrarlo verso il male e allontanarlo dal bene.

Ma vi è un'altra riflessione che deve accompagnare la mia festività. Vi ho detto che fui senza macchia fin dal primo istante; vale a dire che la vita umana ha inizio fin dal primo momento in cui viene concepita. Ma come possono certe mamme, ed anche in gran numero, permettersi di distruggere la vita?

Quando un bambino viene alla luce, ha diritto di essere nutrito, cresciuto, rispettato ed amato. Ma perché non deve avere gli stessi diritti anche se non ha ancora visto la luce del sole, ma veramente vive?

È un delitto che grida vendetta al cielo, la soppressione di queste creature. Esse si affidano alla bontà della mamma, da cui aspettano il nutrimento. La loro delicatezza è legata ad un filo. Certamente si diventa peggiori delle belve, sottraendo alla vita queste creature innocenti, ma il peccato d'omicidio diventa anche più grande poiché si nega la vita dell'anima e non le si procura il Battesimo, che è il mezzo istituito da Gesù per aprire agli uomini la porta del cielo.

Oh, come vorrei che voi vi faceste promotori di una grande crociata per convincere le mamme a pensare alla rovina che può derivare alla propria anima e a quella dei propri figli!

Vi sono mamme che sembrano preoccupate di non lasciar mancare nulla ai propri figli, ed è per questo motivo che limitano le nascite procurando gli aborti. Ma, in definitiva, non è altro che mancanza di fiducia nella Provvidenza e un desiderio di evadere da quei sacrifici che la maternità impone.

Dio è un Padre che supera infinitamente in bontà i padri più buoni della terra. Egli non può lasciar mancare il necessario ai suoi figli. Egli desidera solamente di essere pregato e, se permette certe situazioni, è solo perché vuole che chi è nell'abbondanza aiuti chi non vede che penuria. Vuole che si eserciti l'amore del prossimo e che tutti gli uomini siano uniti nell'aiuto fraterno. Come si può andare contro i disegni di Dio o accusarlo, quando le sue creature vogliono essere autosufficienti e non vogliono prodigarsi per gli altri?

Quando le cose vanno male, quando la povertà, la carestia e le altre difficoltà che fanno della vita una battaglia, vi minacciano o sussistono, non si dovrà imprecare a Dio o a coloro che sono la causa diretta o indiretta di tanti mali, ma occorrerà rivolgersi con più fede e con più amore a Colui che del mondo tiene il governo, a Colui che ne regge le sorti e che può, di punto in bianco, trasformare situazioni dolorose in gioiose.

Questo pensiero serve per tutti. In ogni frangente doloroso, rivolgetevi a Dio con preghiere e penitenze. La vostra famiglia è di Dio e mia. Santificati dai Sacramenti, vi siete posti nelle mie mani mediante la consacrazione: non dubitate mai della nostra protezione! Se però non manca la sofferenza, sappiate accettarla e santificarla. Ogni lacrima vale un'eternità di gloria, purché voi lo vogliate.

Figli, vi benedico. Benedico la Chiesa e la vostra Italia. Offrite le vostre croci personali perché essa possa essere risanata. Arrivederci!

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