La giustizia precede la carità


12 Dicembre 1976


Figli miei, sia pace a voi! Eccomi qui puntuale al nostro appuntamento. Siete desiderosi di dare e di ricevere, tutti tesi ad un unico ideale: glorificare Dio.

Egli merita gloria, e gloria riceve dalle creature inanimate e da quelle che ha creato per la gioia dell'uomo. Voi però dovete glorificarlo con la vostra volontà e con l'intelligenza, e specialmente con il vostro cuore, che deve amarlo dando a Lui il primo posto assoluto.

Figli, per glorificare Dio, ogni uomo deve esercitare la giustizia e la carità. Di queste virtù vi voglio parlare brevemente, perché, avvicinandosi il Natale, occorre esercitarle e presentarsi al santo Bambino con le mani colme di cose a Lui gradite.

Parlarvi di giustizia in questo momento, in cui pare che veramente essa sia scomparsa dalla terra, vi potrà sembrare difficile. È però opportuno parlarne, perché ognuno si persuada di dover essere giusto. La giustizia è una virtù che insegna a dare a ciascuno ciò che gli spetta. Deve perciò riguardare Dio, anzitutto, poi il prossimo e sé stessi.

Dio ha dei diritti sopra gli uomini. A Lui, che è Creatore e Padrone supremo, si deve il servizio nell'esercizio della sua volontà. La sua volontà è volta unicamente al vostro bene, e si attua raggiungendo la perfezione nell'osservanza della sua legge.

Mente, cuore e corpo, devono essere impiegati nel servizio di Dio. L'onore che gli spetta è un dovere di giustizia, essendo Egli il più buono dei padri che, gratuitamente, ha dato all'uomo ogni bene. La giustizia esige anche che l'uomo si volga a Lui e che lo preghi, manifestando i suoi desideri per avere quegli aiuti che Egli vuole dare, ma che desidera siano richiesti mediante la preghiera.

L'amore e l'adorazione, che gli negano i dannati e i demoni, deve giustamente essere data da coloro che si professano figli devoti. Così la vita del cristiano deve essere un rendere grazie continuo a Colui che incessantemente benefica e conserva ai suoi figli la vita, con tutto ciò che a loro necessita.

Essere giusti verso il prossimo, significa dare a tutti ciò che a loro appartiene. La giustizia è una virtù che precede la carità, poiché non si può, per spiegarvi meglio, fare un'elemosina ad una persona se, per dovere, si deve ad altri una somma.

Occorre essere prudenti nell'uso di tutto ciò che si possiede, perché le ricchezze sono un deposito lasciato cadere da Dio nelle mani di alcuni, che deve servire a chi lo riceve e ad altri, molti altri. La giustizia che Gesù chiede nel Vangelo è quella di dare il superfluo a chi ha bisogno d'aiuto.

Mi potreste dire che il fabbisogno personale è basato sull'egoismo, ed io vi confermo che la ricompensa sarà basata sulla generosità.

Vi è un motivo che può essere un invito ad essere egoisti. L'intelligenza e l'attività, l'economia e una saggia amministrazione, possono far fruttare i beni che una persona possiede, mentre l'ozio, il poco impegno e lo sciupio possono rovinare le famiglie.

Come ci si dovrà comportare per essere giusti? Ecco, figli, anzitutto occorre non attaccare il cuore a quelle cose che il Signore vi ha dato per mezzo di altri doni, come l'intelletto e l'attività. Occorre anche, però, non chiudere il cuore a nessuno e rendersi conto che sono fratelli, che particolari situazioni della vita hanno reso bisognosi.

Oh, se il ricco Epulone, anziché negare anche le briciole a Lazzaro, l'avesse fatto lavare e vestire a nuovo e l'avesse posto a tavola con sé, quanto grande sarebbe stata la sua gloria in cielo!

È vero che molte volte nelle famiglie vi sono diversi caratteri. Vi sono i generosi e gli avari. Ma voi che venite alla mia scuola, dovete aprire gli occhi e farli aprire a tutti. Lo sciupio è un vero peccato, ma lo è anche l'avarizia, che fa gelare il cuore degli uomini nei confronti dei fratelli, e il cuore di Dio nei confronti degli avari.

Voi dovete saper condurre il bilancio familiare con quella rettitudine che ha fatto di tanti santi dei veri ricchi, che trovavano sempre qualche cosa da dare e sempre tanta abbondanza nella loro casa. Il Signore è prodigo con coloro che hanno desideri grandi. La giustizia richiede questa abbondante donazione, e Dio fornisce di beni coloro che li sanno donare.

La giustizia riguarda tutti gli uomini. Chi ha dei dipendenti e chi lavora come dipendente, chi riceve e chi dona, siete tutti figli miei, e nessuno può fare a meno dell'aiuto del prossimo.

Vi potrebbe venire la tentazione di lasciar mancare l'aiuto a coloro che per cattiveria o ingratitudine non meritano, ma voi dovete superare queste difficoltà, sapendo di dover imitare la perfezione del Padre che è nei cieli, che ama tutti e fa splendere il sole sui buoni e sui cattivi, e dona la sua provvidenza a tutti, anche a coloro che lo offendono.

La giustizia poi con voi stessi dovrete renderla anche più severa, poiché, come vorreste che gli altri si comportassero con voi, voi dovete comportarvi con gli altri. La giustizia vi farà vedere i diritti che voi avete, ma, più penserete ad essere giusti, e più vi sembrerà di dover togliere dalla vostra vita molte cose inutili. In altre occasioni vi spiegherò meglio.

Ora vi benedico tutti. Arrivederci, figli! Vi amo tanto.

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