Fidatevi di Dio
18 novembre 1973.
Figli diletti e tanto cari al mio cuore, sia grazia e pace e salute a voi. Ecco, sono qui come sempre per trattenermi con voi. Quanta felicità provano gli angeli e i santi del cielo che mi vedono e mi parlano e a cui posso fare intendere i palpiti del mio cuore! Il paradiso è questo incontro di anime con me in Dio. Il Signore ci riempie di sè e noi ci doniamo gli uni agli altri con un amore ed una felicità senza misura.
Oh,
figli, se voi voleste veramente con limpidezza e umiltà di pensieri
e con fede profonda ricevere queste parole che io vi indirizzo, voi
dovreste essere così pieni di gioia per cui la vita vi sembrerebbe
più leggera.
Io
mi qualifico qualche volta come Madre della divina provvidenza, che è
come dire Madre di Dio, poiché Lui solo è la provvidenza infinita
in cui ogni creatura può avere il suo pieno appoggio. Come vorrei
rendervi sereni e fiduciosi nella vita! Vorrei privarvi di tutti quei
pensieri che vi assillano non solo per il presente, ma anche per il
futuro, la cui incertezza voi ben conoscete.
Quando
un'anima si fida pienamente del suo Dio, non sente più il peso della
croce, perché sa che tutto deve concorrere al suo bene. È pur vero
che la vita umana è un susseguirsi di peripezie, ma a guidare con
mano sicura ogni uomo, ogni famiglia e la stessa società e le
nazioni tutte, vi è Lui, il Sommo, l'Eterno, l'Infinito, il
Provvido, che dirigendo ogni cosa ne trae quelle conseguenze per cui
ha voluto il mondo.
Fidatevi
di Dio e pensate alla sua bontà come ad una realtà, anche quando
gli uomini sono malvagi e persino feroci nei loro comportamenti, solo
perché, abusando della libertà che hanno ricevuto, preferiscono
servire Satana piuttosto che Dio.
Figli,
sappiate che il Signore nella sua provvidenza infinita vigila
attentamente e provvede ai bisogni di ciascuno come se fosse l'unica
creatura al mondo.
La
provvidenza che dà ad ogni stagione i suoi frutti, che dona la luce
perché gli uomini occupino i loro giorni nel lavoro e che procura la
notte perché tranquilli siano i loro sonni, è ancora quella dote
divina per cui nessuno nella vita deve mancare di ciò che gli è
utile e necessario.
Se
poi il giorno viene usato nell'offendere Dio e la notte pure, non
dipende certamente da Lui ma dalle cattive inclinazioni e dal
maligno, che instancabilmente lavora per rovinare ciò che Dio ha
compiuto e compie incessantemente.
Dio
è buono infinitamente anche quando la malattia vi colpisce, ma
nessuno viene provato oltre le proprie forze; e se qualche volta vi
sembra insopportabile il fardello che vi dona, è solo perché è
venuta meno in voi la fede che è l'ancora di salvezza o perché è
venuto meno il ricorso a Dio, che è sempre in ascolto e sempre
pronto ad aiutarvi.
La
provvidenza di Dio è come la brava massaia di casa che vede le
necessità di tutti i familiari e che provvede a tutto. Io stessa,
ricevendo gli ordini dal mio divin Figlio, devo essere per questa
famiglia umana che devo custodire, la brava Massaia.
Io
tengo le mani e il cuore di Dio, e chiunque vuol essere aiutato non
deve che chiedere. Figli, sono la celeste Tesoriera dei forzieri
divini e nulla posso negarvi. Sono certa però che voi direte: È
tanto che supplico e non ottengo. Ma ditemi, forse che voi concedete
ai vostri figli tutto ciò che vi chiedono? Non avete visto qualche
volta, anzi spesse volte, figli che, dopo essere stati accontentati
in tutto, sono diventati degli scapestrati che hanno rovinato la
famiglia e fatto morire la madre di crepacuore? E perché io che vedo
assai lontano dovrei accontentare tutte le vostre esigenze, mentre in
questo diniego è la vostra salvezza?
Quando
volete assolutamente ciò che è male o che pur sembrando bene ai
vostri occhi è la vostra rovina, voi non potete essere accontentati,
perché verrebbe meno in Dio e in me il vero amore.
Siate
fiduciosi, vivete alla giornata. Dite al Signore con semplicità e
con fede: "Coprimi della tua ombra e solo per oggi". Domani
direte ancora così, e dopo ancora fino all'ultimo giorno.
Quando
poi la sofferenza vi rende tristi e ricordate con dolore i giorni, i
mesi e gli anni trascorsi, non dimenticate che di ogni attimo
sofferto per amore, riceverete una ricompensa eterna. Buttate nel
cuore di Dio e nel mio cuore, perché io la porti a Lui, la
sofferenza passata. Non rivangate mai ciò che è passato, né il
male, né il soffrire e direi nemmeno il bene, perché ve ne potreste
inorgoglire.
Dite
ogni giorno: "Oggi, solo oggi dovrò soffrire e della mia
sofferenza dovrò farne un dono a Dio per me e per i fratelli".
Così sarete come quei bambini che senza preoccupazioni cercano solo
il cuore della Mamma per poter su di esso trovare conforto.
I
doni della Provvidenza sono incommensurabili, ma le prime a goderne
sono quelle famiglie che, accettando la volontà di Dio e compiendo i
loro doveri sia coniugali che familiari, danno prova di fedeltà e di
fiducia in Dio. Le famiglie numerose, in questo senso sono le più
benedette, poiché, anche se devono sottoporsi a sacrifici non
comuni, essi maturano in quel benessere che è frutto di
benedizioni.
Ed
ora, figli diletti, vi abbraccio e vi dico con fermezza: se credete
al mio amore per voi, non lamentatevi più dei vostri guai, andate
avanti con serenità. Io posso rimediare a tutto.
Arrivederci,
figli, arrivederci!
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