Voglio affidarvi il mio figlio


1 Giugno 1976

Figli miei, venite accanto a me e ascoltate bene le mie parole. Mettete il vostro capo sul mio cuore, perché io possa farvi sentire i suoi battiti.

Io voglio insegnarvi ad amare il cuore sacratissimo di Gesù, mio Figlio. Chi poteva e può amarlo più di me? Chiedete ad una mamma qualunque chi ama suo figlio più di lei. Vi risponderà che nessuno lo può amare quanto lei lo ama, perché gli ha dato la vita, l'ha cresciuto, è suo.

Attualmente molte mamme sono snaturate. Non hanno fede, accettano la maternità come un peso, oppure come un trastullo. Il figlio diventa per loro come una cosa da cui devono trarre i propri vantaggi.

Quando io vi parlo della mamma come modello nell'amare, intendo parlarvi delle mamme vere, che hanno accettato l'impegno come un onore e come un dono di Dio. Allora soltanto esiste un amore vero, che arriva fino all'eroismo e che fa accettare, per amore del figlio, ogni sacrificio. Anche qui tra voi, fortunatamente, ve ne sono.

Io voglio però, in questo momento, affidarvi il mio Figlio, insultato, malmenato, oltraggiato da molti, da moltissimi, e vi voglio invitare ad amarlo come mamme buone o, meglio, con il mio stesso cuore.

Il mondo sta attraversando un'ora tremenda. Si direbbe che il mare della vita umana è in burrasca, e ognuno teme per sé e per gli altri. Il mio Gesù, che già durante la sua vita terrena seppe sedare le tempeste e calmare la furia del vento, potrebbe dire la sua parola fatidica e portare grande bonaccia dovunque.

Le grazie di Dio sono però legate alla preghiera, e Gesù aspetta che un coro di voci si levi verso di Lui e che si dica con grande amore: "Signore, salvaci, perché periamo". Il vostro amore per Lui si deve esprimere così, con un'invocazione potente che sia accolta dalla bontà di Dio a favore di tutti.

Questa preghiera, che molti lasciano morire sulle labbra e nel cuore, è il salvagente, è l'ancora, è la calamita, è la rete, è la scialuppa di salvataggio, chiamatela come volete. È l'unico mezzo per il quale possono cessare le presenti e future calamità.

Gesù stesso v'invita a pregare, ancora come duemila anni fa, e vi dice: "Vigilate e pregate per non cadere in tentazione". E insiste: "Pregate senza interruzione". Egli stesso pregava per notti intere e pregava ogni volta che doveva compiere cose straordinarie. Io pregavo con Lui, e si formava quell'unione spirituale che il Padre non poteva che benedire.

Quando fu asceso al cielo, dopo aver promesso lo Spirito Santo, con gli apostoli, nel cenacolo, per nove giorni si pregò, recitando salmi e riflettendo.

Questa dimostrazione di fede e d'amore di Dio, io desidero che voi diate al mio Figlio. Desidero da voi una preghiera raccolta, una riflessione profonda e un rispetto silenzioso, pensando che quel Dio a cui vi rivolgete col pensiero, è veramente accanto a voi, e in voi, come vostro dolce Ospite e come Sposo dell'anima vostra.

Ogni giorno di giugno vi vedrà attenti e riflessivi su un particolare argomento, che vi servirà a ravvivare la fiamma e come istruzione religiosa.

Il primo segno d'amore verso una persona che si ama è quello di comunicare. Non vi pare che, quando nei vostri figli viene meno l'affetto verso di voi, essi non trovano più l'argomento per rivolgervi la parola? Voi siete figli di Dio. Non si chiuda mai il vostro cuore al divino dialogo con Lui. Tutto serva ad elevare pensieri ed affetti.

Se mi permettete, vi dirò che sarebbe tanto contento il mio Gesù che si tacesse, quando il desiderio di criticare, di mormorare e di lamentarvi di tutto e di tutti vi punge la lingua. Saper tacere è il miglior modo per onorare il cuore di Gesù.

Vi prego, fate una bella unità con me. Sappiate che io non mi permisi nemmeno di giudicare Giuda e di criticarlo. Unitevi a me, perché ogni vostra parola possa dare al cuore di Gesù consolazione e gioia, e quel silenzio che voi v'imponete, diventi la più bella preghiera che trasformi i cuori e le anime.

Vi benedico tutti, figli, e vi affido Lui, perché lo possiate difendere ad ogni momento dalle imprecazioni dei malvagi.

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