Due qualità nel fare il bene


8 Giugno 1976

Figli tanto cari al mio cuore, sia pace a voi! Ecco, sono qui per dare forza alla vostra preghiera ed anche per aiutarvi a rendere luminose le vostre opere, sicché gli uomini accettino di credere e lodino Dio, che vi aiuta a compierle dopo di avervele ispirate.

Nel mondo si fanno molte cose, si compiono anche opere molto importanti umanamente, ma che purtroppo non portano nessun giovamento alle anime e non avranno nessuna ricompensa nel cielo.

Due sono le qualità che non devono mancare a voi quando fate del bene: la grazia di Dio e la retta intenzione.

La grazia di Dio vi permette di far agire Dio dentro di voi e per mezzo vostro. Ogni azione, anche piccola e insignificante di per sé, assume un valore infinito di fronte a Dio, quando l'anima è libera dalle tenebre del peccato, cioè non è schiava del demonio ed ospita dentro di sé, come in un santuario o in un tabernacolo, la Santissima Trinità.

Più la grazia è abbondante, e più il Signore guarda con occhio di bontà quell'anima che la possiede, e più la sua preghiera diventa efficace e potente presso il cuore di Dio.

La preoccupazione più grande di un cristiano dovrebbe perciò essere quella di crescere nella grazia, cioè nella vita spirituale, come ogni bambino deve crescere nella vita del corpo e nella vita intellettuale.

Ogni imperfezione offusca questa luce e questa vita meravigliosa; ogni colpa mortale annienta questa vitalità divina, separando l'anima dal corpo di Cristo. Diventa perciò come un membro in cui c'è stata una paralisi che l'ha atrofizzato.

Quando la grazia dimora in un'anima, non può mancare la gioia, come quando, entrando il sole in una stanza, non può mancare la luce. Se vi preoccupate di tutto e trascurate questa verità, non avete capito nulla del cristianesimo. La grazia è amore di Dio ed è osservanza della legge. Se manca questa luce, il cristiano vive nel buio e le sue opere sono nulle.

Ma devo insistere sull'altro punto ugualmente importante: la retta intenzione. Ha detto Gesù: "Splendano le vostre opere davanti agli uomini, perché essi, vedendole, lodino Dio".

Agire per il bene, fare cioè il bene per sé stesso, può essere utile umanamente. Fare il bene cercando la propria soddisfazione o la lode degli uomini, è quanto mai pericoloso, poiché quello stesso bene può essere motivo di condanna.

Gesù può dire a coloro che agiscono così: "Hai già ricevuto la tua mercede", e può condannare costoro come condannò il fariseo che decantava nel tempio le sue opere davanti a Dio.

Voi dovete cercare in tutto la gloria di Dio, anche se non vi è proibito di gioire internamente per aver compiuto delle opere buone. Sappiate che ogni volta che compite un'opera buona, il Signore si mette in moto, per così dire, per voi. Egli ve la ispira, vi aiuta a compierla e la porta a termine servendosi di voi come strumenti, per cui, giustamente, dovete lodarlo e ringraziarlo.

È pur vero che molte volte voi partite con delle buone intenzioni, che si vanno poi perdendo per strada quando subentra l'amor proprio o il proprio tornaconto. È perciò necessario tener fisso questo pensiero: "Devo lavorare per Dio", e correre ai ripari e rettificare le intenzioni non appena vi accorgete di deviare.

Succede molte volte così nel mondo, anche fra personaggi che hanno responsabilità di governo su molte persone. Si comincia bene e poi si pensa a sé stessi anziché al popolo affidato alle proprie cure; si dimenticano gli interessi di Dio e quelli comunitari per pensare a quelli privati.

La rovina di molte nazioni e delle anime che le compongono parte da questi punti: si esclude Dio, o lo si cerca per nascondere dietro di Lui il proprio io.

Desidero che voi siate sempre luce. È vero che non sarete mai capi di stato, ma gli stati sono formati da famiglie, che sono come le cellule di un unico corpo. Ricostruire la famiglia è il lavoro più urgente per risanare la società.

Figli, una candela accesa è ben poca cosa, ma se ne accendete migliaia e milioni, la loro luce diventa portentosa e potrà illuminare gran parte del mondo.

Ecco che cosa desidero da voi: che quella fiaccola che vi fu data nel Battesimo che rappresenta la fede, sia conservata da voi sempre accesa e sia accompagnata da quelle opere che, per essa, diventano luminose. Diceva Gesù: "Nessuno accende la lucerna e la nasconde sotto il moggio, ma la si pone in alto perché tutta la famiglia possa essere illuminata".

Voi, dunque, fate il bene in grazia di Dio e per amore di Dio, con grande semplicità, e se non cercherete lo straordinario con sentimenti di orgoglio, ciò che voi farete avrà la forza straordinaria d'illuminare e convincere tutti.

Siate sereni, pazienti, buoni. Non adiratevi mai, rispettate le personalità altrui, ma le vostre convinzioni abbiano una forza non comune nella certezza che Dio è con voi.

Figli, vi benedico tutti. A chi ha la vocazione missionaria, concedo doni particolari. Ai miei ministri, che dovranno più che mai essere sale della terra, la mia forza. Alle suore che mi hanno portato i bambini, una benedizione particolare e l'assicurazione che essi saranno tenuti sotto il mio manto con particolare cura. Ai sacerdoti e a tutti i presenti, il mio materno abbraccio.

Arrivederci, figli. Fate pregare i bambini e consacratemi ogni giorno gli Italiani!

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