La vostra somiglianza con Gesù


20 maggio 1973

Figli diletti, tanto cari al mio cuore, che io chiamo qui per confortare ed illuminare, sia pace a voi. Sono la Vergine della rivelazione e godo di rivelarvi tutto quanto contiene il mio cuore, che è lo scrigno d'oro di Dio.

Oggi vi svelo una verità, domani un'altra, poi un'altra ancora, finché diventate i veri sapienti che all'occorrenza sanno istruire gli altri.

Voglio ora fermare il vostro pensiero su una frase pronunciata dal mio Gesù durante la sua vita mortale. Disse un giorno: «Chi vede me, vede il Padre mio». A queste parole i presenti si scandalizzarono. Ebbene, io vorrei che ciascuno di voi potesse usare la stessa espressione con sincerità. Vorrei che ognuno potesse dire di se stesso e agli altri: chi vede me, vede Gesù, mio fratello primogenito.

Non mi riferisco certamente alle fattezze esteriori, ma a quella somiglianza spirituale che deriva dalla grazia presente nell'anima vostra, a quella somiglianza con Gesù che deriva dal desiderio continuo di conoscere la volontà del Padre, per adempierla, che equivale al desiderio di santità che vi spinge a camminare sempre alla ricerca della virtù.

È la somiglianza con il Figlio di Dio che vi merita anche il mio affetto e la mia tenerezza, poiché io mi posso meglio e in continuazione sentire vostra Mamma. La somiglianza deve riguardare i pensieri della mente. A che pensava il mio Figlio se non alle anime, per cui era disceso dal cielo sulla terra? E quale deve essere il vostro pensiero assillante, se non quello di salvare oltre l'anima vostra anche quella di molti altri, di tutti gli uomini della terra, se ciò fosse possibile?

La somiglianza deve riguardare il modo di amare. Quanti sentimenti sciupati anche da voi, figli miei, che vi attaccate come l'edera a tutti! Vi basta a volte una parola o un sorriso per perdervi. Vi sono alcune persone che non si commuovono davanti alla mamma, che ha dato loro la vita e che sarebbe disposta a sacrificarla per salvarle, ma che si vendono per una gentilezza, per un bacio, per un'inezia.

Dovete saper amare, custodire e santificare i vostri affetti. Quell'amore che, benedetto, viene santificato nel matrimonio, non deve venir meno tra i coniugi e il legame di affetto che unisce i consanguinei, deve essere coltivato e santificato nell'esercizio di quella carità che è armonia, è pace, è dono reciproco.

Così si assomiglia a Gesù nel cuore e si contribuisce a formare la grande famiglia del popolo di Dio.

Poi c'è la parte più visibile: il comportamento. Vorrei vedervi perfetti cristiani per quella gentilezza, per quella bontà, per quella facilità a perdonare, per quel premuroso interessamento che vi deve unire gli uni agli altri; e soprattutto per quella sopportazione del dolore che vi deve contraddistinguere da coloro che non hanno fede e per quella serenità che deve venire dal vostro cuore ricco di grazia.

È tutto un complesso di virtù, che serve di buon esempio e che mi fa dire ogni volta che vi guardo: Veramente, vedendo questi figli, io vedo Gesù. E sarà la stessa cosa quando, comparendo davanti al Giudice supremo, voi potrete dirgli con sicurezza: Gesù, io sono te.

La mia vita terrena è trascorsa imitandoti. Sono stato tuo seguace, ho camminato sulle tue orme.

Se ci saranno state delle cadute, potrete ricordargli che Lui, proprio Lui è caduto sulla via del Calvario perché voi aveste la forza di rialzarvi. Ma dovrete potergli dire che non vi è mai mancato il desiderio di essergli simile e di perfezionarvi sempre di più.

È cosa importantissima essere costantemente uniti come rami alla vite, poiché da soli non potete far nulla. Perciò sarà necessario rimettervi docilmente all'azione di perfezionamento del Figlio di Dio.

Che fa l'artista quando deve portare a termine un capolavoro? Avete visto quale minuzioso e preciso lavoro d'attenzione hanno dovuto fare gli artisti che hanno riparato quella mia effige, deturpata da una mente malata?

Ebbene, molte menti malate deturpano l'immagine del mio Figlio impressa nelle loro anime, e chi sarà l'artista mirabile se non il Figlio di Dio stesso che correggerà, perfezionerà e curerà il restauro di queste anime?

Ma anche le vostre anime tanto difettose saranno perfezionate da Lui, se voi saprete con docilità affidarvi alla sua sollecitudine e alla sua bontà. Io pure collaboro, ritocco e correggo. Siate docili, non vi chiedo di più, anche se qualche volta sono costretta a farvi soffrire.

Siate buoni, figli miei. Le rivincite, le ostinazioni, le vendette e i rancori non servono a nulla. Siate in pace con tutti e siate felici. Ecco il mio augurio e la mia speranza.

Ed ora vi benedico tutti, ad uno ad uno. Arrivederci, figli. Vi segno sul cuore col segno della croce.

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