Al servizio di Dio e dei fratelli

 


31 luglio 1973.

Figli diletti, sia pace a voi. Sono la vostra Mamma Immacolata. Mi piace mostrarmi sotto questo titolo oggi, mentre nel mondo non si conoscono che i sensi e non si cerca la gioia che nei piaceri della carne.

Mi è caro dirvi che sono l'Immacolata e che guardo con particolare predilezione coloro che custodiscono i propri sensi e che consacrano a me il proprio corpo, considerandolo uno strumento del Signore che deve compiere quelle operazioni che costituiscono i doveri quotidiani per poi godere un giorno, ricongiunto con l'anima, del meritato premio e riposo.

Che bella la schiera di coloro che servono la Chiesa ed onorano Dio mantenendo anche nella persona quel decoro e quel rispetto che li rende l'ammirazione degli angeli stessi!

Non crediate, figli, che il mondo si possa convertire solo con le parole. È l'esempio che trascina e costringe dolcemente a seguire la giusta strada. Se camminando per strade sconosciute un pellegrino vi chiede indicazioni e alla sua richiesta vi offrite di essergli compagno e di fare la strada con lui, come potrà rifiutarsi di seguirvi? Così nelle vie del bene.

Vedete, figli, quanta immoralità e quanto male! Il corpo, divenuto un idolo, è diventato oggetto di passione e di peccato. Sarete voi angeli nel contegno e nelle parole così da cambiare, nel limite consentitovi, l'ambiente in cui vi trovate. Non vi chiedo di vestire di sacco, ma pur nell'ordine e nell'eleganza, permessa dalla vostra condizione, siate veri modelli da imitare.

C'è chi dice che dovete abituarvi a tutte le forme di nudità. Ma ditemi: perché mai Adamo ed Eva, dopo il peccato, sentirono il bisogno di coprirsi davanti a Dio, che aveva creato il loro corpo e che aveva fatto ogni cosa buona?

La concupiscenza che trascina l'uomo al male trova pure un alleato potente. Il demonio che scende nel campo di grano e semina la zizzania è tuttora presente. Fu il primo a seminare il male, ad aprire gli occhi dei nostri progenitori invitandoli a godere di frutti proibiti e la sua opera continua ininterrottamente. Le novelle Eva e i novelli Adamo si prestano al gioco.

C'è qualcuno che si domanda: «Perché tanto male? E non può il Signore colpire e condannare chi lo commette e separare la zizzania dal buon grano?». «No», vi risponde il mio Figlio. Egli rispetta la libertà dell'uomo fino a permettergli di offenderlo, di bestemmiarlo, di imprecare contro di Lui. Tutto sopporta e tutto è disposto a perdonare fino all'ultimo giorno, in cui gli angeli opereranno la grande separazione degli eletti dai reprobi. Nulla sfugge all'occhio di Dio immenso ed infinito, ma tutto sarà sottoposto al suo giudizio severo e irremovibile.

Oh, se tutti gli uomini tenessero presenti queste grandi verità!

Dio ha dato i comandamenti, sui quali i suoi figli devono basare la propria esistenza. Nulla d'impossibile Egli comanda. Ogni legge ha un legislatore e i sudditi sono tenuti ad obbedirlo. Che direste di un re che comandasse ai suoi sudditi e non fosse obbedito da nessuno e non se ne curasse? Certo non sarebbe bontà la sua, ma incapacità di governare.

Il nostro Dio tutto sopporta perché vuole tutti salvi e come Padre attende il ritorno di tutti quei figli prodighi che si vogliono allontanare da Lui.

Di quale felicità anche terrena avrebbero potuto godere i nostri progenitori se non avessero disobbedito, e quanta gioia spirituale è riservata a coloro che temono il Signore e ne osservano le sue leggi! Ne avete fatto molte volte l'esperienza ed io vorrei che questa realtà fosse di tutti i giorni, tanto è bello vivere all'obbedienza di un Padre buono, che vuole solamente la vostra felicità e la vostra gioia.

Siate in questa luce, poiché tutte le altre cose sono di secondaria importanza. Ciò che conta è porsi al servizio di Dio nell'osservanza della sua legge e nell'adempimento costante di quella missione, insostituibile da altri, che il Signore affida a ciascuno. Solo in questo vi può essere grande gioia, perfezione e santità.

Così chi è mamma, edifichi i propri figli nell'adempimento dei suoi doveri che sono tanto importanti e gravi. Chi è moglie o marito, sappia che nel coniuge deve scorgere l'anima di colui o colei che Dio ha messo al suo fianco affinché fosse meno ardua l'ascesa al paradiso.

Chi è insegnante, ricordi che uno solo è il Maestro e che ogni insegnamento deve venire da Lui ed essere a Lui indirizzato. Chi lavora negli ospedali, presso ammalati poveri e indigenti, veda nella persona sofferente il mio Gesù, e la tratti con rispetto e con amore. Chi è figlia o figlio, scorga nei genitori l'autorità di Dio e nell'obbedienza ad essi rispecchi quella che il mio Gesù ebbe verso il padre putativo e verso di me nella sua vita terrena.

Così ad ogni categoria di persone posso rivolgermi e tutti invitare ad essere ammirevoli per quella perfezione con cui si osserva la legge in tutti i suoi minuti particolari e per l'amore che fa mettersi al servizio di Dio e dei fratelli.

Non vi pare, figli, che davanti a questo comportamento tutti si dovrebbero rivedere e cambiare?

Vi benedico, figli, e vi abbraccio dicendovi: arrivederci!

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