Siate coraggiosi

 


16 Marzo 1976.

Figli diletti, sia pace a voi! Sono la Madre vostra, desiderosa del vostro maggior bene. Sono qui in mezzo a voi e vi do un segno della mia presenza. Questo piccolo segno, però, vuole essere un invito e un richiamo a quella preghiera e penitenza che forma il programma quaresimale.

Quando nell'antico Testamento Dio mandò il profeta Giona ad ammonire gli abitanti di Ninive di cambiare vita e di fare penitenza, essi accettarono e, cominciando dal primo cittadino fino all'ultimo, seguirono il comando di Dio. Così fu risparmiata la distruzione di quella città. Oggi non è il profeta Giona, ma è la Regina dei profeti che vi fa lo stesso invito.

L'ora si fa sempre più tenebrosa e difficile. Urge, figli, di cambiare vita. È tempo che si bandisca ogni distrazione ed ogni sollievo. È tempo di male straordinario. Occorre essere straordinariamente impegnati nel bene, perché chi è impreparato può correre il rischio di subire dei mali troppo gravi.

Vi occorre coraggio, direi lo stesso che i perversi hanno nel male. Vedete con quanto ardire si lanciano contro la verità, contro l'innocenza e contro i buoni? Ma perché i buoni non sanno assumersi le responsabilità del momento? Perché non difendono l'innocenza dalle arti diaboliche di coloro che si chiamano maestri? Il rispetto umano domina le coscienze dei cristiani, così da renderli degli incapaci, e il nemico prende forza e spazio.

Figli, siate coraggiosi nella vostra vita privata, accettando quella croce che avete. Non dite che soffrite d'insonnia, non lamentatevi dei piccoli mali della vita, non dite che siete stanchi e affaticati. Andate piuttosto presso Gesù ed offrite il vostro fardello. Non vi ha detto: "Venite a me voi tutti che siete affaticati e oppressi, ed io vi ristorerò"?

Figli, verranno sofferenze più grandi, e che sarà di voi se piagnucolate per delle inezie? Siate coraggiosi con voi stessi, togliendo senza paura quei difetti che non rendono gradita a Dio la vostra croce. È tempo di conversione radicale e sincera. Non rimandate a domani. Il domani è incerto e vi potrebbe mancare la forza.

Siate coraggiosi con gli altri. Se avete idee ben chiare, non vi deve essere né penoso né difficile esporle. Salvate sempre la carità, ma propagate la verità.

Vi sono certe città in cui i cattolici, miei missionari, non esitano a formare gruppi di preghiera, che si radunano per le strade e nelle piazze per recitare il mio rosario. È un segno di coraggio. Vorrei che si moltiplicassero, che si chiamassero i miei figli come ad un incontro di cuori sotto lo sguardo di Dio, Re dei re e dell'universo.

Abbiate coraggio, perché, se l'avversario vi vede timorosi, agisce d'astuzia e vi lascia tranquilli, mentre il nemico avanza. Il nemico è il materialismo, che disprezza tutto ciò che fa pensare ad un'anima immortale, da conservare pulita. Avanza il nemico, e si rifiuta la fede e le opere che la rendono anche più grande, e l'avversario, cioè il demonio, gioisce per il suo trionfo nel mondo.

Abbiate coraggio, e non siate di coloro che in ambienti buoni sanno combattere, e negli altri si fanno piccoli da essere soffocati. Non dite però tante parole, perché chi troppo parla, spesso falla. Chi parla troppo, stanca e riempie le teste senza istruirle.

Siate di buon esempio in tutto. Diceva il mio Gesù che i farisei sapevano imporre agli altri i sacrifici, sapevano parlar bene, ma razzolavano male. Il vostro esempio deve essere come un libro stampato, in cui tutti possano leggere: fede, amore, onestà.

Gesù diceva dei farisei: "Fate quello che vi dicono, ma non quello che fanno". Io vorrei che il vostro prossimo facesse ciò che voi fate e non tanto ciò che dite. Vorrei, cioè, che la vostra predica, coraggiosa e forte, fosse quella del buon esempio e della parola, quando ne avete l'occasione. Una parola sincera, caritatevole e sicura.

Io vi guardo ad uno ad uno e, se avete fiducia in me, vi custodisco come la chioccia custodisce i pulcini e li richiama quando è prossimo ad avvicinarsi un temporale. Con tutto ciò v'invito anche ad essere sereni, perché siete in buone mani.

Io sono la vostra Maestra e v'insegno ogni cosa. Voi siate docili. Quando vi prende la smania d'agire, calmatevi e fate precedere la preghiera all'azione. Quando siete tentati di pigrizia o d'inerzia, scuotetevi e pensate che la preghiera senza le opere è morta.

Sempre con equilibrio, con coraggio e attaccandovi a me, portate a termine la vostra missione. Mettete in primo luogo i vostri doveri.

Chi è accanto ai malati, ai vecchi, ai bambini, faccia sentire ad essi il fervore e l'amore che anima la propria opera. Chi deve esercitare il ministero sacerdotale, sia tutto fuoco, tutta precisione, tutta bontà e misericordia. Un sacerdote santo basta a santificare, non solo una parrocchia, ma una nazione. Le mamme, le spose, le figlie, siano luce nella propria casa. Sappiano fare delle rinunce per dimostrare il desiderio che la famiglia sia santificata e sia in perfetta armonia e gioia.

Deve rinnovarsi la faccia della terra! Non è ancora tutto perduto, ma l'opera di risanamento comincia da voi.

Figli, vi benedico tutti ad uno ad uno. Arrivederci.

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